«Sherwood Anderson è stato il padre di tutti i miei libri», disse William Faulkner. E il coro di approvazioni comprende Hemingway, Fitzgerald, Henry Miller e molti altri grandi. Sherwood Anderson, “il padre della letteratura americana moderna”, come venne definito anche da Fernanda Pivano, in effetti rinnovò la letteratura americana negli anni Venti e il suo influsso, attraverso Hemingway, dura ancora oggi. 
In questo magistrale racconto, “Le voci del torrente”, lo scrittore affronta il tema del denaro e del rapporto tra qualità espressiva e vendibilità dell’opera d'arte. Quanto deve sacrificare l’autore per andare incontro ai gusti del pubblico? Fece bene una generazione di scrittori a vendersi a Hollywood? Anderson, in forma narrativa, affronta la questione con voce vibrante e con un tono intensamente emotivo. Un tema oggi ancora più attuale di quando il racconto fu scritto, nel 1940.

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Sherwood Anderson: “Le voci del torrente” (3/3)

16 Novembre 2017

«Sherwood Anderson è stato il padre di tutti i miei libri», disse William Faulkner. E il coro di approvazioni comprende Hemingway, Fitzgerald, Henry Miller e molti altri grandi. Sherwood Anderson, “il padre della letteratura americana moderna”, come venne definito anche da Fernanda Pivano, in effetti rinnovò la letteratura americana negli anni Venti e il suo influsso, attraverso Hemingway, dura ancora oggi. 
In questo magistrale racconto, “Le voci del torrente”, lo scrittore affronta il tema del denaro e del rapporto tra qualità espressiva e vendibilità dell’opera d'arte. Quanto deve sacrificare l’autore per andare incontro ai gusti del pubblico? Fece bene una generazione di scrittori a vendersi a Hollywood? Anderson, in forma narrativa, affronta la questione con voce vibrante e con un tono intensamente emotivo. Un tema oggi ancora più attuale di quando il racconto fu scritto, nel 1940.

ReadBabyRead #360 del 16 novembre 2017


Sherwood Anderson 
Le voci del torrente

(parte 3 di 3)


per info su F. Ventimiglia e C. Tesser:

Lettura e altri crimini
iTunes podcast


voce: Francesco Ventimiglia


“La mia casa sorge vicino a un torrente di montagna. È un torrente pieno di suoni, e di notte, da quando ho completato la costruzione della casa e sono venuto ad abitarci, sento che mi parla.
Quante notti ho passato coricato a letto, in questa casa, mentre i suoni entravano dalle porte e dalle finestre spalancate sul torrente! 
Il torrente scorre sulle rocce, sotto un ponte, e da qualche parte ho scritto come nelle notti più scure i suoni cambino, caricandosi di strani significati.
C'era il suono leggero di piedi infantili che correvano sulle assi del ponte. Un cavallo al galoppo, soldati in marcia. La notte udivo i passi di vecchi amici, le voci delle donne che avevo amato.”


Sherwood Anderson tra «fiction» e «factual»
Per la letteratura e contro il reportage


A volte per fortuna ritornano. Da molti anni, a parte una ristampa l’anno scorso del bellissimo “Le voci del torrente” (il Melangolo), in Italia non appariva più nulla di Sherwood Anderson (1876-1941), uno dei grandi maestri della narrazione del Novecento americano. Poi, all’improvviso, stranamente senza neppure l’occasione di qualche anniversario significativo, ecco in pochi mesi arrivare nelle nostre librerie “Molti matrimoni” (Robin) - un romanzo del 1923 che all’epoca fu rifiutato da diverse librerie inglesi e statunitensi perché sosteneva la tesi del fallimento dell’istituzione della monogamia, ma che fu lodato da Francis Scott Fitzgerald -, la famosissima raccolta di racconti “
Winesburg, Ohio” (Einaudi) e, soprattutto, “Il romanzo perduto” (Mattioli 1885), un volume uscito da pochi giorni che riunisce cinque scritti d’occasione, tutti in qualche modo a sfondo autobiografico, legati dal tema della scrittura, anzi dei misteri di cui si nutre e degli sforzi che richiede l’arte della scrittura.

Un libro molto interessante, da diversi punti di vista. Primo, perché contiene un racconto inedito in Italia, “Il romanzo perduto” che dà il titolo al volume, tratto da “Death in the Woods”, del 1933: breve, tagliente, a suo modo perfetto, che spiega, narrativamente, perché nessuno scrittore comporrà mai un romanzo più bello di quello che può scrivere soltanto nella propria immaginazione, lasciando i fogli in bianco. Poi perché recupera alcune pagine «perdute» assolutamente necessarie per la loro attualità. A esempio, “Galateo per conversazioni con scrittori” (uscito sullo Smythe County News e poi ripubblicato in Hello Towns! nel 1927), un ironico e dissacrante «manuale» per ben comportarsi nei salotti intellettuali (quanti consigli sono utilissimi ancora oggi!); e, ancora più interessante, il breve saggio “Appunti sul realismo”, estratto da “A Writer’s Conception of Realism”, uscito in poche copie nel 1939: un testo ancora molto utile per cercare di capire, in una scena letteraria in cui si distingue con rigore accademico e polemiche giornalistiche tra fiction e factual, la differenza tra vera letteratura e buon giornalismo: «Questa tendenza a confondere la vita dell’immaginazione con quella della realtà - scrive Anderson - è una trappola in cui cade la maggior parte dei nostri critici, e almeno una dozzina di volte all’anno. Ci cascano sempre: «È la vita, dicono. Un altro grande artista è stato scoperto. Nessuno sembra mai rendersi conto del fatto che l’arte è arte. Non è la vita». Tagliando così la testa, una volta per tutte, alla falsa domanda se il romanzo oggi dev’esser quello di «finzione» o quello «di realtà» e se sia meglio il romanzo-romanzo o il romanzo-reportage: «A questo punto - si domanda lo scrittore americano - non sarebbe meglio riconoscere che il realismo significa realtà della vita e sarà sempre una cattiva forma d’arte, per quanto possa ritenersi ottimo giornalismo?».

di Luigi Mascheroni
da ilgiornale.it, 12/08/2011


Le Musiche, scelte da Claudio Tesser

Bob Dylan, Copper Kettle (The Pale Moonlight) [A. F. Beddoe]
Van Morrison
Cyprus Avenue [Van Morrison]
Robert Plant & Alison Krauss
Stick With Me Baby [Mel Tillis]
Bob Dylan
Blue Moon [L. Hart/R. Rodgers]
Bob Dylan
Wigwam [Bob Dylan]
Van Morrison
Madame George [Van Morrison]
Bob Dylan
The Boxer [Paul Simon]
Robert Plant & Alison Krauss
Trampled Rose [Tom Waits/Kathleen Brennan]
Bob Dylan
Forever Young [Bob Dylan]


 
 

Copertina:
Un’immagine dal film “Squadra investigativa” di Arnold Laven (Down Three Dark Streets, 1954) dove sullo sfondo campeggia la celeberrima scritta HOLLYWOOD (Hollywood Sign) sul Monte Lee sopra Los Angeles.

 
 

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