Kiwi666 - Wrong Nature, il tuo miglior nuovo ascolto lofi di luglio!

Scopriamo il nuovo ep fresco d’uscita per Selvatico Dischi

12 Luglio 2021

Roberto aka Kiwi666 è un cantautore che unisce la passione per la scrittura musicale anglosassone a lofi e bedroom pop, ovvero la musica indie “fatta e realizzata in cameretta”, come si dice in gergo. La sua anima viaggiatrice e slacker è suddivisa fra Cile, Bologna e Padova, dove in quest’ultima città durante il periodo del lockdown, trovatosi nella sua stanza, ha realizzato con sapienza minimale l’ep Wrong Nature che vi presentiamo oggi.

Spesso diventa difficile inquadrare un’uscita all’interno di un singolo mood o genere, ma vi posso dire che questo ep (disponibile anche in formato cassettina-tape) è perfetto per le trasferte in auto, andando verso qualche località di montagna (o se siete poco inclini alle ore al volante, sui colli a due passi da casa). Meglio se questo viaggio venga fatto da soli o in compagnia di poche persone, visto il tiro contemplativo ispirato.

La musica di Kiwi si ha come la sensazione prenda vita dallo spazio circostante per arrivare dentro di sé e, filtrata, uscirne sotto forma di canzoni. Capite perché abbia citato l’aspetto contemplativo.

Il disco esce per Selvatico Dischi, neonata realtà discografica dedicata alla musica pop alternativa DIY, e che vi invito a seguire per scoprire nuova musica e le date di Kiwi, in giro per presentare Wrong Nature. Ora vi lascio alla nostra chiacchierata, buona lettura!

Kiwi666, nome originale da cui prendo spunto per chiederti: come è nato il progetto?

Durante la mia adolescenza e i primi vent’anni ho sempre portato avanti in parallelo il mio amore per il grunge/alternative rock anni ’90 e una certa propensione per il cantautorato, soprattutto anglofono. Ora, mentre la mia passione per la musica più rumorosa ha dato vita alla mia band, i SUBTREES, il percorso cantautoriale è sempre rimasto in ombra, uno scheletro nell’armadio che tendevo a nascondere, o almeno a celare sotto muri di riff col Big Muff.
Se devo essere sincero, Kiwi666 è stato sempre un progetto latente, che ha avuto il suo habitat naturale durante il primo lockdown a marzo 2020: la lontananza dalla sala prove, l’isolamento, e gli strumenti a disposizione – una chitarra acustica, un paio di microfoni e un PC – hanno creato l’atmosfera perfetta per dare sfogo alle mie autoproduzioni. Ora che la bestia è stata liberata, non si torna più indietro però.

Lofi music: ascoltando l'album viene subito in mente la musica di Mac Demarco, Unknown Mortal Orchestra, anche l'Eddie Vedder di Into the Wild nella parte finale. Musica nata in contesti intimi e abbastanza ruvidi. Ti chiedo, dunque, come è partita la passione per il lofi, ovvero il momento in cui hai ascoltato la prima traccia di questo genere e cosa significa a livello di visione di vita tale sound?

Forse se devo andare all’origine della mia infatuazione per il lo-fi si arriva a Elliott Smith, quello dei primi tre dischi: Roman Candle è stato fatto nello scantinato della sua ragazza, con una chitarra giocattolo e un Tascam Portastudio. E con così poco è riuscito a creare un’atmosfera eterna, sospesa nel tempo. Andando ancora più indietro potremmo arrivare al Nick Drake di Pink Moon, altra grande infatuazione giovanile che si muove sulle stesse corde.
Sul versante più marcio invece, quello della parte più caotica e rumorosa di me, sicuramente i santi patroni del lo-fi per me sono stati i Guided by Voices, Bee Thousand è un disco totale al quale torno costantemente

Sicuramente la registrazione in cameretta in maniera autonoma - ovvero come è stato registrato Wrong Nature - ha dei pro e contro: ce li potresti raccontare?

Secondo me la produzione in cameretta ti porta a ragionare sul concetto di limite, e a ragionare sull’essenziale. Come ho detto, i miei mezzi non sono granché ampi, per cui mi sono ritrovato a lavorare al meglio con quello che avevo a disposizione, e imparare a sfruttarlo al meglio. Per il tipo di estetica a cui volevo puntare con Wrong Nature, sinceramente non ho visto nessun punto a sfavore della cameretta. Inoltre, devo aggiungere che nella fase di scrittura per me il suono e l’arrangiamento è fondamentale, per cui lavorare in autonomia mi permette di lavorare sui suoni e sulla produzione in senso lato mentre sono ancora nella fase di songwriting. Molti pezzi nascono appunto dalla sperimentazione con un suono, o un determinato strumento. Questo è il caso per esempio dell’apertura e chiusura dell’EP, che vedono un vecchio organo ad aria Bontempi protagonista.

Da By The Lake in poi il mood dell'ep prende una chiave virante maggiormente sulla "road song". Come mai questo leggero cambio di stile? 

Il concetto di paesaggio è molto presente nella mia scrittura, per cui il tema della strada calza a pennello. Non so però se ci sia stata una scelta deliberata o meno sulla tracklist in termini di tematiche. Pensandoci, By the Lake si può accostare a Fight or Flight per quanto riguarda la metafora della strada, anche se diametralmente opposte: in Lake il paesaggio è specchio di una soluzione a tutti i problemi, mentre in Fight il paesaggio è arido e ostile. Per quanto riguardo i suoni invece posso capire questa sensazione, in quanto forse in determinati pezzi emerge di più la mia vena da singer/songwriter anglofono, in cui la dimensione spaziale è spesso protagonista. 

Secondo te il carattere "distorto" della tua musica (e del lofi) - palesato bene in intro e outro - perché ha cosi presa sugli ascoltatori? Che emozioni smuove? Potrebbe legarsi a livello ideale in qualche modo al titolo Wrong Nature?

Secondo me ruota tutto nella ricerca dell’autenticità, pensaci: dagli anni ’80 in poi con l’avvento delle tecnologie digitali la traiettoria della musica si è mossa sempre più verso una direzione asettica, troppo pulita, anonima. Eppure, gli errori, i rumori sbagliati delle macchine analogiche avevano qualcosa da dire: erano quella patina in più che davano alla musica un’aura di autenticità. L’errore e il rumore non si possono replicare, semplicemente capitano. E per qualche indefinibile ragione a qualcuno di noi il rumore, la patina di sporco piace: sarà colpa della nostra natura sbagliata?

 
 

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