Sugar For Your Lips - Spleen

La recensione del nuovo disco della band alternative rock cosentina

7 Marzo 2022

«Quando il cielo è basso e pesante come un coperchio
Sullo spirito che geme vittima di lunghe fitte,
E dall'orizzonte di cui abbraccia per intero il cerchio
Ci versa addosso un giorno nero più triste della notte»

Baudelaire, Spleen, in Les Fleurdu Mal (1857)

Potrebbe risultare insolito cominciare la recensione di un album rock con una citazione poetica, ma non nel caso dei Sugar For Your Lips, per cui il decadentismo del poeta maledetto è un riferimento costanteAl punto da battezzare il loro primo album, pubblicato da Overdub RecordingSpleen.

I Sugar For Your Lips (da ora SFYL) dal 2013 militano nell’ambiente alternative rock, ma solo dal 2019 si consolidano con formazione stabile, partecipazione alle fasi finali di Sanremo Rock 2020 e finalmente il tanto atteso primo album, che dopo l’anticipazione dei singoli Salvami Idea ci presenta una band che suona un alternative rock caratterizzato da atmosfera cupa e continui riferimenti letterali.

«Spleen è tedio, decadenza. Fastidio nei confronti di una vita che non è come immaginavi. È per tutte le persone che non si sentono a loro agio» - SFYL.

Spleen vuol dire letteralmente “milza”, “bile”. Nell’ambito letterario rimanda all’attribuzione antica della milza come fonte del malessere umano, ecco che il riferimento all’opera di Baudelaire viene declinato dagli SFYL al senso di inadeguatezza, creato da un presente che pesa come quel cielo basso e pesante che copre l’uomo come un coperchio, togliendogli l’ossigeno fino a farlo affogare in un mare burrascoso di fallimenti e senso di inettitudine. 

Solo «seguendo l’idea che mi fa respirare, riesco a restare a galla senza affogare» (Idea) si può affrontare un presente che vuole riempirci d’acqua i polmoniLa cura che gli SFYL prescrivono all’ascoltatore consiste nel lasciare spazio alla propria voglia di rivalsa: «accettarmi è la risposta» (Il Gramo), quale miglior reazione ad un sistema che ci vuole adeguati solo se piegati alle proprie logiche?

Il percorso che la band intraprende in Spleen si apre con la strumentale 3,2,1… in cui il cupo arpeggio di chitarra iniziale prima si affianca ad un incalzante ritmo di batteria, presentandosi poi al cospetto di un’energica linea di basso.

In 0-, pezzo con cui la band ha partecipato alle finali di Sanremo Rock, il testo fa i conti con la sensazione di fallimento di considerarsi meno di zero dinanzi agli ostacoli della vita. Si cerca fin da subito una cura in Idea un sogno lucido che permette di rialzarsi dallo sconforto, affrontando poi il rischio di dualismo in Il Gramo brano ispirato dal Visconte Dimezzato di Calvino che si conclude con l’accettazione di sé con tutti i propri difetti, tema del dualismo affrontato anche in A Metà mentre in Salvami si cerca nell’altro, nella relazione autentica la via per uscire dalla soluzione dello sconforto. In Ombra sul Muro la band reinterpreta il mito della caverna platonico, affrontando l’illusione di una realtà falsa e la paura di fare i conti con lautentica realtà. In Io fantasma e Tu sei lì viene individuato nell’incontro con l’altro la soluzione al senso di inquietudine, che non può essere superato nella solitudine.

Negli SFYL è evidente una potente alchimia tra i componenti, che evidentemente condividono il loro percorso musicaleormai da anni, in tutto Spleen la batteria alimenta un ritmo incalzante e sempre vivo, la chitarra sa alternare arpeggi lenti ad accordi energetici e intermezzi solistici, legandosi perfettamente con potenti linee di basso che emergono in ogni pezzo. I testi centrano appieno l’obbiettivo di descrivere l’attualità in cui il disco è stato creato, pandemia ed isolamento sociale hanno sicuramente influenzato la scrittura. Non bisogna tuttavia pensare che questo album rifletta una depressione nichilistica, gli SFYL fanno emergere arte e socialità come cure per questi tempi difficili.

 
 

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