Speciale Nordest Boulevard alla Mostra del Cinema di Venezia

Carnage di Roman Polanski

secondo film in concorso

6 Settembre 2011

Pièce teatrale al cinema. Grande prova d’attori. Sceneggiatura che scarnifica la convivenza civile basata su ipocrisie politically correct. Un appartamento come spazio claustrofobico in cui pian piano le maschere bon ton dei quattro protagonisti cadono e l’aggressività animale presente in ogni essere umano prende il sopravvento, abbandonando i freni inibitori.

Tutto ciò è “Carnage” di Roman Polanski, tratto dallo spettacolo teatrale che a Broadway ha riscosso un clamoroso successo di Yasmina Reza “Il Dio della carneficina” e che trova perfetta trasposizione cinematografica nelle mani di Roman Polanski, presente alla 68° edizione della Mostra del Cinema di Venezia con un’opera che ha convinto pubblico e critica. In sala gli spettatori hanno riso e sorriso amaramente dall’inizio alla fine della proiezione. 

La trama si snoda in un incontro-scontro fra due coppie che metterà in luce tutte le bugie sociali con cui oramai si convive, legate a concetti cardine per una società civile, come la famiglia, l’educazione, il rispetto fra i generi. Scenario un signorile appartamento di New York, l’appartamento di una bibliotecaria scrittrice-Jodie Foster, e di un venditore di articoli casalinghi-John C.Reilly. Il loro figlio Ethan, ha perso due incisivi dopo aver ricevuto una bastonata da Zachary, figlio di un avvocato-Christoph Waltz e di un’intermediatrice finanziaria-Kate Winslet e per risolvere la situazione, parlarne, si ritrovano in un faccia a faccia le coppie di genitori. Un faccia a faccia in partenza civile poi una vera e propria resa dei conti.

Una scena del film, quella della Winslet che vomita in soggiorno, è già un cult. Gli attori in grande spolvero da Kate appunto – presente a Venezia anche in “Contagion” di Soderbergh-  al cinico Waltz, sempre attaccato al cellulare, alla Foster, ci mancava una performance di tal fatta, estrema sostenitrice del Terzo mondo, a Reilly e alle sue conversazioni al telefono con la madre davvero esilaranti.

Se la cultura occidentale in questo momento mostra tutti i limiti del sistema capitalistico nell’economia mondiale, all’interno dei propri nuclei familiari in “Carnage” ci riporta alle ipocrisie su cui si fonda nei legami sociali. Critica alla borghesia molto borghese.

Silvia Gorgi

 
 

www.labiennale.org

 
 

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