Recensioni a cura di Mirco Salvadori

La visione della musica assoluta e gli occhiali dell’ortodossia

Siinai, Ghost and Tape, A Sphere Of Simple Green, Adamennon & Luciano Sanna

6 Ottobre 2017

“A Berlino Varèse faceva spesso visita a Busoni per discutere sulla musica del futuro e avere un giudizio critico sulla sua. Il pianista […] fu “così fruttuoso” per Varèse “quanto il sole, il fertilizzante e la pioggia lo sono per la terra”. Varèse si stupì però nel trovare “i gusti musicali del Maestro e la sua stessa produzione tanto ortodossi”. Era come se Busoni avvertisse il sole della “musica assoluta” senza riuscire a sopportarne la luce, sopportata invece benissimo dagli occhi d’aquila di Varèse”. (Evan Eisemberg – L’angelo con il fonografo – Instar Libri 1997)

Al che si evince che la natura del musicista o del sound artist è permeata di volontà assoluta, bisogno di andare oltre, scoprire, correre anche il rischio di farsi accecare da quella luce che altri bravi compositori prima di lui hanno visto ma non sostenuto a causa del loro sguardo velato dagli occhiali dell’ortodossia. Su queste pagine noi non raccontiamo storie di musica contemporanea intesa in senso accademico ma siamo sicuri che ciò che muoveva Varèse o Busoni, muove anche il più giovane dei sound artists alle prese con la sua prima uscita discografica o release digitale. Il nostro compito è quello di fermare il tempo per qualche attimo, giusto per fissare sulla carta il racconto del loro passaggio; domani sarà già il passato e i suoni già saranno altri suoni.

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PRIMA VISIONE

Siinai: Skli

Svart Records – Ottobre 2017

Questa è una danza psichedelica eseguita seguendo le linee tracciate lungo gli stipiti dei portali che conducono al cosmo, attraverso un’epica odissea sonora tra le più avvincenti mai ascoltate ultimamente. Nelle distese di vinile arse dal sole, soffia violento il vento solare, la fisica di scuola tedesca e la metafisica dei circuiti elettronici anni ‘70, si interfacciano con la strumentazione rock del periodo e danzano assieme in uno splendido lavoro che riporta indietro il tempo. Siamo nell’epoca d’oro degli albums concept, quelli seri. Siinai è una formazione finnica che usa senza pudore alcuno l’esperienza ancora vivida di formazioni come Neu o La Dusseldorf. All’attivo hanno una manciata di uscite discografiche di notevole corposità, questa la loro ultima esplosiva creazione. Un disco che sinceramente lascia attonito, al limite della commozione, il povero cronista. Skli significa ciclo e ciò che ascoltiamo durante tutta la durata di questo splendido lavoro è proprio la rappresentazione sonora di un ciclo, sia esso astrale, o semplicemente quotidiano. Vita alla fin fine, la traduzione in suono dell’infinita potenza della Vita. Costruzioni soniche che poggiano sull’iterazione del suono. Ipnotico e visionario urlo maledettamente e meravigliosamente retrò. Skli come mantra poetico per ricordarci la brevità del nostro passaggio, per ricordarci l’inizio e la fine del nostro CICLO.

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SECONDA VISIONE

Ghost And Tape: Vàr

Home Normal – Ottobre 2017

Esistesse la modalità di scrittura “sottovoce” sarebbe l’unica utilizzabile per iniziare a descrivere la serena tranquillità dei suoni che albergano in questa nuova produzione della Home Normal. Il significato del titolo è Primavera, scritto in un’antica lingua germanica diffusa un tempo  nel nord Europa. Un suono che vive e pulsa nutrendosi nella rinascita della natura e delle mille tonalità con la quale si accompagna. Ambient certo ma trasmutato in rugiada che bagna il passo, profumo di bosco, rumore di acqua, nebbia che dirada evaporando verso un cielo che tutto racchiude. Vàr è ciò a cui tutti noi tendiamo, qualcosa che difficilmente ormai fa parte del nostro andare quotidiano: l’armonia. Bisogna averne molta per riuscire ad esternarla mantenendo intatti i suoi preziosissimi colori. Sembra che Heine Christensen in arte Ghost and Tape sappia come raccoglierla, distribuendola con tutta la calma possibile, adagiando piano piano le decine di textures contenute nella composizione sopra un tappeto di impercettibili droni che  profumano di dolcezza, semplice delicata dolcezza. Vàr uscirà il 29 di ottobre ed è già in pre-order nella pagina Bandcamp della label di stanza a Tokyo. Ascoltatelo e abbiatene cura. DELICATESSEN.  

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TERZA VISONE

A Sphere Of Simple Green: With an oblique glance

AZOTH – Ottobre 2017

“Nell’antica musica cinese l’mprovvisazione si basava su testi scritti in cui era fissato un parametro – quello dell’altezza del suono – mentre gli altri erano lasciati liberi all’improvvisazione. L’esecuzione di tali improvvisazioni era sempre riservata a determinate caste, nell’interno delle quali quei metodi venivano trasmessi di generazione in generazione. Nè si deve scordare che tali improvvisazioni erano sempre atti di culto, e perciò si riferivano ad un essere superiore, a una divinità”. (Enzo Restagno – Nono – E.D.T. 1987)
Due sono le modalità d’ascolto...almeno due, quando ci si trova in presenza di lavori interamente dedicati all’improvvisazione, come questo firmato da Adriano Orrù (contrabbasso), Silvia Corda (piano) e Simon Balestrazzi (elettronica). O al pari dei musici cinesi si segue la via del credo, che nella nostra era ha trasformato gli antichi dei in dettami di contemporaneo comportamento dottrinale. In pratica si traduce quanto si ascolta secondo i parametri fissati. O ci si avvicina con circospezione cercando di penetrare il suono… i molti suoni all’apparenza confusi che contengono però un alfabeto di interpretazione non necessariamente cattedratica. Adriano Orrù è un compositore noto assai nel mondo dell’improvvisazione radicale, del jazz e della musica classica. Silvia Corda è una pianista compositrice attiva nel campo del suono contemporaneo e della multimedialità. Simon Balestrazzi ha un trascorso storico come co-fondatore dei T.A.C e founder dei Kino Glaz, il suo nome è legato anche alla storica formazione dei Kirlian Camera. Da sempre comunque si occupa di suono elettronico legato alla ricerca e alla sperimentazione. Tre storie che si ritrovano a distanza di sei anni dal loro primo lavoro come ASOSG ed iniziano a dialogare creando uno spazio virtuale di interpretazione nel quale potersi inserire con lo strumento dell’ascolto. Dopo il primo momento di smarrimento dovuto ad un’educazione musicale abituata a visualizzare da subito la materia sonora, si inizia a percepire il dialogo, si comprende che quella sorta di ‘confusione’ è solo apparente, l’intreccio e lo scambio continuo tra le parti crea un linguaggio solido, distinto; crea oltre il già creato. Una dislocazione percettiva che conduce alla comprensione di un mondo apparentemente impenetrabile. INDIE ADDICTED NOT ALLOWED.

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QUARTA VISIONE

Adamennon & Luciano Sanna: Iris

Souterraine.org – Luglio 2017


Ebbene si, esiste ancora qualche coraggioso disposto a perdere il sonno solo perché ha deciso di fondare una nuova etichetta discografica. Il coraggioso del caso è Marco Ferretti che ha deciso di inaugurare la Souterraine.org e di farlo con una release profondamente iconografica, legata a quel mondo cinematografico nel quale regnava il profondo colore rosso. A riproporre questo salto indietro nel tempo il duo formato da Luciano Lamanna, dj e produttore romano e Adamennon, personaggio con alle spalle una serie di sanguinolente releases dal 2006 fino ad oggi. Iris è operazione musicale che viaggia perfettamente, composta con estrema professionalità e giusto senso delle misure. Ci si chiede però il motivo di tali operazioni. Il suono ovviamente nulla ha di innovativo anche se, lo ripeto, è costruito alla perfezione. E’ anche vero che le giovani generazioni non hanno mai assaporato l’ansia musicale dei Goblin. Ecco quindi che la release diventa opera propedeutica, testo sul quale studiare “il suono di una volta” anche se forse si dovrebbe farlo con i tomi originali. Un vinile 12” dedicato ai nostalgici e agli amanti dell’oscurità che alberga nelle sale cinematografiche desinate alla programmazione horror, una sostanza che ancora stranamente alberga nel cuore di molti ascoltatori che faticano ad evolversi. ARRIVA IL BUIO.    

 
 

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