Intervista con Pippo Zarrella autore di Nero Chiaro Quasi Bianco (Neo Edizioni - Aprile 2021)

Il creatore del cinico avvocato Oreste Ferrajoli a tu per tu ai microfoni di Radio Sherwood

26 Maggio 2021

Nero Chiaro Quasi Bianco è una delle novità della Neo Edizioni fresco di stampa (aprile 2021). Dopo aver letto il suo libro tutto d’un fiato ho deciso di telefonargli per un’intervista che trovate qui a lato in formula podcast o qui giù scritta. Grazie Pippo, ed in bocca al lupo!

R: Ciao Pippo, vorrei innanzitutto che ti presentassi agli ascoltatori di Radio Sherwood. Un po' di biografia insomma, chi sei, da dove vieni, cosa fai nella vita?

P: Sono Giuseppe Zarrella, alias Pippo per gli amici, anche il libro è firmato “Pippo” tra l’altro. Vivo a Cava de’ Tirreni, una ridente cittadina alle porte della Costiera Amalfitana in Provincia di Salerno. Svolgo l’attività di avvocato – e bada bene Rossella non “sono” avvocato, ma “faccio” l’avvocato – un mestiere come un altro, come il carpentiere o l’operaio e contestualmente sono dottorando in diritto del lavoro e del pubblico impiego.

R: Wow anche il dottorato quanto ti manca?

P: Un altro anno e mezzo!

R: E nel frattempo scrivi anche libri!

P: Ho un fratello gemello…eheh!

R: Che sarebbe Giuseppe!

P: Tipo Dottor Jekyll e Mister Hyde

R: Esatto! Ma venendo a noi…già parlandotene in privato, ti ho detto, tu non sei all'esordio, non a caso alle spalle hai altre pubblicazioni e discreti premi, tuttavia possiamo considerare Nero Quasi Bianco edito ad aprile 2021 con Neo Edizioni, un vero e proprio "esordio con il grande pubblico". Ci puoi spiegare un po' come è avvenuto l'incontro con la casa editrice? Ci sono stati tentativi con altri editori? Com'è che è andata insomma?

P: La distribuzione della Neo a livello nazionale (poiché il mio libro è distribuito a livello nazionale) conferma quello che dici e che cioè Nero Chiaro Quasi bianco può essere definito l’esordio con il grande pubblico. La Neo l’ho sempre seguita fin dalle sue prime pubblicazioni ed è sempre stata una delle mie case editrici preferite per la qualità ed originalità dei lavori che pubblicava che definirei “particolari”. Ho inoltrato illo tempore alla Neo sia Avanzi che Sottopelle che non furono scelti ma motivatamente, poiché non erano in linea con la linea editoriale. Poi anche grazie al concorso letterario “Storie di sport” a cui partecipai e vinsi il primo posto con un racconto Pubblicità, è avvenuto il matrimonio!

 

R: Venendo alla trama, il protagonista è un cinico avvocato, Oreste Ferrajoli, con la “i lunga”, sprezzante della sofferenza altrui e che tende esclusivamente a monetizzare. La sua bibbia? Le tabelle di Milano, magari sconosciute ai non giuristi, che spieghiamo, servono a quantificare la liquidazione del risarcimento in base al danno. Tu come ci hai detto nella vita fai l'avvocato (e non sei un avvocato…eheh), c'è dell'esperienza personale latente o, differentemente, sei partito dalla tua professione e l'hai estremizzata fino allo stremo?

P: È chiaro che tutto ciò che è narrato è portato a livelli estremi che lambiscono, sfiorano il grottesco con tutti i personaggi della storia. Vorrei apostrofare l’intro di una grande opera cinematografica (molto vicina per lo spirito al mio libro) che è Le mani sulla città di Francesco Rosi che all’inizio del film specifica: “I personaggi e i fatti qui narrati sono immaginari, è autentica invece la realtà sociale e ambientale che li produce”. Il contesto sociale ambientale è quello, ma è chiaro che i personaggi sono tutti inventati e caricaturizzati utilizzando la satira.

R: Sembra quasi una composizione teatrale, a mio parere una bella riproposizione teatrale sarebbe pazzesca!

P: Magari!

R: Ma venendo ad Oreste…ogni scrittore tende ad affezionarsi ai suoi protagonisti di carta che prendono vita sulle pagine di libri. Ma, sinceramente, aldilà di un sentimento d'affezione per una creazione personale, si può amare davvero Oreste Ferrajoli? I suoi scheletri nell'armadio doppiano le "capozzelle" della Chiesa di Santa Maria delle Anime!  

P: Io sono il papà e ti dico: certo che si può amare Oreste Ferrajoli! Ma per amarlo bisogna farsi muovere da un sentimento di pìetas. In fin dei conti nonostante la patina sulla sua vita, Oreste è un uomo solo, quello che da queste parti viene chiamato un “pover omm” che è diverso da povero uomo/uomo povero. In queste due parole c’è il concentrato del protagonista a mio avviso. Oreste è un disadattato che predilige la forma sulla sostanza e che però una volta che avviene una prevaricazione della forma sulla sostanza, subisce attacchi di panico che mettono in discussione ed in collisione quello che è con quello che vorrebbe essere. Un personaggio che si può amare nonostante i suoi limiti e le sue debolezze.

R: Come è nata l’idea sugli insetti? Da dove nasce questa creatività?

P: Cercavo qualcosa che mi collegasse il reale con l’irreale, un escamotage letterario che potesse in qualche modo aprirmi le porte alla irrealtà. Sugli insetti, fin da piccolo ero un appassionato delle caratteristiche comportamentali degli animali. I comportamenti di alcuni insetti presi singolarmente, tipo lo scarabeo o la Mantide Religiosa, mi hanno riportato ad alcuni atteggiamenti nella vita reale dei personaggi che si trovano lungo il libro. E da lì in poi ho pensato a far parlare gli insetti in napoletano, un napoletano comprensibile. D’altronde la coscienza agisce senza filtro, una persona nata in un contesto napoletano parla naturalmente in napoletano. Dato che gli insetti sono la voce della coscienza del protagonista non potevano mica parlare in italiano?

R: Usciamo dalle pagine del libro…con una domanda a metà tra la curiosità ed un filo di provocazione. Come mai avvocati, giudici, ex o in carriera, in generale, giuristi, prima o poi - anche all'apice della loro carriera - mettono la toga al chiodo ed impugnano una penna? Per di più, sentendosi così legati al proprio mondo di appartenenza da scriverne di esso. Penso alle serie dell'avvocato Guerrieri di Carofiglio, o per citare noti stranieri John Grisham. Sarà per caso sadismo? (Hehe)

P: Me lo son chiesto anche io! Secondo me il mondo del diritto è di fatto un terreno fertile sul quale attecchisce un ventaglio di umanità differente. Sempre se uno ha la sensibilità e gli strumenti per poterla coglierla. È una vera e propria fonte antropologica di ispirazione per chi ha la passione per la scrittura. Se si solleva lo sguardo dagli articoli del codice di diritto sostanziale o procedurale, si vede faccia a faccia la vita della gente, le loro paure, le loro frustrazioni, i loro pensieri e tutte le cose che ci sono dietro un provvedimento od un atto di un avvocato o di un magistrato. È una questione di “inclinazione del capo”, c’è chi è abituato a guardare il codice, il diritto sostanza, e chi a guardare anche alle persone.

R: È questione anche di empatia…

P: Direi proprio di sì.

R: Noi non possiamo assolutamente svelare il finale…ma, c'è un futuro per l'avvocato Ferrajoli? Qualcos'altro bolle in pentola?                                                                                                                  

P: I lettori che terminano Nero chiaro quasi bianco, attendono una prosecuzione quasi naturale delle avventure di Oreste Ferrajoli. Siamo abituati alla consequenzialità della narrazione, a volte anche a discapito della bellezza stessa dell’opera. Basta vedere tutte le serie tv che hanno preso sempre più piede rispetto ai singoli film. Per ora non so, rimandando al tuo “qualcos’altro bolle in pentola”, ti rispondo dicendo che, per ora, il fuoco è ancora spento. Non ci ho pensato, sul serio. Ma tutti mi chiedono…

R: Secondo me finisce benissimo così e non mi aspetto alcuna prosecuzione!

P: La penso anche io, anche se – magari lo hai notato - ho lasciato uno spauracchio aperto!

R: Certo che sì.  

Ma Pippo…volevo chiederti in merito alla quarta di copertina del tuo libro che pesa tantissimo. La firma ed il commento di Maurizio de Giovanni precedono la lettura. L’ho immaginato come una sorta di padrino di cresima che mette la mano sulla spalla al proprio figlioccio. Come lo hai contattato, cosa ti ha detto dopo la lettura?

P: Lo strillo di De Giovanni secondo me ha un grosso limite nonostante sia una cosa bellissima: eleva in modo esponenziale le aspettative in chi legge e di converso potrebbe verificarsi anche un effetto boomerang. Grandi aspettative che di fatto possono creare grande delusione…

R: Ma non è questo il caso…dai

P: Grazie, ma sei un’amica! Hehe! Comunque con De Giovanni ci siamo conosciuti in un paio di occasioni, l’ultima è stata un paio di anni fa durante una premiazione di un concorso letterario da lui bandito in relazione all’uscita di un suo libro. Da lì è rimasto un buon rapporto e anche grazie all’intermediazione della casa editrice, il libro è piaciuto a Maurizio il quale l’ha voluto “cresimare” come un padrino fa con il suo figlioccio. Anche se…e tu lo sai, qui “cresimare” significa anche un’altra cosa…ehehe!

R: Spiegalo tu cosa significa dai…

P: Mi viene in mente un’altra parola napoletana… diciamo una sorta di ‘matrimonio di paccari’.

R: Ecco! Ma cosa diresti al Pippo di quasi dieci anni fa, fresco e pimpante studente, autore di Avanzi (2013), oggi? E cosa diresti, invece, ad un neofita scrittore che cerca la pubblicazione della vita?
P: Anche se mi sento anche io un quasi-neofita…ad un neofita autore (più di me) direi di non assuefarsi delle sue parole e delle sue storie. Avere un profilo basso e mangiarsi “pane e umiltà”. Capire che in fin dei conti si tratta solo di parole. Non è nulla di grande, di estremo.

Al Pippo di dieci anni fa…beh non è che ci ho pensato anche perché non è che siamo in ‘età pensionabile’ però penso che gli direi di non indietreggiare neanche di un metro, in un mondo che ti osserva e spera che ti schianti al suolo mentre stai per spiccare il volo. E aggiungerei di camminare come ho sempre fatto per le vie più belle, come diceva De Andrè, “in direzione ostinata e contraria”. Penso di non aver tradito effettivamente quel percorso. Guardando sul breve periodo magari non ci si rende conto di quel che si è fatto, bisogna voltarsi indietro e gettare lo sguardo sul lungo periodo, è lì che ce ne accorgiamo.

R: Dato che questa intervista viene pubblicata sulla nostra webzine che tratta a 360° la cultura, dalla musica, alla letteratura al cinema, hai dei libri da consigliarci?  Ci consigli anche una colonna sonora adeguata alla lettura del tuo libro?

P: Come colonna sonora non posso che consigliare l’album dei Buona Vista Social Club che fa da cornice soprattutto nel finale a Nero Chiaro quasi Bianco.  Risposta un po’ scontata! Per quanto riguarda i libri…non posso che citarti libri che appartengono al mio patrimonio culturale. Parto dal primo che è divenuto tra l’altro anche un cameo nel libro L’avversario Di Carrere (questo libro è nel cassetto di Oreste all’arrivo delle sorelle Iovine) – una storia tremendamente vera scritta divinamente. Poi, Sostiene Pereira di Antonio Tabucchi, è riduttivo qualificare la bellezza di quest’opera. Infine tutto ma dico tutto Carver – per la freschezza della lingua e per la sua capacità narrativa a farti interessare anche del quotidiano.  

R: Dove possiamo trovare il tuo libro Pippo?

P: Grossomodo in tutti i circuiti…oltre che in alcune librerie indipendenti si trovano in tutti i grandi gruppi, Feltrinelli, Mondadori, anche sul web, su Amazon. Anche se non c’è in libreria si può ordinare e nel giro di 24 h arriva! Ci sono tante realtà indipendenti che seguono Neo, a Padova ci sono tantissime librerie che lo hanno (tra cui Limerik all’Arcella!).

R: Tra l’altro nel libro c’è un personaggio veneto…eheheh

P: Trattato un po’ con disprezzo dal nostro Oreste Ferrajoli. Ehehe! Ma lo scoprirete leggendo il libro!

 
 

Biografia:

Pippo Zarrella, Salerno, 1986. Avvocato, impegnato nell’associazionismo e nel sociale. Laureato in Giurisprudenza e in Scienze politiche, ha conseguito un Master di II Livello in Criminologia.
Suoi racconti sono stati premiati in diversi concorsi nazionali, tra cui “Concorso Storie di Sport” per il Festival Rocky Marciano, “Premio Letterario Comune di Giugliano”, “Premio Internazionale di Poesia Città di Trieste – Castello di Duino”, “Premio Internazionale Raduga”, “Concorso Dame di Cava de’ Tirreni”, “Concorso UNICEF Castello Doria di Angri”. Nel 2017 vince il contest “Buon compleanno commissario” per il lancio del romanzo Rondini d’inverno di Maurizio De Giovanni.
Ha pubblicato i romanzi Avanzi (FI Editrice, 2013) e Sottopelle (Il Quaderno Edizioni, 2017).

Su Nero Chiaro Quasi Bianco

Avido, disincantato, appassionato di insetti e truffatore. Per di più napoletano. Come non innamorarsi dell’avvocato Oreste Ferrajoli, e della scrittura acida, corrosiva e divertentissima di Pippo Zarrella? Segnatevi questo nome, perché ne sentiremo parlare. Eccome.
(MAURIZIO DE GIOVANNI)

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