Nel fantastico mondo dei beatape sparsi nella rete una cosa oggi è chiara: il mondo delle tracce instrumental è davvero una sottocultura diffusa, sparsa in tutto il mondo, cita prendendo da diversi fonti, esse siano passate, attuali o dirette al futuro. Rimescolano i sound 90s, 80s, danno sfogo alla trap più banger o cloud. È davvero una scena mondiale che anche qui in Italia non manca di buone uscite.
Il pericolo però è di divenire ripetitivi, di alla fine suonare sempre uguali in 3000 mila beat che magari sono utili per la compilation / playlist Spotify da usare nel sottofondo dello studio, senza però fare una cosa: lasciare un segno, rimanere impressi, divenire da semplice “pezzo” una canzoni che parla a mente e cuore, istinto e ragione tramite suoni e campioni.
Bulifer di Pelvo è un’uscita che si lascia ricordare senza grandi problemi, entra nella memoria dati umana e viene voglia di riascoltarla a rotazione, dunque ha senso accingersi al suo play con una testa maggiormente ricettiva.
Il mood generale ha tonalità oscure rese lucenti da campioni portati in evidenza i quali si amalgamano bene con le linee di basso e la potenza che pulsa nella casse; ricorda una fuori serie black tirata a lucido, appena uscita dal concessionario.
Le sonorità spaziano fra beat boom bap più old school e vibes trap sempre con una propria identità di fondo, la quale potrebbe essere descritta come uno stile dove passato e presente si fondono in atmosfere dense di suono e al tempo stesso scorrevoli, immediatamente riconoscibili.
Se vi piace questo genere, questa sottocultura, è un’uscita da ascoltare, sull’etichetta Resilienza Records in formato digitale e tape.
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