Segre, il migrante diventa persona

A colloquio con il regista padovano autore del film "Io sono lì"

28 Settembre 2011

(da Terra! 27 settembre 2011 – di Maria Fiano)

Sala gremita in Vicolo Pontecorvo a Padova per il primo appuntamento della Foresta di Sherwood organizzato dal Progetto Melting Pot Europa e dall'Associazione Razzismo Stop.  Andrea Segre, documentarista padovano, assieme alla attrice Wang Yuan, parla del suo film  “Io sono Li” presentato alla 68° Mostra del Cinema di Venezia e attualmente nelle sale cinematografiche.
Dopo una serie di documentari importanti che raccontano le migrazioni verso l’Europa e le contraddizioni dei nostri territori il film di Segre, ambientato tra Roma e Chioggia, è la storia di Shun Li, giovane immigrata cinese che lavora come barista in un'osteria in attesa di ottenere i documenti e riuscire a far venire in Italia suo figlio di otto anni.

Esplori in questo film i retroscena della immigrazione cinese nei nostri territori, di cui sappiamo pochissimo. Quanto c'è di documentario in questo tuo ultimo lavoro?
Ho incontrato la “vera” Shun Li cinque anni fa, a Chioggia, quando ha iniziato a gestire una vecchia Osteria di pescatori. Era una novità: una donna cinese dietro il bancone di una osteria. Da questo pezzo di realtà, la voglia di raccontare una favola più ampia. Mi sono documentato sulla cultura cinese e sulla immigrazione dalla Cina all'Italia. Molte informazioni le ho acquisite dal quartiere in cui vivo, a Roma, Tor Pignattara, dove è ambientata la prima parte del film, quartiere dove vivono molti immigrati ed in particolare immigrati cinesi. Farsi catturare da pezzi di realtà che poi diventano poesia, credo sia la lezione imparata dall'esperienza del documentario.

Tra i protagonisti del film anche la laguna di Chioggia, restituita brillantemente e molto realisticamente dal direttore della fotografia Luca Bigazzi:  pescatori, osterie, ma anche le lance veloci dei vongolari, i trasferimenti verso Mestre..
Ho cercato di raccontare e mettere a confronto l'identità in crisi del migrante e il tessuto sociale che il migrante accoglie.  Credo che la fase storica che stiamo vivendo metta in discussione l'identità. In un territorio complesso come la laguna e il suo entroterra questa trasformazione è abbastanza tangibile: Chioggia ha una forte identità legata alla pesca ma è una realtà che sta radicalmente cambiando, ad esempio, nel film, il rapporto tra i pescatori e i vongolari, quello tra le vecchie e nuove generazioni. Bepi, in questo senso, incarna il vecchio pescatore che vede finire e scomparire il mondo in cui era abituato a vivere. In questa crisi di identità incontra una altra identità che è in crisi, per antonomasia, quella della giovane migrante.

Cinema e immigrazione: qual'è il ruolo, la funzione del documentario e del film nell'affrontare i temi dell'immigrazione?
Il tema dell'immigrazione è uno dei temi politici che di più soffre il peso di una comunicazione non competente.  Chi parla di questo tema è spesso una persona che non ne ha una reale conoscenza. Sia il politico che il cittadino non legano, cioè, questo parlare ad una esperienza quotidiana e reale dell'immigrazione ma ad un insieme di parole d'ordine, create ad hoc, che rendono difficile se non impossibile affrontare con intelligenza la questione. In questo contesto il racconto cinematografico ha il compito di ridare parola a chi ne ha principalmente diritto affrontando in modo adeguato le questioni legate all'immigrazione. Inoltre il film riesce a sottrarre l'immigrato dal peso dello stereotipo che lo accompagna sempre: uno straniero che arriva in Europa viene catalogato come “immigrato” e diventa subito categoria politica. Il cinema, che è storia di persone, restituisce al migrante la sua dignità di persona e permette che lo spettatore si confronti e dialoghi con il protagonista.

 
 

Links utili:
www.iosonoli.com

Io sono Li su FB
www.meltingpot.org

 
 

    video

  • Promo trailer "Io sono Li" di Andrea Segre
  • Andrea Segre presenta "Io sono Li" @ Foresta di Sherwood (PD)
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