"Il vichingo nero", di Bergsveinn Birgisson

La recensione

17 Aprile 2020

Il vichingo nero è un interessante esperimento edito da Iperborea e ideato da Bergsveinn Birgisson, autore nato a Reykjavík negli anni ‘70 e ora residente a Bergen in Norvegia.
Lo scrittore e filologo norreno ha creato qui un vero e proprio caso editoriale, perlomeno per quanto riguarda la letteratura nord-europea. Birgisson, già noto al grande pubblico per alcuni suoi romanzi come Risposta ad una lettera di Helga (Bompiani, 2018), intreccia in quest’opera il romanzo al saggio storico. È nella Norvegia del IX secolo, presso la corte reale di Rogaland, che nasce il protagonista del libro: il pelle-scura Germund, destinato a diventare il vichingo nero del titolo.

Cacciatore, viaggiatore, pioniere, definito il Signore dell'Atlantico e anche il più illustre tra i primi colonizzatori dell'Islanda, figlio di un re e di una Sami, donna siberiana, Germund conoscerà la discriminazione fin da bambino per i suoi tratti mongoli ma sarà anche il protagonista di una lunga serie di avventure ambientate fra la Norvegia e il Mar Baltico. Tutto questo, prima di partire per l'esplorazione dei fiordi islandesi. Qui, infatti, costruirà il suo impero commerciale tra vulcani, geyser, iceberg e altri elementi che solo gli dei del Nord sanno forgiare. La sua epopea, raccontata abilmente in questo lungo romanzo, è una storia assai meno nota al pubblico mediterraneo fra quelle narrate sui grandi vichinghi e che sembrano godere in questo periodo di un bel revival, basti solo pensare a serie come Viking dove si prende parte alle vicende di Ragnar Lothbrok e dei suoi figli, Sigurd Occhio di Serpente e Knut Ventre di Ferro.

E se questa di Germund pelle-scura è un'altra di quelle storie del nord Europa a metà fra leggenda e verità, così a metà fra un saggio e un romanzo è quest'opera di Birgisson. Come capita per alcune ricerche storiche, anche questo lavoro letterario parte da una traccia orale: nasce proprio da una storia narrata da un anziano del paese all’autore quando era bambino. Solo più in là col tempo e con gli anni, Birgisson ha avuto modo di scoprire che Germund fu anche un suo lontano parente. Questo legame genealogico fece nascere in breve una vera e propria ossessione da parte dell’autore, effetto per nulla peculiare se teniamo presente che da sempre le famiglie islandesi e norvegesi fanno motivo di vanto e di proprio orgoglio la capacità di risalire ai loro Antenati, il più indietro possibile nel tempo.

In Vichingo nero vi troverete tra le mani un testo ricco di mappe, dati, informazioni e aneddoti. Un pregio e insieme un difetto, poiché alle volte il romanzo si perde e sicuramente non è di facile e immediata lettura. Sconsiglio, dunque, se si immagina una storia di sangue, saccheggi e devastazioni. Se, invece, si vuole comprendere da dentro il mondo dei vichinghi o meglio, quello dei Normanni, allora è l'opera giusta; allo stesso modo è l'opera giusta se si vuole entrare in quel meraviglioso mondo che è la filologia norrena: canti e poesie, epica e tragedia, storie di dei e di uomini, di pirati ed esploratori, di re e briganti.



Autore: Bergveinn Birgisson (1971) autore di numerosi romanzi in islandese e filologo di formazione. Insegna all'Università di Bergen, Norvegia.

Traduzione dall'islandese a cura di Silvia Cosimini

Iperborea: casa editrice nata nel 1987, si occupa sistematicamente e con molta cura della letteratura nord-europea.

 
 
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