Il Marocco degli anni '60 visto con lo sguardo delicato di una bambina

Marrakech - Esther Freud

Voland, 2011

31 Ottobre 2011

Tangeri, fine anni ’60: in mezzo al folto gruppo di hippies europei che ogni giorno attraversano lo stretto di Gibilterra in fuga dall’Europa e dalle sue asfissianti convenzioni borghesi ci sono anche le piccole Lucy e Bea, al seguito di una madre single in cerca di se stessa. Così prende l’avvio Marrakech (titolo originale: Hideous Kinky), di Esther Freud, appena tradotto da Voland.
La particolarità del bel romanzo, in parte autobiografico, sta nella scelta dell’autrice (che poi è figlia del pittore Lucien Freud e dunque discendente del fondatore della psicanalisi) di raccontare tutta la vicenda attraverso lo sguardo curioso della piccola Lucy, catapultata all’improvviso in un mondo per lei completamente nuovo. Ma se è vero che i bambini si sorprendono di tutto, nulla per loro è davvero stupefacente: così Lucy e Bea si abituano in fretta a vivere come le coetanee marocchine, e ben presto le ritroviamo a girovagare con naturalezza nel labirinto del suq.

Davvero ben ritratto, dal punto di vista della psicologia delle piccole protagoniste, è l’affetto che le lega alla madre: le bambine, anche quando non ne comprendono gli atteggiamenti, dimostrano per la mamma, esuberante ma fragile, un grandissimo attaccamento, e sono pronte a sostenerla negli espedienti per rimediare qualche soldo come a sopportarne con un sorriso la fascinazione per il misticismo sufi.
A fare da contorno a questa famiglia tutta al femminile una serie di uomini che vi si affiancano per periodi più o meno lunghi, e in cui le bambine cercano in maniera toccante di trovare un surrogato del padre, a loro noto solo per i ritardi con cui paga l’assegno di mantenimento: Luigi Mancini, ricco italiano sempre vestito di bianco che abita in un castello, Atari, agente immobiliare col sogno poetico di aprire un cinema, Pedro-toppe-nel-sedere, e soprattutto Bilal, acrobata affettuoso e fedele, costituiscono una costellazione di personaggi tutti ben caratterizzati.

Ma forse la vera protagonista del romanzo, discreta ma onnipresente anche quando l’azione si sposta in campagna o in Algeria, è la città di Marrakech: fra saltimbanchi, saggi sufi, nobili europei in buen ritiro, commercianti e ladruncoli essa offre uno spaccato di vita assolutamente unico, e un’ambientazione ideale per le piccole avventure di ogni giorno delle due sorelline.

Per chiunque sia stato a Marrakech, e senta la nostalgia di piazza Djema el-Fnaa, il libro sarà sicuramente un piacevole modo per reimmegersi nel suo turbinio di odori e colori; chi non c’è ancora stato, invece, avrà l’occasione di farvi una capatina, sia pure solo con la fantasia, a un prezzo imbattibile per qualunque low cost.

 
 

Titolo: Marrakech
Autore: Esther Freud
Editore: Voland
Collana: Amazzoni
Anno: 2011
Pagine: 198
Prezzo: 14 €

www.voland.it 

 
 
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