Chris Lentney: Avanguardia Lo-Fi da Roma

Review dell'EP d'esordio "Roman New Wave"

9 Gennaio 2021

Lettori/ascoltatori questa review è molto particolare.
Punto primo, perché è il mio primo articolo su Sherwood e ne sono onorato.
Punto secondo, perché è la prima volta, da quando ho iniziato a scrivere di musica, che scrivo su un progetto di amici stretti, compagni di musica e di carbonare a capodanno.
Il progetto in questione è l’EP d’esordio del duo Lo-Fi di due chitarristi, tanto diversi nell’approccio allo strumento quanto uniti nel pensiero musicale, chiamato Chris Lentney.

I due ragazzi vengono da diverse esperienze musicali di vario genere, ma solo un anno fa iniziano a lavorare a questo progetto, prendendo anche contatti con gente abbastanza nota che avrebbe rivestito il ruolo di produttore. Tuttavia il duo ha optato per l’uscita indipendente e, a mio avviso, visto cosa è uscito fuori, hanno fatto benissimo.
Precedente al release dell’EP, abbiamo solo la pubblicazione, completa di videoclip, dell’opening track in versione acustica.



Roman New Wave: “Bedroom Pop un cazzo”
L’EP esce lo scorso 15 Agosto, autoprodotto, online e con poche copie fisiche in edizione limitata.
Il lavoro del duo è riconducibile alle sonorità dei Cani e dei Baustelle, provenendo da un attento ascolto al Lo-Fi inglese, ma più sperimentale e provocatorio, molto all’avanguardia, come dimostrano i primi due brani Inizio e SRB, dove le voci, fortemente effettate ma delicate, cantano e recitano su una solida base minimal di drum-machine e accompagnate da riff di chitarra riverberata e synth. Arriviamo a Deep Web,il picco della provocazione, il quale, come un messaggio pubblicitario, dissonante e disturbante, irrompe nell’inebriante stream of consciousness di SBR e ti riporta sulla Terra, scusandosi per il disagio ma ricordandoti che sei «solo un ingranaggio messo storto che funziona esattamente come dovrebbe».
Si lascia così spazio agli ultimi 3 brani più melodici, accomunati da un geniale protagonismo dei sintetizzatori che avvicinano molto il progetto all’Indietronica più Pop, stile The Postal Service, con la presenza di strofe e ritornelli orecchiabili ma non meno provocatori, come RLX//Illusione, nella quale i Chris Lentney ci invitano a «non lasciare che la forma uccida l’essenza».
Numero 5 e Bathor chiudono il disco in bellezza, lasciandoci sicuramente sia un agrodolce in bocca, sia la voglia di premere ancora “play” sullo stereo per riascoltare l’EP da capo (io l’ho fatto almeno 4 volte).
Concludendo, sono 12 minuti di musica, i quali, anche se non siete simpatizzanti del genere, dovreste ascoltare, perché il risultato è notevole, a mio parere una delle uscite migliori di questo 2020 maledetto, in ambito indipendente.

 
 

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