Torna il siciliano Fernando Alba con il secondo disco "Nello stesso acido"

8 Luglio 2018

Fernando Alba
"Nello stesso acido"
Maqueta Records

Fernando Alba, siciliano di nascita e romano d’adozione, con “Nello stesso acido” uscito quest’anno per Maqueta séguito dell’esordio “La chitarra nuova” uscito nel 2014.
Un disco di canzoni che raccontano momenti intimi e suggellano ideali antirazzisti con oltre cento musicisti orchestrali che girano attorno a canzoni schiette e senza ammiccamenti.
La title track inizia con una nota solitaria del pianoforte, la voce che si auto-racconta come si sente e cosa prova per lei, analizzando le sensazioni e quanto soffre quando lei è enigmatica così l’idea è di suggerire a lei di lasciarsi andare perché basta questo per vivere bene una storia d’amore oppure farla finire senza troppe notti insonni e ossessioni. ‘Sciolti nello stesso acido’, parafrasandolo, diventa la frase che viene in mente nel momento di estrema solitudine perché sarebbe come avere finalmente lei ma per questo morire.
Fernando Alba è apprezzato anche come compositore di colonne sonore, soprattutto per quest’ultimo anno e questo traspare dalle sue canzoni nuove, molte descrittive come in “Terreno inerte” dove le immagini raccontate dal cantante si materializzano e il pianoforte con gli strumenti a fiato e violini aumentando d’intensità rappresentano l’importanza del tempo e delle giornate positive per dimenticare le animosità del passato.
“Italia” una canzone che abbatte i confini come sogno ideale con ‘presentazioni’ di vari personaggi che fanno arrivare alla constatazione che viviamo nello stesso mondo, giusto per ricordarlo a chi ancora non l’ha capito.
Una batteria con il battito del cuore accelerato e la voce rarefatta in un tuffo di suoni che s’incontrano. Il bisogno di sognare fa immaginare di vivere in proprio mondo ideale qualche volta e in quel mondo far diventare possibili tutte le proprie priorità emotive e costruttive per alla fine sentirsi sinceri.
Piccoli angoli veri sulla vita che vengono fuori chiari e limpidi.

Francesca Ognibene

 
 
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