La barena dei sette morti

- di Luca Scholl

11 Luglio 2020

La barena dei sette morti è un buon giallo che hai letto durante la quarantena e ha finalmente recensito.
Uscito a febbraio 2020, dalla penna di Stefano Caroldi per Pendragon Edizioni, terzo romanzo della serie sul giallo storico scientifico dopo “Allo studio del Bo” e “il lazzaretto galleggiante”.
La storia della Valle dei sette morti è abbastanza nota, almeno nel triveneto, contribuisce molto l’accenno breve di Gabriele D’Annunzio contenuto nella “Leda senza cigno”. È uno dei racconti dell’orrore veneziani, la città ne possiede molti e nel romanzo di Caroldi ne vediamo raccontati diversi.
La storia ambientata nella Venezia del Cinquecento si sviluppa dopo il ritrovamento di due cadaveri, tra le bocche della laguna di Sant’Erasmo e di San Nicolò,al seguito di un acqua alta che sembrava volesse annegare la città, così in una Venezia afflitta dal clima si scoprono due morti, uno è il cadavere di un noto delinquente l’altro è il cadavere senza testa di una giovane sconosciuta.
La Dominante è preoccupata, voci di satanismo, di rivolta e tradimento, corrono tra i pescatori e i salariati, decide di affidare il caso al giudeo Dottor De Peris, medico e già più volte al servizio di San Marco.
De Peris chiama al suo fianco il giovane Nicola Davanzo, suo amico di vecchia data; quello che seguiamo principalmente è il racconto di Nicola.
Davanzo studente di medicina fallito all’università di Padova, da poco entrato in possesso di un enorme eredità che comprendeva anche una moglie insofferente e una famiglia acquisita di veri e propri serpenti, è uno strano personaggio che cresce tra le pagine del romanzo. Nicola è ricco di contradizioni, dubbi, equivoci come la Venezia che attraversa.
Gli studi all’università di Padova, dove ha lavorato anche come ricercatore nel campo della neurotossicologia, sono stati chiaramente per Caroldi fonte di ispirazione e base delle conoscenze scientifiche e anatomo-patologiche per il romanzo. Ecco un elegante romanzo a tinte gialle ed horror che si avvale di una ricostruzione attenta, di grande forza evocativa, che racconta di un tempo in cui la Serenissima dominava i mari e sulla terra viveva tutte le difficoltà di una società ingiusta, in cui l’oro la faceva da padrone insieme alla violenza e la sopraffazione; ma siamo nel 1500 è ancora il tempo delle streghe, della magia, dei diavoli. Così si dipana questa indagine a quattro mani, tra veleni e segreti, misteri che ne contengono altri, un caleidoscopio di dubbi ed equivoci a cui i due protagonisti debbono venire a capo.
C’è molto della formazione di Caroldi e si vede, e si nota anche una ricerca storica seria e approfondita pur con le libertà che necessitano ad uno scrittore. Interessantissimi i già citati contributi medici, e molto riuscita la resa della società veneziana, sia sotto il sempre troppo sottovalutato essere un mondo multigenerazionale, sia essere una società multietnica. C’è molto amore in questo romanzo e si vede, amore per Venezia e i veneziani, per le calli e le gondole, per i campi e le barene.
Una lettura leggera e stimolante per l’estate ormai iniziata, un giallo a tinte scure che stimola l’approfondimento e la fantasia.

Stefano Caroldi, nato a Venezia nel 1951, è laureato in medicina e chirurgia. Ha lavorato come ricercatore presso l'Università degli Studi di Padova prevalentemente nel campo della neurotossicologia. Come autore ha pubblicato il suo primo romanzo per Pendragon nel 2014, Allo studio del Bo, cui nel 2017 ha fatto seguito Il lazzaretto galleggiante e nel 2020 La barena dei sette morti.

Nata nel novembre del 1994 Edizioni Pendragon con sede a Bologna. Spazia in ogni settore editoriale: dalla saggistica universitaria a quella più divulgativa, dalla narrativa "giovane" al rilancio di autori già affermati, dai volumi e cataloghi d'arte alla storia e cultura locale.

 
 
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