The Ammonoids: Benvenuti a Jurassic Punk!

Review del primo full-length

18 Aprile 2021

È con immenso piacere che vi presento il primo full-length di The Ammonoids, effervescente trio Punk Rock di Roma e provincia, intitolato: Survivors Of The K-T Boundary e già dovreste sentire il sapore paleontologico del disco, visto che il “limite K-T” sta ad indicare quel passaggio di ere geologiche che provocò l’estinzione della maggior parte degli esseri viventi alla fine del periodo Cretaceo (volendo contestualizzare in termini geopolitici, questo periodo di stasi della vita umana a causa del COVID e delle indegne scelte politiche dei governi liberaleggianti europei, che si affidano completamente alla volontà di imprese farmaceutiche private, somiglia molto a quell’estinzione di massa di milioni di anni fa. Ma comunque… Andiamo avanti!).

Arrivando a parlare propriamente del disco, uscito il 15 Aprile per Mastice Produzioni, Ostia Records e la neonata Dinomite Records, possiamo subito dire che le 14 tracce presentano ricche influenze di pressappoco tutti i revivals del Punk Rock: distinguiamo il carattere NOFXiano e dominante nei brani Rats, il primo singolo, Next Door To Hell, con tanto di cori, la sincopata Living, Self Destruction e la velocissima Shut Up And Fuck Off, in cui sentiamo un eccellente “tupa-tupa” degno dei migliori album Skate/HC.

Il trio è temerario, ma non perché incoscienti, bensì perché noncuranti dei pregiudizi snob-punk, infatti si spostano anche verso il confine Pop Punk alla Green Day dei mid-90’s con pezzi tipo I Don’t Care, Restless Ride, la quale chiude il disco e la particolare All You Need Is Lost, celante un breve pre-chorus ritmicamente Ska alla Less Than Jake e il che può essere solo un pregio dei ragazzi, infatti il lavoro è pieno di brevi perle ritmiche dimostranti che per fare Punk non puoi anche non essere solo caciarone.
Tuttavia la caciara ci piace, infatti l’album ci mette poco a svelare il lato HC che è in tutti noi e lo fa in modo molto vario: parte dal Hardcore Punk dei primi anni ’80 alla Germs di Johnny Was An Idiot , passa per lo Street Punk vecchia scuola-scheggia denti alla Chaos UK di This Means War e arriva al Punk Metal di Rejected con assonanze Thrash addirittura!

Come dicevo, non mancano i particolarismi e non parlo solo di piccoli specials ritmici, ma di vere e proprie trovate che elevano il disco musicalmente, per esempio il provocante mood della strofa di 13 o l’intro acustica di Black Dog From Outer Space.
Inviterei a tenere d’occhio, anzi d’orecchio, gli energici riff di basso fantasiosi e le linee vocali armonizzate, delle quali abbiamo una stupenda dimostrazione nel secondo singolo dell’album, Quarantenary, in cui il trio lancia una frecciatina lirica proprio ai NOFX, argomentando che i «Dinosaurs didn’t die, they just learned to fly» (non so se fosse voluta, sta di fatto che mi è piaciuta).
Beh? Cosa aspettate? Chiodo, skate e The Ammonoids in cuffia!
Daje

 
 

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