Dropkick Murphys, The Interrupters e The Creepshow a #sherwood19 - Live Report

di Simon e Matteo

21 Giugno 2019

Report della serata

Gli anni '80 del secolo scorso si sono resi protagonisti di un elevatissimo numero di sperimentazioni artistiche che hanno fondato tra loro vari generi musicali per dar vita a nuove correnti ibride.

La potente e rapida esplosione del punk ha fatto sì che questo genere, scomodo e antisociale, si sposasse con facilità a sonorità differenti. Forse fu merito del fato, o forse di qualche mente particolarmente acuta, sta di fatto che l'esperimento di fondere il crudo punk con generi più datati come lo Ska o l'Irish Folk ha avuto una eco vincente e di successo in tutto il mondo.   

È proprio a questo matrimonio di generi musicali nato così tanto tempo fa che lo Sherwood Festival, in data 19 giugno, ha voluto dedicare la serata. Risultato? Una notte che non ci si dimenticherà facilmente.

I cancelli del Festival sono ancora chiusi e fuori c'è già una lunga fila. Segnale che non ci si sta avviando verso una nottata ordinaria. Sherwood in breve tempo si riempie di quella gente cosiddetta scomoda, che non piace alla nostra borghesia e alle nostre autorità. Gente che a qualcuno potrebbe infastidire o addirittura fare paura. Insomma, la gente giusta per La Notte del Punk!

Ad aprire la festa, direttamente dal lontano Ontario, i Creepshow! La band canadese ha portato un letale punk-rock affinato dalla voce pulita e sensuale di Kenda Legaspi.

C'è un tramonto suggestivo che sovrasta la foresta di Sherwood in questa serata speciale, e ad accompagnare il sole che scivola al di lá delle dune (cit) sono i fratelli Bivona con la frontwoman Aimee Allen, ovvero gli Interrupters. Questa volta il punk espresso dai ragazzi californiani è condito da quelle tipiche note ska che, inevitabilmente, prima o poi, fanno saltare. Canzoni come She's Kerosene e Take Back the Power hanno raggiunto un grande successo nel mondo, e un palco come quello dello Sherwood ha senza dubbio aiutato a consacrare la band anche in Italia.

La notte ci ha ormai raggiunto, la piazza da cui si affaccia il main stage è totalmente piena. L'attesa è quasi terminata ed i quadrifogli nascosti tra i fili d'erba iniziano a sentirsi a casa. “The Boys are Back, and they're looking for troubles!” Fate attenzione brava gente, perché i ragazzi sono tornati e stanno cercando guai. È proprio così che scelgono di presentarsi i Dropkick Murphys al loro pubblico! Senza volersi sbilanciare eccessivamente, ogni anno il festival si riserva le serate in cui sceglie di alzare significativamente l'asticella musicale. Quest'anno una di queste serate l'abbiamo vissuta grazie ai ragazzi di Boston, che con la loro musica adrenalinica, esplosiva e tinta d'Irlanda ci hanno fatto divertire, mettendo a dura prova le gambe e le corde vocali dei fan (chiedere ai conduttori di Radio Sherwood durante la diretta post live).

E allora Let's Go Murphys! Ken Casey ha scelto di abbandonare il basso per seguire Al Barr (con l'immancabile coppola in perfetto stile Peaky Blinders) nel compito di dare voce alla serata. Il resto della band ha regalato una colonna sonora verde. Non verde per l'accezione politica che negli ultimi anni si suole dare in Italia. Ma verde come la speranza di una classe lavoratrice che ancora non ha chinato il capo al proprio capo; come i prati di un'Irlanda mai doma dopo secoli d'oppressione che evocata dal sound celtico del gruppo.

In una performance di livello così alto è arduo trovare momenti di spicco emotivo, ma probabilmente il Rose Tattoo time si è meritato questa menzione. Non sono ovviamente mancati poi gli intramontabili successi della band come I'm Shipping Out to Boston, State of Massachussets o Johnny I Hardly Knew Ya. Interessante anche la dedica ai neo campioni d'Europa del Liverpool, generata dalla cover punkeggiante dell'iconico You'll Never Walk Alone. Come ormai da rito, il concerto si è concluso con l'invito a salire sul palco alle coraggiose fan che hanno seguito dalle prime file, le quali hanno invaso in pochi secondi il main stage. Tipica conclusione con Until the Next Time, scoppio di coriandoli bianchi e verdi e la festa è servita!

Ancora una volta, a un anno e mezzo dal concerto al Gran Teatro Geox, i Dropkick Murphys hanno conquistato Padova con la loro musica e la loro energia.

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La forza del punk

Della serata appena raccontata quello che rimane come contenuto, trasportato dalle note e dalle urla delle persone nel vento di giugno, è stato la forza che un genere con 40 anni alle spalle ancora dietro si porta dietro, e non accenna a fermarsi. Il Punk in tutte le sue varianti stilistiche è ancora momento di catarsi collettiva, tramite un’energia che va ben oltre le pose e la simbologia del genere. Sotto il palco c’era gente di ogni estrazione: dal punk con la cresta blue, al rocker Harley style, persone appena uscite da lavoro con la polo, giovani e giovanissimi in costumi da spiaggia pronti per affrontare il caldo e il sudore del pogo, per finire con persone di età più adulta sotto il main stage non per ricordare i tempi andati bensì vivere appieno il presente, sintomo di come il punk e questo sound siano un linguaggio musicale e sociale capace di adattarsi allo procedere degli eventi.

Probabilmente l’essenzialità di cui si è sempre fatto testimone, promotore, con irriverenza e potenza, sta alla base della voglia di vivere, di esserci e di affrontare con carattere, coraggio, semplicità e spensieratezza ogni giorno, dall’esame più complicato al capo in vena di mobbing. Dagli imprevisti alle novità positive. Spesso questo sound viene narrato solamente nella sua “violenza” e nel nichilismo, quando invece è uno sguardo reale, concreto, consapevole oltre la media della massa dei pro e contro delle strade personali intraprese.

Il farti sentire dentro una comunità aumenta, amplifica esponenzialmente tale condizione, come pochi altri generi musicali, e diventa uno dei motivi per cui la serata del 19 giugno si è connessa davvero bene col mood generale dello Sherwood festival: condivisione, libertà, energia positiva. Torna il concetto di comunità di sera dopo sera, a dire il vero, ma con la tripletta di Dropkick Murphys, The Interrupters e The Creepshow forse ci si è potuti focalizzare sulla formula attraverso cui ogni persona può entrare in contatto al meglio col proprio vicino di concerto.


Questo il link per ascoltare il podcast della serata

 
 
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