Recensione Kalpa: "A Certain Feeling"

20 Gennaio 2021

Classe 2001, signore e signori. Dopo una cover dei Radiohead pubblicata su Instagram, il giovanissimo triestino Angelo Mallardo si butta in un progetto solista che produce alcuni singoli e ora questo strabiliante EP. A Certain Feeling lascia esterrefatti non solo perché è un’opera ispirata e personale, ma anche perché appare perfettamente matura a livello espressivo.

Ascoltate il lento climax della prima traccia, Four Kids: su uno sfondo di loop sintetici la voce, straziata dal tremolo dell’autotune, innalza un lamento sempre più urgente, che sfocia in un’esplosione di batteria digitale e suoni random. Si può evocare lo spettro di Bon Iver per l’uso espressivo dell’autotune, ma di scopiazzato non c’è proprio niente. Qui è tutto vero, pura teenage-angst aggiornata all’era del cut-up digitale. Sentite l’urgenza dell’urlo che erompe improvviso dopo al tempesta di drum machine. 

Dopo l’esplosione della prima traccia, le tre successive esplorano il lato notturno del suo immaginario sonoro, tra batterie destrutturate, lamenti impalpabili, paesaggi immersi nel riverbero e cut up di voci. La capacità di mettere a nudo, attraverso il suono, il proprio paesaggio interiore garantisce che ogni loop e vagito di questo ragazzo siano puro pathos.

Chiude l’EP quello che si potrebbe considerare il pezzo forte: Television Commercials. La voce, trasfigurata in singhiozzo dall’ormai abituale autotune, intona una melodia perfetta, su un ritmo che rotola con energia. E’ l’unione tra spleen e spinta vitale, quell’equilibrio di opposti che sta dietro tanti pezzi forti della musica pop. 

Viene da chiedersi cosa c’é dietro. Ma dietro c’é solo Angelo, nella sua camera, col computer e le tastiera. Un ventenne che cita fra le sue influenze Radiohead, Sìgur Ros, Daft Punk, Artic Monkeys e MGMT. E che ha prodotto un EP che si lascia indietro il 90% dei suoi coetanei italiani, e può tranquillamente affacciarsi all’estero.

 
 

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