Intervistiamo gli Zeromila e gli Orsetti per il loro nuovo split!

Punk hc veneto da spingere a tutto volume

3 Settembre 2020

Sulle nostre pagine dopo la recensione di luglio, Zero Mila e Orsetti, band punk hc di veneta scorribanda, ci raccontano il loro nuovo split!

Li abbiamo intervistati per capire meglio come nasce un lavoro collettivo dove le forze si uniscono ma dove le rispettive qualità emergono. Tutto si amalgama bene e spinge come deve spingere un'uscita del genere, dove potenza e melodia, energia e rumare sgorgano senza limiti.

Cliccate qui a fianco per leggere la nostra recensione, e qui sotto leggete l'intervista!

 

1) Come nasce questa collaborazione: qual è la storia dietro questo split?

«Dopo anni di palchi condivisi, amicizie e bevute, ci è sembrato naturale fotografare questo rapporto con uno split insieme.
Dal primo concerto insieme ci ha subito accumunato la stessa attitudine e gli ascolti musicali. Quindi pur facendo due generi differenti, ci unisce lo stesso approccio alla musica, alla politica e ai live.
Noi Orsetti essendo più giovani degli Zero Mila, abbiamo sentito un affetto da fratelli minori da parte loro che abbiamo contraccambiato e questo a livello prettamente musicale ci ha permesso di avere porte aperte per suonare in ambienti dove prima eravamo visti come sconosciuti e con un po' di diffidenza.»

 

2) Cosa cercate di condividere con la vostra musica: quali sono le urgenze, desideri e i messaggi che cercate di far arrivare al pubblico?

Orsetti: «I temi trattati nei testi riguardano argomenti “classici” per il genere musicale come antimilitarismo (Invader Soldier), anticlericalismo (Caron Dimonio) e la situazione politica corrente. Tutto sempre raccontato da un'angolatura “dal basso”.
Dai nostri testi vorrei trasparisse il messaggio di non lasciarsi andare al senso dilagante di apatia e noia che sembra imprigionare i giovani sia a livello mainstream (continui riferimenti a Xanax, tranquillanti e antidepressivi presi a casaccio) e in qualche caso negli ambienti a noi cari.
Nel disco Zombies deride chi decide di spegnere il proprio cervello ed abbandonarsi a comode verità mentre Apathy vuole dare una scossa per reagire allo sconforto delle nostre vite (viviamo nella parte più ricca del mondo e se riflettiamo non stiamo poi così male per essere così schifati dalla vita).»

Zero Mila: «Abbiamo sempre considerato le lotte sociali e la critica al presente come parte fondamentale della nostra vita. Per ragioni anche anagrafiche siamo stati partecipi e complici dei grandi movimenti di massa di inizio millennio. Portiamo sempre con noi la grande carica emotiva che aver vissuto quelle esperienze ci ha lasciato.
Nelle nostre canzoni pensiamo si capisca quella sensazione di “rabbia covata” che purtroppo oggigiorno non trova sfogo in cicli di lotte a livello nazionale.
Quello che comunque ci sentiamo di dire è: manteniamo viva la nostra rabbia e la nostra critica!»

 


3) Dal vivo come cercate di tradurre la vostra energia e quali sono le situazioni live che preferite?

«Partiamo col dire che negli anni abbiamo capito l'importanza di fissare bene le viti della batteria e di accordare gli strumenti prima dei live!
Sul palco seppur in modi diversi siamo naturali, lasciamo che parli la musica e non ci concediamo a “mossette” costruite né a stucchevoli e ritriti slogan.
Negli anni abbiamo suonato (anche separatamente) nei contesti underground più disparati, ma quelli in cui abbiamo conosciuto persone che ci hanno messo cuore e sudore per produrre musica e cultura in generale (aldilà del torna conto economico), ci sono rimasti nel cuore.»

 

4) Che ruolo hanno - secondo voi - nel 2020 l’autoproduzione, il supportarsi a vicenda e la musica vissuta concretamente, di persona?

«L'autoproduzione intesa come lavoro collettivo tra realtà che hanno come obiettivo la diffusione di un certo tipo di musica o di cultura, per noi è l'unica via per far collimare passioni, attività sociale e politica.
Oggi la rete tra realtà underground dello stivale si sta lentamente assopendo complice la continua chiusura di spazi occupati e\o autogestiti.»

 

5) Ci raccontate un po’, rispettivamente, le storie dietro alle vostre band?

Orsetti: «Il progetto nasce 7 anni fa dalla passione per il punk rock e HC melodico.
L'aspetto fondamentale è il rispetto e l'amicizia tra noi e la consapevolezza che questa band deve cercare di essere uno sfogo e un momento di pausa dal mondo per tutti noi.
Chiaramente ciascuno cerca di fare il proprio meglio coerentemente con i propri impegni lavorativi e capacità.
Il progetto seppur con alti e bassi ci ha comunque ripagati degli sforzi e difficoltà che suonare insieme comporta; attestati di stima per il nostro modo di porsi, suonare, comportarsi sotto e sopra il palco ci hanno gratificato.
Il futuro, virus permettendo, comporterà un cambio di formazione (batteria e chitarra) a cui dovrebbe seguire la registrazione di un EP e la tanto agognata ripresa dei live! Incrociamo le dita.»

Zero Mila: «Ci siamo formati 10 anni fa e fin da subito abbiamo iniziato a scrivere materiale nostro, facevamo un paio di cover giusto per divertimento nostro.
La nostra è una storia fatta di molti cambiamenti di formazione e un paio di anni di pausa. Nonostante le mille difficoltà, la passione per quello che facciamo ci ha tenuto in piedi fino ad oggi.
Dal punto di vista musicale non ci siamo mai imposti di rinchiuderci in un genere a tutti i costi. Le canzoni sono il frutto delle esperienze e degli ascolti che ciascuno di noi trasmette scrivendo.
Al momento stiamo sfruttando questo periodo di pausa dei live per scrivere materiale nuovo che, probabilmente, uscirà per l'inizio dell'anno prossimo.»

 

 
 
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