Palm Down: Introspezione in acustico

Review del B-sides'EP "Unfamiliar Songs"

11 Gennaio 2021

Nonostante Palm Down (all’anagrafe Francesco Zappia) sia un mio concittadino, io mi sono imbattuto in lui fuori città, nel 2019, al Bay Fest di Rimini, poi successivamente ai concerti della scena Punk/Emo romana.
I tratti che caratterizzano i suoi lavori precedenti a Unfamiliar Songs EP, di cui parleremo, Unfamiliar Air in Unfamiliar Places e Nosedive presentano quel mood Pop Punk/Emo (rigorosamente in acustico) che lo hanno reso noto nella scena cantautorale alternativa italiana, lo dimostra il suo passato di date in tutta Italia.

Arriviamo all’EP, Unfamiliar Songs.
Autoprodotto e uscito online il 30/10/2020, è composto da 5 brani, i quali alternano momenti di nostalgia tradotta in ricordi di tempi migliori (azzarderei “felici”) che però, accompagnati da speranzosi giri di accordi in maggiore, ci fanno notare un eventuale luce in fondo al tunnel, come i due singoli Dots e This Year Is Mine Alone, richiamando qualche melodia alla Dave House, a momenti di totale analisi introspettiva di Black Chandelier (cover di Biffy Clyro) e The Shore, che chiude l’EP, dove, attraverso massicci arpeggi, gli stessi ricordi si tramutano quasi in rimpianti.

L’intero discorso non manca di una sottile cornice derivante dalla comprensibile ansia sociale comune a tutti e nata dal particolare anno vissuto in quarantena nelle nostre abitazioni, dove il tempo passato in balìa di noi stessi ha reso facile lo straripare di nostalgie e pensieri, i quali, solitamente trovandosi alla base del vaso, sono schiacciati dalle distrazioni quotidiane. «The perfect proof that God left us behind» canta Palm Down in Waving At Us.


 
 

Ascoltate l'intervista audio di Palm Down con le live version di Dots e Black Chandelier

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