Shakerato non mescolato - Enrico Piscitelli

Enrico Piscitelli, prima di entrare nel merito delle fluide tematiche del suo Shakerato non mescolato, avverte: “non sono un barman, né un barista, un bartender o un Flair bartender. Sono solo, direi, il più forte bevitore della mia provincia”.
Questo per mettere subito in chiaro come stanno le cose e calmare le ire del purista del cocktail che leggendo questo agile taccuino potrebbe essere vittima di un colpo apoplettico. Come se gli fosse servito un Vodka Martini nel bicchiere della Nutella.

Il mondo dei cocktail ha delle regole ben precise e codificate.
È una passione costante, che va coltivata giorno per giorno. Bisogna studiare, sperimentare, provare e viaggiare, ma soprattutto bisogna stare attenti. Molto attenti.
C'è una regola non scritta che vale universalmente: la gente beve veleno e i baristi sono degli assassini.
Un circolo vizioso misero.
Per guadagnare un pugno di euro li vediamo fare cose indegne: sostituire i prodotti di qualità con sbrodoli e intrugli malefici di sottomarca, usare mix precofezionati e chimici per essere veloci e uccidere più rapidamente, incantare il cliente con mosse da giocoliere per incantarlo, ecc... poi, diciamocelo, la stragrande maggioranza di chi somministra alcolici è di una impreparazione raccapricciante e non ha la più pallida idea di cosa significhi bere bene.

Shakerato non mescolato è un viaggio alcolico che racconta alcuni dei cocktail più noti al mondo. La loro storia, la loro genesi, i bevitori illustri, i film in cui compaiono, gli aneddoti e le vicende personali che ruotano attorno ad essi.
Il Mojito e la frenesia della movida estiva, il Martini Cocktail e l'elogio della lentezza, la violenza del Negroni e del Long Island, la cremosità e il calore del lebowskiano White Russian, i mille e il cocktail Garibaldi, il libertario Cuba Libre, lo sperimentale Monte Tone a base di Montenegro.

A chiudere l'epopea alcolica arrivano le frasi e i commenti di alcuni professionisti del settore che mettono l'accento su alcune problematiche dell'ambiente tutte riconducibili ad un deficit culturale della clientela.

Meno di cento pagine piene in cui la Storia si intreccia con la vita e che possono essere un buon punto di partenza per prendere coscienza del veleno che quotidianamente ingurgitiamo.