Essere un artista transgender: intervista a Ryan Cassata

8 Luglio 2021

Cantautore pluripremiato, attivista LGBTQ+, il giovane americano Ryan Cassata è davvero un artista con qualcosa da dire. Appena ho scoperto la sua musica su Instagram, ho pensato che sarebbe stato molto interessante raccontare la sua storia. Soprattutto in giorni come questi, in cui la parola gender è sulla bocca di tutti e, finalmente, anche in un disegno di legge contro la discriminazione.

Ciao Ryan! Quando ho scoperto la tua musica sono rimasto colpito: bella voce, testi intelligenti, un’autentica urgenza espressiva. Raccontaci qualcosa del tuo stile.

Grazie mille, questo significa molto per me. Le mie canzoni vengono dal cuore. Sono le mie esperienze di vita, le cose che ho attraversato, sentito o visto. Sono un’estensione della mia anima. Il mio stile difficilmente si può catalogare in un genere. Ho iniziato come cantautore, sono passato al folk punk, poi all’indie rock, e ora sto facendo cose più vicine al pop. Il mio prossimo disco Magic Miracle Mile esplora territori nuovi e non vedo l’ora di poterlo far sentire. Unisce rock, emo, pop, trap, hip hop e cantautorato, in un sound nuovo per me.

Sei nato in un corpo di donna, a 18 anni hai iniziato la tua transizione con un intervento di top surgery. Oggi come ti definisci?

Sono orgoglioso di essere un trans e di far parte della comunità LGBTQ+. Sono dieci anni che vivo questa cosa ed è meraviglioso far parte della rivoluzione in corso.

Hai scoperto la musica durante l’adolescenza, un periodo in cui eri anche vittima di bullismo. Cosa ricordi di quel periodo e cosa diresti agli adolescenti di oggi?

L’adolescenza è dura. Una delle fasi più difficili che attraversiamo come esseri umani. Perché tutti stanno cambiando, cercano di capire chi sono, e ci sono un sacco di prepotenti. Il mio consiglio è di tener duro, stare con gli amici che ti fanno sentire a tuo agio, ed essere te stesso per quanto possibile. Sperimentare va bene. E va bene non sapere ancora chi sei. Alla fine andrà meglio, non si rimane adolescenti per sempre. Anzi, è uno dei periodi più brevi della nostra vita. Conviene goderselo il più possibile.

Parliamo di come essere transgender ha influenzato la tua carriera. Senz’altro avrà causato rifiuti. Ma ti ha anche reso una specie di simbolo per un’audience vasta e molto coinvolta. Lo senti più come un ostacolo o un super potere?

È sia un ostacolo che un superpotere. Per esempio, ci sono posti in cui non posso suonare perché non accettano trans. Ci sono manager che non mi prendono perché non accettano trans. La lista è lunga. Ma è un superpotere perché mi ha permesso di creare una connessione forte con chi mi segue, mi ha dato visibilità. E mi ha fatto trovare dei buoni amici.

Scrivi testi arguti e significativi. Quali sono le tue influenze letterarie?

Le mie influenze spaziano da Bruce Springsteen a Drake, Kendrick Lamar, perfino Justin Bieber. Ascolto di tutto. E leggo veramente un sacco. Sono all’università e leggo soprattutto testi di teologia e giustizia sociale. Senz’altro stanno influenzando le mie canzoni ed espandendo il mio vocabolario.

Nella narrazione transgender leggo spesso una frase che faccio fatica a capire: “il corpo che viene assegnato alla nascita”. Come se ci fosse un 'vero me', pre-esistente e assoluto, che riceve un corpo, che può essere giusto o sbagliato. Ma se penso alla mia vita, sperimento l’opposto: non c’era nessun 'vero me'. La mia autocoscienza si è formata e continua a crescere insieme al mio corpo. In effetti è ancora in trasformazione. È vera quanto il mio corpo, anzi, le due cose non sono separabili. Cosa ne pensi, qual è la tua esperienza a riguardo? 

“Assegnato alla nascita” è un modo per definire il genere che ciascuno riceve alla nascita. È più una cosa medica. Ma capisco cosa intendi. Per quanto mi riguarda, io mi sento in primo luogo un essere umano. La mia esperienza è quella di una persona trans, quella di qualcuno a cui è stato assegnato un corpo femminile alla nascita, ma questa è solo una parte di chi sono io. 

Com’é il mondo che sogni?

Sogno un mondo che accetta la diversità, dove tutti lavoriamo assieme e ci aiutiamo a vicenda. Pace e amore.

 
 

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