Asterisco Edizioni: focus chiari, militanza e inclusione

Nove domande per conoscere questa nuova e combattiva realtà editoriale.

18 Luglio 2020

L’agire politico che si interseca con il lavoro editoriale, l’amore per Milano che incrocia il supporto alle realtà librarie di tutta Italia, la volontà di includere le persone come mantra di riferimento e una serie di collane poliedriche hanno tutte insieme reso la giovane Asterisco Edizioni una casa editrice da tenere sotto occhio. E così, come a teatro prima dell’apertura del sipario, non vediamo l’ora di presentarla.

E, allora, iniziamo!

Da dove e quando è partita la voglia di creare Asterisco Edizioni?

Asterisco Edizioni, come forse alcun* di voi sapranno, è un collettivo editoriale composto da persone che, di collettivi, ne hanno attraversati tanti. Tutt* noi, proveniamo dal mondo dell’attivismo e della militanza politica e siamo stat*, prima ancora che compagn* d’avventura editoriale, membri delle medesime organizzazioni politiche. Ad un certo punto, però, abbiamo sentito la necessità di trovare altri strumenti per fare militanza: avevamo bisogno di trovare nuovi modi per creare resistenza. L’idea ci è venuta, quindi, durante le vacanze di Natale del 2018 e da lì in avanti abbiamo deciso di svilupparla: Asterisco Edizioni è apparsa sui social per la prima volta ad aprile 2019. Proprio per via di quel nostro passato – e presente – politico, abbiamo anche deciso che la nostra casa editrice dovesse avere un focus sui femminismi, sulle questioni lgbitq e sul mondo ludico & nerd – uno di quegli ambiti che vorremmo fosse, sempre più, attraversato da donne e da soggettività lgbitq*.

Ci raccontate un po’ il vostro progetto editoriale?

Il progetto editoriale nasce dalla volontà di creare una cultura altra, alternativa, includente: vogliamo dare spazio a tutte quelle soggettività che - a causa delle discriminazioni e oppressioni messe in atto dalla società sessista, patriarcale, omo-bi-lesbo-transfobica – sono sempre state screditate, delegittimate e rese invisibili. Vogliamo dare voce a tutte quelle persone che, per via del loro genere, orientamento sessuale, razza, classe, sono state silenziate. Da qui l’idea di aprire diverse collane: Eresia, dedicata alla ristampa di quei testi storici, irrinunciabili se si vuole scoprire la propria storia – e le proprie conquiste; Incindenti, dedicata alla saggistica contemporanea, agli intrecci inediti; Illustrissime, dedicata all’illustrazione, alla grafica, a quelle persone che vogliono approcciarsi alle tematiche femministe e lgbitq* ma attraverso un codice differente. Vogliamo, attraverso queste collane così differenti, poter raggiungere il maggior numero di persone possibile: vorremmo dare a tutt* la possibilità di aprire gli occhi, di svelare le dinamiche di potere che si celano all’interno della nostra società, vorremmo dare a tutt* l’opportunità di acquisire strumenti per, infine, poterle smontare.

Cosa vuol dire essere un “collettivo editoriale”? Ce lo spiegate meglio?

Far parte di un collettivo editoriale significa prendere ogni decisione assieme, significa compiere delle scelte in modo orizzontale, attraverso il metodo del consenso.  Ogni argomento viene dibattuto all’interno del collettivo e, in caso non si sia tutt* d’accordo, si continua a discutere finché appunto, il consenso non è raggiunto. Questo metodo, che per certi versi, forse, “ruba” più tempo, garantisce però un maggiore accordo tra i membri del collettivo, cosa che non si verificherebbe attraverso una semplice votazione a maggioranza. Una volta ogni sei mesi circa, cerchiamo anche di prenderci una giornata intera per parlare di noi, per fare autocoscienza, per mettere in pratica il motto femminista del “partire da sé”.  Partiamo, quindi, da noi, esponiamo come ci sentiamo all’interno di questo gruppo e in relazione a questa esperienza editoriale.

Tra le varie tematiche di cui vi occupate, ce ne sono due, LGBTIQ e femminismo, a cui prestate cura e dedizione. In questo momento storico, in Italia, come vedete l’approccio a questi due aspetti della vita dal punto di vista dell’editoria?

La situazione italiana, negli ultimi anni, è molto cambiata. C’è stato un innegabile fiorire di case editrici e librerie concentrate, in modo autentico, proprio su questi temi. Pensiamo si tratti di una interessante apertura dal basso: non è un caso, infatti, che la maggior parte di queste esperienze siano indipendenti, formate da soggetti che, a loro volta, hanno attraversato diversi momenti e spazi di lotta.

Siete di Milano, città cuore dell’editoria soprattutto mainstream: come è solcare questo mare grande da indipendenti?

Per nostra fortuna, sebbene Milano sia una delle capitali dell’editoria mainstream, è anche vero che si tratta di una città ricca di librerie indipendenti con cui costruire alleanza e solidarietà. Altro elemento che ci rende, in qualche modo, più facile attraversare questa città da un punto di vista editoriale, ha sicuramente a che fare con la sua identità LGBITQ* friendly. Sicuramente, seppur conservando molte criticità, Milano offre un clima politicamente più favorevole rispetto ad altre città quando si parla di femminismi e soggettività queer.

Come valutate l’ultimo ddl che fissa al 5% massimo la scontistica? Può essere per le case editrici un buon modo per risolvere parte dei problemi della concorrenza con il mainstream?

Sicuramente, questo ddl agevola le piccole case editrici come la nostra che, normalmente e altrimenti, sarebbero schiacciate dalla scontistica dei grandi distributori e dei grandi siti di e-commerce.  Il fatto che tutti i testi - ovunque - siano scontati solo del 5% ci assicura il rientrare dalle spese di stampa e di distribuzione che, nel nostro caso - proprio perché non ci appoggiamo ad Amazon e/o ad altre grandi imprese che spesso e volentieri sfruttano la manodopera delle lavoratrici e dei lavoratori - sono più elevate.

Rimane, comunque, da capire come rendere la cultura accessibile a tutt*, come fare in modo che i libri siano sia prodotti e distribuiti in modo politicamente corretto che fruibile a chiunque.

In questi mesi di pandemia, vi siete sentiti abbandonati come settore o meno? Di quali riforme urgenti sentite di avere bisogno?

Diciamo che, durante questa pandemia, ci siamo sentiti meno abbandonati di altri settori. Ciò che ci ha “salvato” dalla deriva è stata la solidarietà e quella fitta rete di alleanze, amicizie, di mutuo soccorso che siamo riusciti e riuscite a mettere in piedi non appena si è compreso quanto la situazione fosse grave.
Assieme ad altri editori – Eris, Canicola, Racconti, Eleuthèra, Alegre, Rina – abbiamo lanciato la campagna “Adotta una Libreria, schierandoci in aiuto anche di queste realtà territoriali importantissime e che, naturalmente, hanno risentito a loro volta del periodo di chiusura. Questo è un dato davvero rilevante da portarsi a casa: sono stati i rapporti solidali a fare la differenza.

Quale tipo di distribuzione dei vostri testi state scegliendo? E quindi quale rapporto c’è o vorreste avere con le librerie?

Siamo distribuiti da Distribook, da Manicomix e da noi stess*. Il rapporto con le librerie indipendenti è stretto e stabile anche perché, sin dai nostri primi passi nel mondo editoriale, abbiamo messo proprio le librerie al primo posto: i nostri testi non sono su Amazon perché non vogliamo che questo colosso – assieme ad altri - strozzi queste esperienze locali, indipendenti e splendidamente umane. Pensiamo che le librerie vadano in ogni modo sostenute: sono luoghi non solo culturali ma anche sociali di grande valore.

Se doveste consigliarci una rosa di titoli o di autori per conoscervi meglio, da dove consigliate di partire?

Per conoscerci meglio, e per capire bene come le nostre tre parole d’ordine hanno a che fare con la nostra identità editoriale, vi consigliamo tre nostri titoli – e vi diamo, per ciascuno, una motivazione.

  1. I movimenti omosessuali di liberazione, di Mariasilvia Spolato, introdotto da Elena Biagini. E’ stato il primo libro che abbiamo pubblicato e per questa ragione lo amiamo molto. Sembra passata una vita da quei giorni in cui, per la prima volta, ci cimentavamo con tutto: impaginazione, ricerca, curatela, editing … Ci teniamo molto, tra l’altro, perché appartiene alla collana Eresia, collana che abbiamo dedicato alle ristampe di grandi voci eretiche del passato. Mariasilvia Spolato, attivista lesbica fu una delle prime militanti a cercare una connessione tra lesbismo e femminismo. Fu tra le fondatrici del F.U.O.R.I, fronte unitario omosessuale rivoluzionario italiano, organizzazione collettiva a cui dobbiamo molto in termini di diritti acquisiti.
  2. Fuori dal dungeon. Genere razza e classe nel gioco di ruolo occidentale, curato da Marta Palvarini, introdotto da Avery Alder e con un contributo del collettivo Donne, Dadi & Dati. Il mondo ludico, dei videogame, dei giochi da tavolo, dei giochi di ruolo è sempre stato un mondo estremamente maschile, misogino e omo-bi-lesbo-transfobico. Le donne e le persone lgbitq* sono state cioè escluse non solo dal gioco ma anche dalla rappresentazione. Questa antologia spiega, attraverso diversi articoli, l’importanza di vedersi rappresentat*, l’importanza di esistere all’interno di un mondo socialmente imprescindibile: quello della partecipazione al gioco.
  3. Le Domonaute, di Clara Gargano. Si tratta della nostra ultimissima uscita: si tratta di una storia lesbica, delicata, fresca, d’amore al tempo del Covid-19. Splendidamente illustrato, questo graphic novel ha la capacità di evocare non solo quegli scombussolamenti, quelle incertezze, quelle paure che tutte le relazioni, all’inizio, suscitano ma anche le ansie, i dubbi, i timori che questa pandemia globale ha portato con sé. Una storia dolce, spontanea, in cui tutt* sapremo riconoscerci.

Asterisco Edizione

 
 
 
 
 
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