Sanremo 2020 - Day 4

Sanremo visto da Sherwood

8 Febbraio 2020

Ed eccoci qua a commentare anche la quarta puntata del Festival di Sanremo!

Un appuntamento che si apre sulla scia di numerose polemiche: dall’ormai celebre passo indietro della co-conduttrice proprio di questa serata, Francesca Sofia Novello - nel merito della quale non entrerò, ritenendo piuttosto discriminatorio anche continuare ad associarla all’epiteto «fidanzata di Valentino Rossi» – fino alla scaramuccia Fiorello-Ferro, nata sull’onda dell’hashtag #Fiorellostattezitto. Ma proprio mentre mi appresto a cercare un’idea su come organizzare questa recensione, l’App di Repubblica mi comunica che è già finita a tarallucci e vino: «Pace fatta tra Fiorello-ferro», siglata da un abbraccio durante le prove.

A questo punto però, giusto per non distogliermi dal tema iniziale, nonché filo conduttore della kermesse sanremese in ogni sua edizione (e, spoiler, anche stasera ne vedremo delle belle!), ovvero la polemica, sento di poterne avanzare una mia personalissima. Ci tengo ad esprimerla subito in quanto contribuirà a condizionare, temo ahimè non positivamente, la riuscita di questa mia (tra l’altro sottolineerei a ulteriore giustificazione) primissima recensione in assoluto.
Polemica, legata all’eccessiva lunghezza delle serate precedenti (e presumibilmente anche di questa) che sfianca persino chi come me ha sempre seguito Sanremo: in quanto appassionata di eventi musicali, a mio parere, non si può esimersi dal seguirlo, in maniera più o meno critica. Ma, la fine della trasmissione all’una passata, se non alle due, mal si concilia con la sveglia alle 7 di chi, come me, svolge un normalissimo lavoro d’ufficio.

Ma bando alle ciance…sigla di rito della Mondovisione, si inizia!

Amadeus apre svelando la classifica dei Big al netto delle prime tre serate, qualche sorpresa al ribasso (Rancore 20° e Achille Lauro 18°) e altre vette inaspettate (Pinguini Tattici Nucleari 5° e Piero Pelù 3°).

Il palco dell’Ariston viene però lasciato prima ai giovani, tra i quali stasera si respirano l’aria e l’ansia da finale.

Tecla, 16 anni ma buona maturità interpretativa #UomoNonVuolDireEssereUmano. Marco Sentieri, rap cantato sul tema del bullismo, in linea con la Giornata Mondiale del Bullismo che ricorre, #SchiaffidAmore. Leo Gassmann, dopo la parentesi a X-Factor approda a Sanremo, #asimbonanga. Non riesce a lasciare il segno, ma, spoiler, vince! Fasma, #autotune e luci scenografiche la fanno da padroni, la canzone meno.

Giudizio non concorde che vede distribuirsi gli altri premi: quello della Sala Stampa va a Tecla mentre quello della Critica, che mi vede pienamente d’accordo, agli Eugenio in Via Di Gioia.

Ore 22:01: meglio tardi che mai, dopo il consueto intervento di Fiorello, inizia la Gara dei Big, con Paolo Jannacci, #daquestocieloingiù. Ma sembrava troppo bello: ecco apparire Tiziano Ferro con un triplete di suoi grandi successi e bacio a stampo con Fiorello a sugellare la pace fatta, #bacismo.

E per non farci mancare altri intramezzi, vediamo entrare in scena Antonella Clerici, una delle presenze femminili della serata, #piumeesobrietà, che da ex conduttrice della kermesse ironizza sulle polemiche e le criticità di questo Festival.

Altro super ospite: mica pensavate che fosse il Festival della Canzone Italiana e che ponesse al centro una gara tra cantanti italiani! Dua Lipa, la più giovane artista ad aver raggiunto il miliardo di views, convince e sposta l’asticella in alto, non vorrei essere nelle prossime cantanti femminili in gara.

Gara, che riprende finalmente: si avvicendano uno dopo l’altro Rancore, senza dubbio uno dei migliori #spara; Giordana Angi, che porta una canzone dedicata alla madre, come poco dopo farà Tiziano Ferro con una sua versione di Portami a ballare; Francesco Gabbani che rispetta il suo genere, seppur commerciale, smielato e per nulla in stile Sherwood, ma personalmente non mi dispiace #viceversa. È il turno di Rafael Gualazzi, un momento di show tra ballerini, mini orchestra aggiuntiva e costumi #carioca. L’età media rimane piuttosto bassa: seguono i Pinguini Tattici Nucleari, che ricordano tanto, troppo, lo Stato Sociale, scena degli occhiali compresa e Anastasio, che ad un anno dalla vittoria di X-Factor non si smentisce, #rabbiaepanico.

Ma arriviamo ad uno dei momenti più attesi: scende dalla scalinata per arrivare sul palco dell’Ariston Francesca Sofia Novello, e no, Valentino Rossi a differenza di Ronaldo non si palesa. Viene accolta da un Amadeus con tanto di spray degno di una punizione di calcio a segnare il tentativo di chiudere la suddetta polemica.

Prosegue - incredibile ma vero - la gara: è la volta di due ex Amici, Elodie che porta sul palco il suo consueto carico di modernità e figaggine #chejevoidì, e Riki, canzone nel suo stile super commerciale, #losappiamoentrambi che funzionerà.

È la volta di Fiorello che, dopo uno sketch sulla vecchiaia, presenta Tony Renis (una coincidenza?) e si esibisce in uno dei suoi più grandi successi: Quando, quando, quando. Dopo un dovuto e sentito omaggio a Vincenzo Mollica, è il turno di Ghali che, dopo un ingresso ad impatto, si esibisce con Cara Italia, Wily Wily, Boogie Man e il bell’inedito Good Time (che già troviamo in uno spot trasmesso a distanza di neanche un minuto), cercando, invano, di coinvolgere e risvegliare un pubblico troppo ingessato.

A mezzanotte e venti la gara riprende: è la volta di Diodato che con la sua delicatezza fa #rumore, seguito da Irene Grandi che per il suo ritorno sulle scene porta un pezzo in cui l’impronta di Vasco e Curreri non passa inosservata.
Ma parliamo di cose serie: per la sua terza esibizione Achille Lauro stupisce ancora, questa volta nei panni della Marchesa Luisa Casati Stampa. D’altronde Sanremo è sempre stato anche outfit e look da commentare: una volta il fulcro erano le vallette, in questa edizione è Achille Lauro, #adognunoilsuo. Con l’esibizione di Piero Pelù, #nonnorock, e il suo messaggio contro la violenza sulle donne si chiude questo blocco di artisti: il palco viene lasciato all’ultimo ospite della serata, Gianna Nannina, che si esibisce con Coez in Motivi, per poi terminare con Sei nell’anima.

Ormai è l’una passata e devono ancora esibirsi ben 11 artisti: gli occhi si chiudono ma domani è weekend, non si lavora, posso e devo resistere!

La gara riprende, speriamo senza interruzioni con Tosca, forse la più rappresentativa della canzone sanremese, non a caso vincitrice della scorsa serata cover, che ringrazia per questo premio l’orchestra. Seguono Michele Zarrillo, e Junior Cally, decisamente meno di rottura e provocatorio di quanto ci si aspettasse #vabbègrazie. È il turno de Le Vibrazioni, sicuramente tra i favoriti, «la gioia dov’è» ed è subito empatia. #Largoaigiovani, tocca al vincitore dell’ultima edizione di Amici, Alberto Urso, che con l’ingenuità dell’età tenta di coinvolgere il pubblico sonnecchiante (come dar loro torto effettivamente), e a Levante, che se la scrive, se la canta e ci piace, #tikibombom.

Ma arriviamo a Morgan e Bugo. Quando tutto sembra volgere al termine, il coup de théatre: a pochi secondi dall’inizio dell’esibizione, mentre Morgan vistosamente legge da un foglio un testo diverso - inserendo un’invettiva contro arroganza e brutte figure («di chi?» ci si chiede sul momento) - Bugo abbandona il palco, lasciando la platea tutta, la Clerici e Amadeus sconcertati. Il mistero è svelato: «la brutta figura di ieri sera», «la tua ingratitudine e la tua arroganza», finanche il «ringrazia il cielo sei su questo palco, rispetta chi ti ci ha portato dentro» hanno come destinatario proprio Bugo che - come dargli torto – si porta via il foglietto del collega e abbandona il palco per non farci più ritorno, su un surreale «dove è andato Bugo» di Morgan.

Tutto calcolato tra i due o colpo di testa di Bugo? Ai posteri l’ardua sentenza.

Il «niente, non succede proprio niente» con cui principia il brano di Rita Pavone sembra la chiosa perfetta al tragicomico momento appena vissuto. La gara si chiude con le ultime esibizioni: è il turno di Enrico Nigiotti, la cui canzone al secondo ascolto sembra meno trasparente; penultima Elettra Lamborghini (e i suoi tentativi di bon ton vanificati da una scollatura ribelle), #cimancanoitwerk; e infine Marco Masini, #unpotiodiounpotiamo.

«La gara finisce qui», sancisce Amadeus, Morgan e Bugo sono squalificati.

Svelata la Classifica della serata a cura della Sala Stampa: negli ultimi posti troviamo i giovani, soprattutto i figli dei talent, ad eccezione di Anastasio ed Elodie; ma è il podio a sorprendere: primo Diodato, secondo Gabbani, e terzi i Pinguini Tattici Nucleari.

Con la polemica, fil rouge del Festival di Sanremo, si è aperta questa mia recensione e con la polemica tra Morgan e Bugo - neanche a farlo apposta - si conclude: cosa aspettarci da questa finale? Rimaniamo in trepidante attesa di nuovi gossipabili colpi di scena e chissà, magari di un vincitore outsider a sorpresa, #staytuned.

Foto: Gian Mattia d'Alberto, LaPresse 07/02/2020

 
 
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