Psichedelia e sudore: lo spaziale esordio degli Alien Ducks From Outer Space

Il pazzesco disco di veneziani interstellari

8 Luglio 2020

Un segnale radio di voce disturbata, sommersa da frequenze aliene. L’inizio di Astronomy Domine dei Pink Floyd, direte voi. No, l’inizio di questo pazzesco disco di veneziani interstellari dal nome stralunatissimo: Alien Ducks From Outer Space

La psichedelìa targata 60s e 70s la fa da padrone, ed è pura goduria. La voce urla satura nel microfono, le chitarre sembrano voler uscire dalle casse, la batteria picchia che è un piacere. Un sound che più analogico e valvolare non si può. Il primo singolo Aeroplanes decolla come il suddetto aeroplano e ti porta nei cieli del psych-garage rock più autentico e spericolato. E poi gli assoli! Chi è che oserebbe fare un assolo, oggi? Questi ragazzi fanno assoli da brividi, mentre le frequenze impazzano, i delay ti mandano in trip e il suono diventa saturo come in quei dischi lì, sì, quelli che vorremmo comprarci prima edizione in vinile se non costassero una fortuna. C’è spazio anche per groove più funkeggianti, frammenti rumoristici e pezzi distesi.

Che tutto questo sia in effetti più che familiare scompare dall’orizzonte, perché tutto questo è vero. Questi ragazzi suonano per davvero, come non fa quasi più nessuno. Hanno la distorsione nelle vene. Questo disco è pieno di sudore, e gli fa onore. S’intitola True Passion Is Old Fashioned, senz’altro come sberleffo, e viene voglia di riconoscerlo: tanta passione è rara ormai, sì, è fuori moda. E siamo fuori moda anche noi che ci dimentichiamo di amarla così tanto. Grazie per avercelo urlato nelle orecchie, ragazzi. Grazie per averci fatto ribollire il sangue.

 
 

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