Rendere visibile l'essenziale

Venice Climate Camp - 07/09/2019 - Lido di Venezia

9 Settembre 2019

Sabato ho vissuto una giornata piuttosto eccitante.
Attenzione però, per il sottoscritto “ piuttosto eccitante” può voler dire “ molto, ma molto eccitante”. Non sono uno che trasuda entusiasmo perché ho un metabolismo lento e anche gli stimoli più esaltanti prima di produrre i loro effetti devono passare attraverso i miei sensi, i miei neuroni, ed essere filtrati dal mio esigente spirito critico. E poi l'entusiasmo esige la condivisione, devi esternarlo e agli interlocutori che quotidianamente mi trovo davanti, nove volte su dieci, non gli frega niente, anzi gli girano le palle. Per questo motivo l'eccitazione la lascio sedimentare lentamente dentro di me e la rilascio un poco alla volta nelle attività quotidiane, senza farla trasparire.
Questo per dirvi che ho partecipato alle iniziative che hanno colorato la giornata del campeggio climatico del lido di Venezia del 7 settembre, ovvero prima l'occupazione del red carpet e poi il corteo pomeridiano.

Da “vecchio attivista” mi sono lasciato contaminare dai giovani e veloci metabolismi dei partecipanti che trasudavano entusiasmo da ogni poro, eccitazione che solo ora comincia pian piano a sedimentare in me.
In questi giorni di mostra del cinema il Lido di Venezia è stato sommerso da immagini e da immaginari che, in un'epoca di sovra stimolazione, possono far perdere di vista l'essenziale, cioè la fonte, spesso inconscia, delle ansie e delle paure più profonde che sempre più spesso vengono indagate dalle arti contemporanee (anche dal cinema), ovvero la sopravvivenza della nostra specie in questo pianeta.
“Rendere visibile l'invisibile” è il compito delle arti e del cinema in particolare. E potremmo dire che questo è in generale anche il compito dei comitati, delle associazioni di cittadini che difendono i beni comuni: la propria terra, l’acqua, l’aria … perché purtroppo questo tema è totalmente assente nel campo dell’ignorante politica del nostro tempo. I nostri rappresentanti, quelli che votiamo, dovrebbero avere a cuore il bene comune, invece tendono a seguire l’interesse di pochi, quasi come una fede. Dogmatica è infatti una politica incapace di vedere il male invisibile, perché il dogma (per esempio quello della crescita economica) l'acceca, rendendo loro impossibile vedere l’essenziale. La particolarità di questo “essenziale” è proprio quella di essere vicinissimo eppure impercettibile, o meglio percepibile ma in modo indiretto, vicario, sotto forma di fenomeni strani e non consueti.

“Immaginate un pentolone pieno d’acqua fredda nel quale nuota tranquillamente una rana. Il fuoco è acceso sotto la pentola, l’acqua si riscalda pian piano. Presto diventa tiepida. La rana la trova piuttosto gradevole e continua a nuotare. La temperatura sale. Adesso l’acqua è calda. Un po’ più di quanto la rana non apprezzi. Si stanca un po’, tuttavia non si spaventa. L’acqua adesso è davvero troppo calda. La rana la trova molto sgradevole, ma si è indebolita, non ha la forza di reagire. Allora sopporta e non fa nulla. Intanto la temperatura sale ancora, fino al momento in cui la rana finisce -semplicemente – morta bollita.” - Olivier Clerc

Del riscaldamento globale si può ben dire: “lontano dagli occhi, lontano dal cuore”, salvo poi a un certo punto accorgersi, alla prima perturbazione, che ci è già addosso, oppure dire “è una cosa di cui pagheranno fortemente le conseguenze le generazioni che verranno dopo di noi”, per poi ricordarci che dopo di noi ci sono i nostri figli.

“Quando ascolto la musica dei My Bloody Valentine non entro in contatto con un suono: sono assalito al mio interno da una pulsazione che incidentalmente è anche un suono, una forza fisica che quasi mi solleva dal pavimento” - Timothy Morton da Iperoggetti

Col termine “iperoggetti” il filosofo inglese Timothy Morton descrive entità di una tale dimensione spaziale e temporale da incrinare la nostra stessa idea di cosa un oggetto sia. In altre parole troppo grande perché possa essere visto o percepito in maniera diretta e così cerca di farci imparare a vedere oltre il nostro concetto di visibile, ascoltare oltre ciò che reputiamo ascoltabile, di sentire anche ciò che non è direttamente palpabile. Solo così potremmo cogliere quello che oggi è determinante, imprescindibile, essenziale.

Quell'essenziale che è stato portato in primo piano dai ragazzi del Venice Climate Camp  durante questa mostra del cinema. Ecco perché tutti (Biennale compresa) dovremmo  imparare da questi giovani a vederlo, ascoltarlo e sentirlo per esigere finalmente un radicale cambiamento di rotta. Siamo ancora in tempo, forse!

 
 

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