Waiting For The Night

“Violator” dei Depeche Mode compie 30 anni

19 Marzo 2020

Il 19 marzo del 1990, trent’anni fa, usciva “Violator” dei Depeche Mode.
È l’album che li ha fatti conoscere al grande pubblico e contiene singoli come”Personal Jesus” e “Enjoy The Silence”. Un disco che, musicalmente parlando, meglio di altri ha segnato il passaggio dagli eighties agli nineties.
Lo celebriamo con un breve articolo che descrive alcune suggestioni ispirate da “Waiting For The Night” gioiello nascosto dentro quell’album. Canzone che è contemporaneamente puro distillato di filosofia dark ‘80, nel suo elogiare l’oscurità, la notte, vista come rifugio dall’atroce realtà e morbida ballad dalle pulsazioni ambient ‘90 che indica una via di fuga dall’ansia che quotidianamente ci affligge.

Mi domando: «Si potrà volare via almeno di notte? Si potrà prender il volo al buio, senza vedere e senza ali?»
Mi rispondo: «Certo che sì!»
Perché la mia notte conosce ciò che chiamano follia, mi spinge a immaginare ciò è proibito. La mia notte non si preoccupa di cosa sia illecito. Quindi approfitto della notte e “prendo il volo”.
Non è proibito diventare un tutt'uno con lei, non è scandaloso vivere al buio, non è vietato vedere di meno con gli occhi e di più con l'immaginazione. Solo la notte permette di amare fino in fondo. Solo la notte mi nutre di passione.
Scruto la parete colma di vinili come fosse un albero pieno di frutta acerba che maturerà solo col buio. Estraggo dagli scafali una copertina nera con un fiore rosso al centro, sfilo il disco dalla custodia, lo appoggio sul piatto ma non riesco a farci scendere la puntina sopra, mi sentirei un “violatore” della sacralità di quell’ascolto.
Di notte, si può fare. Ora, adesso, nel reale dispiegato dal giorno, ancora no.
La notte mi aspetta. Il mio corpo attende. Finché non arriva anche la sua atmosfera resta lontana. Mi manca tanto, mentre il sole m'abbaglia riflettendosi su questo specchio chiamato realtà. M’acceca la luce che s'infrange creando un caleidoscopio di bagliori in questa splendente superficie senza profondità. Le mie unghie tentano di aggrapparsi per arrampicare la lucida e dura pellicola ma nel tentativo di scalfirla lasciano solo piccoli graffi. Le mie dita sanguinano e scivolo giù, cado di continuo nel tentativo di superare l'insopportabile chiarore diurno con le sue ansiogene incombenze.
Mi specchio e mi vedo esausto, sfinito, sequestrato e ferito dal giorno. Ma resisto.
Aspettando che arrivi la notte.

I'm waiting for the night to fall
I know that it will save us all
When everything's dark
Keeps us from the stark reality
I'm waiting for the night to fall


 
 

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