Nicola Lotto - "Si comincia così" EP

Contiene la collaborazione con Edda

21 Novembre 2020

Può un'opera teatrale mostrarci la vera natura dell'amore?

Ricordate questa scommessa fatta tra la regina Elisabetta e W. Shakespeare, nel film Shakespeare in love?

Nel caso dell'artista di cui ci apprestiamo a parlare, resto in argomento ma riformulerò la questione: può l'arte di suoni e parole interpretare l'animo umano, il chiarore e la zona d'ombra della psiche?

Ebbene! Se il musicista in questione è Nicola Lotto la risposta è sì.

L’autore tesse le vie del nuovo cantautorato che abbracciandosi al teatro e alla poesia fa sì che avvenga una magia, seta che arde nel fuoco delle parole e negli arrangiamenti mai ascoltata prima d'ora.

Il 20 novembre è uscito il suo Ep Si comincia così, anticipato dal singolo uscito il 18 settembre Una luce che vede una collaborazione con Edda e la produzione di Andrea Liuzza.

L'Ep esce con l'etichetta discografica Vrec Music Label e contiene sei brani e assicuro che non si tratta di un lavoro musicale del tipo “All you can eat”.

Il viaggio tra lume e scuro dell'Ep inizia con Una luce, pezzo che vede alla voce anche Edda e ci ricorda l'assoluta certezza di rimanere sempre al punto di partenza e di non incontrarsi mai all'arrivo.

L'intro di piano muove i fili e ci introduce al disegno imperfetto del vivere, ci farà da guida nella strada buia e silente a fari spenti. Ma in quel silenzio c'è una luce e spesso indica un punto esatto nella mappa, laddove siamo noi stessi e il tragitto per toccare la terra dell'io più profondo.

Spesso navigare nel mare dell'assurdo è l'unica via per sopravvivere.

Bisogna attingere al senso della nostra realtà, in noi soltanto e lasciare che ci conduca al momento perfetto.

Abita la notte, non fuggirla perché come precisa il pezzo: “Sul limitare della notte, ne ho visti molti andare lontano.”

Nel brano successivo un cantante - il protagonista - è un uomo, un musicista disgustato dalle forze avverse dell'esistere.

Lo stesso inciampa in un dannato “Fa” e dal palco libera la rabbia ma allo stesso tempo spera. Gli basterebbe un applauso per lenire una vita di incertezze e un sogno incline, la promessa di una bellezza che magari chissà, lo aspetta proprio dietro l'angolo.

Nelle vene è una delle perle rare dell'Ep e parte come un monologo recitato da Nicola Lotto stesso in maniera magistrale. La lirica diviene un fiume in piena quando si aggiunge la melodia che trasporta e trasforma il tutto in una forma di poesia.

“Devi avere un battito forte che ti sconvolga le vene.”

Incombe inizia con l'attacco di violoncello che regala al brano la sensazione di un momento sospeso, energia che gravita sopra le nostre teste e porta con sé novità.

“il rumore invaderà le strade

Il dolore passerà

Non c'è altra soluzione.”

La felicità è una magnifica reinterpretazione di un passo di un'opera del poeta maledetto Arthur Rimbaud (Oltre si spera al nostro destino) che recita così:

"Nessuno dei sofismi della follia, – la follia che viene rinchiusa, – non è stato dimenticato da me: io potrei ridirli tutti, detengo il sistema.  Io ero stato dannato dall’arcobaleno. La felicità era la mia fatalità, il mio rimorso, il mio tarlo: la mia vita sarebbe sempre troppo immensa per essere devoluta alla forza e alla bellezza. La felicità! Il suo dente, dolce a morte, mi avvertiva al canto del gallo, – ad matutinum, al Christus venit, – nelle più tetre città.” 

Infine troviamo la versione strumentale di Una luce, rielaborazione che dona al brano una personalissima identità.

Ora non mi resta che lasciarvi all' approfondimento personale dell'Ep e mi congedo da voi con questo profondo pensiero di W. Blake:

“L'uomo non ha un corpo separato dall'anima, quello che noi chiamiamo corpo è la parte dell'anima che si distingue per i 5 sensi.”

 
 

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