Aria di Gospel a mezzanotte, o come si evolvono le serie tv

The Midnight Gospel innova e lascia con il desiderio di una seconda stagione

19 Maggio 2020

Chi ascolta la musica soul e il blues sa che devono molto al gospel, ai canti sacri balsamo dell’anima e della spiritualità. Chi fa radio sa benissimo che più che le dirette oggi per praticità vincono i podcast. Allo stesso modo chi ama la psichedelia sa che il giocare con i colori è un forte stimolo per la mente a direzionarsi verso un mood etereo, esterno al concetto di fisico.

Pendleton Ward (autore di Adventure Time) e Duncan Trussell (autore di podcast) nel 2020 riescono ad unire tutti e tre i mondi appena citati dentro un unico contenuto video, un’unica serie tv prodotta da Netflix, ovvero The Midnight Gospel (M.G.). Netflix ogni tanto si ricorda di dare voce alla qualità più che alla quantità da binge/junk watching.

Per essere ancora più chiari M.G. incorpora le lunghe chiacchierate tipiche dei podcast dentro il contesto di una produzione animata psichedelica, non solamente colorata ma estremamente assurda, weird, e fantasiosa. Clancy Gilroy è uno spacecaster che tramite un simulatore di mondi paralleli viaggia e, incontrando diversi avatar come lui, discute di filosofia, vita, morte, rapporti personali familiari, droga e magia, con citazioni ad opere e filoni di pensieri concreti, che permettono al pubblico di approfondire le tematiche.

Il formato animato allucinogeno permette di rendete queste discussioni sui massimi sistemi fruibili, superando lo spauracchio dei pipponi e anzi catturando intelligenza, curiosità e immaginazione dello spettatore/ascoltatore. La forma dei dialoghi è quello del flusso di coscienza contribuendo a rendere ancora più coinvolgente la narrazione, la quale ruota attorno a continui conflitti che vengono affrontati e risolti sotto il cappello del macro tema di ogni puntata. Nessuna lezione sonnacchiante, ma tanti stimoli e spunti da assorbire come spugne.

M.G. si rende forte della sua scioltezza nello storytelling e nell’usare come Cavallo di Troia una serie animata e colorata, da cui ci si aspetta un tono sicuramente più leggero, invece passo dopo passo, minuto dopo minuto, si viene assorbiti da questo flusso di pensieri e ragionamenti. Non viene messo in dubbio che forse sotto l’effetto di sostanze l’esperienza possa essere ancora più profonda, difatti il tema del primo episodio è proprio quello delle droghe, ma anche sobriamente è un bel viaggio attraverso domande tanto semplici quanto complesse, domande che spesso ci poniamo ma abbiamo paura di dire per timore di venire derisi, anche senza essere dei nerd.

Vi consiglio di prepararvi un bel tè (di che tipo scegliete voi) e di mettervi comodi, senza altri attorno, o al massimo persone che abbiano voglia di discutere con la mente aperta.

Dalla colonna sonora: Dreams Wash Away by Joe Wong

 
 

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