Templezone - Plastic Love

suggestioni ispirate dalle immagini e dai suoni dell'omonimo video

5 Giugno 2018

I capelli aurei mossi dal vento adornano il suo volto teso. Un viso irrequieto di donna adulta, ma dominato dalla tristezza sparuta di un cucciolo. Accovacciata nella roccia scura sembra voler nascondere la sua timidezza e nonostante l'innata bellezza non si esibisce ma invece se ne sta lì ferma in disparte. Chissà come è profonda, come deve essere colma di pensieri veri e struggenti la sua anima. Non ride mai, anzi sembra avere un'espressione sofferente, sempre curva su se stessa come tesa nell'atto di scomparire. Di fianco a lei compare una maschera nera per la quale sembra provare un lieve incanto, il residuo blando della malinconia e dello stupore della vita. Altre maschere la circondano, sembrano facce di zombie uscite da un cimitero di macchine, dall'aspetto inquieto ma felicemente prive di ogni sembianza e sentimento umano. Si avvicina a loro accarezzandole mentre le occhiaie si incupiscono e si affossano, le labbra screpolate si tingono di nero come le unghie e i  vestiti. Ora si distende, si scuote, si alza, si dimena e noti che sta succedendo qualcosa. Il suono oscuramente poetico l'accompagna nell'indecifrabile. Come negli enigmi più difficili tutto è pieno di indizi che sembrano non portare da nessuna parte, ma forse la portano nel post-umano, nell'inconscia empatia con l'artificiale e verso la vertigine sconosciuta di un amore di plastica.

 
 

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