Escono per Rocketman Records gli emiliani Zeffjack con il loro primo album strumentale

9 Maggio 2018

Zeffjack
"Friendless"
Rocketman Records

Dopo due EP autoprodotti, “La cura del freddo” del 2008 e “La stagione delle piogge” del 2011 dove cantavano in italiano, gli emiliani Zeffjack sono tornati con il primo album sulla lunga distanza “Friendless” e si presentano strumentali.
Hanno messo da parte le parole per mettere il loro flusso emotivo/compositivo nel suono.
“California Butterfly” con il basso in primo piano porta a planare in una giornata ideale ma non è mail tutto liscio e così interviene la batteria a fare da sveglia per quella che è la realtà e va guardata in faccia. Fra alla chitarra, Mic al basso e Andre alla batteria hanno trovato comunque per questo disco l’equilibrio compositivo giusto per far venire fuori la verve delle loro canzoni.
“Arnold Press” inizia con delle note corte della melodia della chitarra batteria che sembrano voler arretrare, ma poi si allarga l’estensione e si procede mostrando il proprio sapore che sa essere dolce e malinconico ma anche forte e deciso.
“Poretti Party” ha un incedere incisivo e che tende a diffondersi sulle note come pioggia che tocca tutti gli angoli. Questa canzone tra l’altro è anche un video diretto da loro stessi e Cantine Dissociate, dove un batterista con la testa di maiale cerca di portare la musica dove non c’è nulla, ma cercando di ribaltare l’atmosfera con le sferzate della batteria e la sua caparbietà.
“Deep Impact”, in un saliscendi di scale di note che s’intrecciano, premono sulla ridondanza e poi si dividono le strade degli strumenti e tornano subito insieme in una forza unica che fa trasparire il loro affiatamento ben compatto.
Un disco da ascoltare tutto d’un fiato.

Francesca Ognibene

 
 
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