Intervista a Amadou & Mariam

Internazionale a Ferrara, 1 ottobre 2011

3 Ottobre 2011

L’errore in cui si cade spesso quando si pensa alla musica che viene dall’Africa, è quello di pensare alla più oscura di tutte le “etichette” ossia la parola World Music.
La world music è un genere musicale di contaminazione fra elementi di popular music e musica tradizionale (folk e etnica)” questa è la definizione di wikipedia, e,come spesso accade alle definizioni, porta più ombre che luci su un argomento molto complesso che ha più a che fare con la colonizzazione musicale che con la musica in sé.

La realtà è che l’Africa è un continente molto vasto in cui persone appartenenti allo stesso “Stato” spesso non parlano la stessa lingua, dunque è quanto mai presuntuoso approcciarsi alla musica africana pensando a un unico grande universo musicale “denso di ritmo” che si presenta a noi occidentali sotto forma di uomini e donne di colore, vestiti in maniera più o meno variopinta con strumenti alle volte inusuali e una buona dose di “tamburi”.

Questa è una premessa, probabilmente scontata, che apre la discussione a mille approfondimenti che non abbiamo lo spazio e, forse, le competenze per fare, e, visto che, come diceva Frank Zappa, “parlare di musica è come danzare di architettura” cerchiamo di arrivare ai fatti.

Tra gli ospiti musicali del festival di Internazionale ci sono stati Amadou & Mariam, “la coppia cieca del mali” (altra definizione di wikipedia che, sebbene a mio avviso indelicata, non pone dubbi sulla condizione di cecità di entrambi), un duo (Amadou Bagayoko chitarra e voce, e Mariam Doumbia voce)  formatosi all’istituto per giovani ciechi del Mali durante gli anni settanta.

Del duo in questione, consiglio vivamente i dischi: 1990 - 1995 Le Meilleur Des Années Maliennes, per chi interessato a un sound più tradizionale,  Dimanche à Bamako 2004 (prodotto da Manu Chao, in cui il suo tocco all’interno del disco è molto riconoscibile) e Welcome to Mali 2006.

Si è presentata l’occasione di poterli intervistare e non ce la siamo fatta sfuggire. L’appuntamento è sabato 1 Ottobre alle 17:30 nella hall dell’Hotel Annunziata di Ferrara, davanti al palco, in piazza Castello, dove si sarebbe svolto il loro concerto serale seguito dalla Jova-notte (titolo infelice per il dj set di Lorenzo Cherubini accompagnato dalla band).

La comitiva di Sherwood è formata da: chi vi scrive con il ruolo di intervistatore, Carlo Vitelloni con il ruolo di cameraman e Mele Ferrarini (attore e amico) con il ruolo di interprete dal francese. Molte erano le tematiche di cui volevo parlare nell’intervista. Il Mali ha una lunga e prolifica tradizione musicale che ha influenzato e influenza gran parte della musica occidentale in particolare quella di stampo afro-americano come il blues o il jazz. Senza entrare troppo nel dettaglio, basti pensare che la musica del Mali deriva dall’antico impero Mande (1230 d.c), in cui i cantori (i griot) avevano la funzione di conservare le tradizioni orali, trasmetterle e in certi casi avevano anche funzioni politiche e diplomatiche. Ai giorni nostri, uno dei principi Griot è Salif Keita musicista e cantore (per chi volesse farsi un’idea di base consiglio www.tpafrica.it).

Oltre a Salif Keita molti sono i musicisti maliani di cui vorrei parlare con Amadou & Mariam: Ali Farka Tourè (grandissimo chitarrista, il cui figlio Vieux sta cercando si portare avanti l’ingombrante eredità) Toumani Diabatè (virtuoso della kora) Baba Sissoko (polistrumentista africano che ha collaborato con diversi jazzisti che in maniera più o meno sincera sentivano il richiamo dell’Africa). Poi ci sono molti altri aspetti da affrontare con Amadou & Mariam: la loro collaborazione con Manu Chao e con la nonesuch records (etichetta con un portfolio di artisti considerevole per biodiversità e popolarità), il loro pensiero legato al ruolo politico della musica nella primavera araba e, in particolare, dell’hip hop in Senegal e molti stati dell’Africa Occidentale, il concetto stesso di world music secondo la loro visione, il loro essere ambasciatori per il W.F.P…..“Con tutte le immagini di bambini africani che muoiono di fame…come si rapporta la vostra musica a questa tragedia?” Questa è la domanda che mi ha risvegliato dai pensieri mentre attendevo la mia intervista ad Amadou e Mariam.

Come si può fare una domanda di tale superficialità e indelicatezza a una coppia di musicisti africani e ciechi, a maggior ragione, in realtà non penso sia un aggravante in questi anni, se lavori per la Rai? Vi risparmio un’altra serie di domande sentite da colleghi che, da un lato, hanno rinvigorito la mia autostima, dall’altro mi hanno deluso profondamente…ho avuto la sensazione però che deludessero anche i due artisti, che durante le interviste dei colleghi apparivano sempre più seri e annoiati. Poi è arrivato il turno dell’Armata Brancaleone delle interviste di sherwood.it  e ho visto in loro un principio di sorriso anche perché la nostra disorganizzazione traspariva anche acusticamente.

Stefano per Sherwood.it

Ecco il video dell’intervista:

 
 

Links utili:
www.amadou-mariam.com
Amadou & Marian su Myspace

 
 
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