Recensione di Vittoria - Barbara Fiorio

Libro leggero ed estivo ma cartina tornasole di una intera generazione di precari creativi

10 Settembre 2020

Vittoria, oltre ad essere un nome proprio è anche un’esclamazione di giubilo per la riuscita, in questo articolo, inoltre, rappresenta il titolo del nuovo romanzo della scrittrice Barbara Fiorio (Genova, 1968) che dopo Qualcosa di vero (Feltrinelli, 2015) è ritornata nuovamente in gioco.

Ho scoperto questo libro a fine aprile 2020, quando bardata, con guanti e un kg di disinfettante, ho deciso di prendere un bus e respirare una boccata d’aria dal sapore di editoria appena sfornata.

La Feltrinelli di Padova, tra l’altro, si trova in pieno centro tra negozi, baretti e le Piazze, il giro in libreria mi ha restituito un mega-iper-sorriso specie se corredato dagli acquisti al 2x1 dei volumi dell’Universale Economica Feltrinelli, manna dal cielo per squattrinati.

Proprio in quell’occasione ho adocchiato la copertina cerulea contornata da un gatto di immensa bellezza (l’avrei capito dopo, si chiama Sugo), tre polaroid e carte Tarocchi, Un disposto alquanto strano e curioso, da portare in cassa senza nemmeno leggere la quarta sul retro.

Ritornando ad una recensione dignitosa: Vittoria è la protagonista-narrante, una fotografa ultraquarantenne genovese che senza farsi troppe domande, sfrutta un buono regalatole dalla sua migliore amica dagli interessi disparati, presentandosi ad una seduta di Cartomanzia.

La disciplina è da lei stessa ritenuta una baggianata tenuta da impostori clinici, una scusa per spillar soldi ad avventori curiosi o creduloni certificati, almeno di primo acchito.

Ma a tormentare Vittoria, piuttosto che Re, Regine o Carri, è un Cupido fallito, una convivenza che si conclude tra pacchi ricolmi di oggetti e rancori, tra parole non dette o probabilmente spinte fin troppo oltre.

La relazione di Vittoria e Federico è terminata in un cliché di storie fallite: quel Federico, da angelo spronante e compagno fidato amante del bio, ha necessità di sentirsi diverso, di attraversare un cambiamento che smuova lo status attuale, mettendo in discussione amici, luoghi, relazioni, anche la stessa forma fisica. Dopo un tira e molla dilaniante, scompare dalla porta senza voltarsi, lasciando Vittoria in preda ai dubbi più atroci, alla sensazione di essere stata lasciata per causa propria, alla voglia di continuare ad essere amata ed amare, crogiolandosi in un brodo di solitudine amara.

Per di più, Vittoria, non ha un lavoro fisso [non propriamente un’eccezione, direi], ha un background da tecnica professionista e dispensa consigli a fotografi amatoriali su Facebook. Le sue campagne pubblicitarie in passato hanno riscosso un notevole successo, persone in barattolo, ballerini su spilli, fu definita “un genio della fotografia”, ma al momento non se la passa proprio bene, fuori dal mercato, senza il becco di un quattrino e con progetti dalla quale è stata esclusa così, da un giorno all’altro. Per di più, come per ogni lavoro creativo esistente, gli sciacalli aleggiano nei cieli captando la rovina ed offrendo lavori non retribuiti se non nella famosa carta “visibilità”, peccato che non paghi alcuna bolletta.

È qui che rientra in campo Alice, amica dalle idee folli e dall’umore a mille, riparatrice di cuori affranti con polli al forno e maratone Netflix: un mazzo di tarocchi, un buon giro di clienti, ed il gioco è fatto, basta mettere su un giro di lettura-tarocchi con Vittoria lettrice, riscopertasi brava tra le pieghe di una serata di Halloween celtico.

Vittoria, d’altronde, “sa leggere le persone”, come nella fotografia, capta ogni respiro corto, ogni lacrima in rivoli di mascara, le sopracciglia che si aggrottano, le rughe che si distendono, sorrisi alacri e occhi tristi, lei ferma ogni attimo in un click, restituendo ad ogni persona che intende aprirsi a pieno, un’immagine di se stessi senza veli, senza pose impostate.

Da qui l’intuizione di un nuovo “mestiere” o comunque di un’innovazione nella cartomanzia, la Fotomanzia, una disciplina che miscela – a volere della lettrice e non a comando, come una specie di occhio interiore – i tarocchi ed una reflex, un servizio moderno e piaciuto a tutti coloro che si ritroveranno protagonisti di una storia fotografata.

Le persone che si ritroveranno a bussare il campanello della casa Conti saranno un melting pot di umanità: tra il politico famoso che si arrovella su una questione di immensa serietà, la vecchietta che regala uova e non vede i nipotini da anni, il vecchietto che dispensa liquori dai sapori antichi che cerca di rivedere sua figlia, la ragazzina bruttina, la commessa di un supermarket impantanata in una relazione stantia ma innamorata di un Tarocco all’orizzonte, la teenager sveglia amante dei social, tutti uniti, con le proprie storie, a risvegliare l’amore di Vittoria per la fotografia e per i dettagli minuziosi da attribuire ad ogni volto (e ad aiutare a sbarcare il lunario con offerte libere, anche questo non di poco conto).

Vien da sé la creazione di un progetto volto a collegare ogni viso, ogni foto, un progetto che sarà notato niente meno che dalla FujiFilm!

La vita di Vittoria stravolta dalla fine di una convivenza, dalla mancanza di un lavoro e di una ‘prospettiva’, d’un tratto e non senza depressioni e pianti, prende un verso notevolmente diverso: seminari di fotografia a New York, agenzie pubblicitarie che si fanno vive, e la fama di Vittoria ritorna nuovamente ad essere innaffiata dal cumulo di proposte e di like social.

Fortunatamente, nonostante la tribolazione e l’appeso, anche Vittoria, riesce a riveder le Stelle.

Il romanzo di Barbara Fiorio, da leggere con leggerezza ma non proprio, rappresenta una generazione di precari infiniti, di lavoratori creativi alle prese con proposte indicibili, tra bollette accatastante in pila e rapaci pronti ad aggiogarti al primo tiro. La speranza, o meglio, la vittoria, consterebbe in una riuscita di tutti quei protagonisti di svariati romanzi della precarietà, un lieto fine che, seriamente, auguriamo a tutti e a tutte!

 
 

Barbaria Fiorio – Vittoria

Universale Economica Feltrinelli – Aprile 2020

 
 
loading... loading...