Afterhours live report

Estragon, Bologna - 16 settembre 2011

29 Settembre 2011

Fa proprio caldo all’Estragon. C’è così tanta gente che non ci sta più nessuno, e sono in diversi quelli che sono rimasti fuori. Peccato per loro, perché si sono persi un gran concerto.

Due ore tiratissime, in cui si è attraversata la carriera degli Afterhours , dagli inizi fino ai giorni nostri.

E’ infatti con “La verità che ricordavo” che comincia la show. “God is sound” è scritto sulla t-shirt dell’unico Agnelli che in questo Paese dovrebbe contare qualcosa. Ma si sa, spesso le cose non vanno come si vorrebbe…

Tutta la band è in grande spolvero, e si vede che c’è voglia di fare un gran concerto.  Mi è capitato di leggere di serate meno fortunate, ma sinceramente, o mi è andata sempre bene, o mi sa che è dura coglierli in fallo. Sono davvero una macchina perfetta, c’è poco da fare.

“Estate”, “Dea”, “La vedova Bianca”, “E’ solo febbre”, “Il sangue di Giuda” sono tra i pezzi che nella prima parte si fanno maggiormente notare. Mi chiedo sempre, in questi casi, se c’è qualcuno che magari non li conosce, e mi piace vedere come reagisce a certi testi, a certi brani. E mi immagino che sia una serata per soli fan. E invece sento una ragazza commentare, alle mie spalle, ”..certo che non scherza, l’amico. Avevate ragione, può fare male..” rivolgendosi a suoi amici.

E questo dovrebbe rassicurare i nostri, perché…”l'amore rende soli, ma è ben più doloroso se per nemici e amici non sei più pericoloso..”, ma non mi sembra il caso degli Afterhours.

Rodrigo d’Erasmo è davvero ormai un componente a cui non si può rinunciare, così come Xabier Iriondo che è davvero scatenato, anche con i brani più recenti.

La parte del leone, in questa prima parte, la fanno “Bungee Jumping”, una versione memorabile, e “Bye Bye Bombay”, che chiude la prima parte. 

Suonano due ore e più, e l’atmosfera è caldissima. Scappa un “vaffa..” a Manuel  a un certo punto, perché spazientito, e non era il solo effettivamente, da una ragazza che non ha fatto che urlare per tutta la serata il titolo della canzone (“Strategie”) che avrebbe voluto sentire. Era visibilmente ubriaca, non c’è che dire, e tutti attorno a lei hanno avuto pazienza. Ma quando è troppo…

“Bianca” come sempre raccoglie entusiasmo, ma anche “Dea”, “Pelle” e “Male di miele”.

Tra un brano e l’altro Manuel Agnelli trova il tempo di sedersi al piano e suonare Chopin. Non male come divertissement

Colpisce, poi, la versione per metà acustica e per metà con la band de “Il Paese è reale”. E gran finale con “Voglio una pelle splendida”.

Io sono poco imparziale quando parlo degli Afterhours, me ne rendo conto, ma come si fa a non elogiare una band così? Due ore tiratissime. Una carrellata di brani che comprende l’intera loro discografia. Una resa live strepitosa, convincente e coinvolgente. Cosa si può volere di più da un live?

TRACKLIST

La Verità Che Ricordavo

L'Estate

Germi

La Vedova Bianca

La Sottile Linea Bianca

E' Solo Febbre

Ballata Per La Mia Piccola Iena

Bungee Jumping

Milano Circonvallazione Esterna

Pochi istanti Nella Lavatrice

Milano 1991

Siete Proprio Dei Pulcini

Il Sangue Di Giuda

Pelle

Bye Bye Bombay

Chopin (Manuel on Keyboards)

Non Si Esce Vivi Dagli Anni '80 

Male Di Miele 

Dea 

Quello Che Non C'è

Bianca (Acoustic)

Il Paese E' Reale (Half acoustic, half with the band)

Ci Sono Molti Modi

Voglio Una Pelle Splendida

 
 

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