La moltitudine di Stromae

Il nuovo album è arrivato il 4 marzo 2022 per Mosaert

3 Aprile 2022

Nove anni dopo il suo ultimo album e dopo aver confermato il suo ritiro dalla musica nel 2016, Stromae, nome d'arte di Paul Van Haver, ritorna in grande stile, con Multitude pubblicato per la sua label Mosaert.

Il nuovo album appare subitaneamente pieno di contrasti, sia a livello musicale che a livello di tematiche, promettendo un viaggio intorno al mondo a tutti gli ascoltatori. 

Dopo aver combattuto malattie come la malaria e molti problemi di salute mentale, oltre ad essere diventato padre, l'artista belga è, in definitiva, tornato a deliziarci con un album ispiratore.

Invaicu è una perfetta apertura: un coro bulgaro si sovrappone alla voce del cantante con una forte base ritmica che dà aria di grandezza e speranza per un nuovo inizio. È un'ode al superamento di una malattia. Santé è invece dedicata a Rosa, la sua lavoratrice domestica, alla quale ha voluto rendere omaggio. Con una base strumentale di charango, composta dall'argentino Juan Paio, S. utilizza un ritmo reggaeton ternario invece che binario: un’innovazione unica che ben si sposa con la sua voce. 

C'est che du bonheur è nella stessa vena musicale. Così come nel suo grande successo di 2013, Papaoutai, racconta com'è stato crescere senza suo padre, in questo caso racconta con sincerità e senza alcuna dissimulazione quanto sia complicato diventare padre.

«Vedrai, è solo felicità, Vedrai, è gioia. Ci sono pannolini e odori. Ci sono vomiti, cacca e poi tutto il resto.» 

In Declaration, con un ritmo afro, ancora una volta rende omaggio alle donne, e quasi lo fa attraverso un'apologia pubblica, denunciando il maschilismo e la misoginia subiti quotidianamente.

«Non so se credo in Dio, ma in te credo. E perché dovrebbe essere maschile? Perdonami, non siamo nati misogini, lo diventiamo.»

Una grande riflessione su come gli esseri umani sono infelici e insoddisfatti dalla natura avviene in Solitude. Desideriamo la solitudine quando siamo annoiati dalla routine di stare con un partner, e desideriamo stare con qualcuno quando non possiamo più sentire la nostra voce. Il coro cantato in falsetto approfondisce questa sensazione, rendendola una delle canzoni più intime dell'album.

«Il celibato mi fa soffrire di solitudine, la vita di coppia mi fa soffrire di stanchezza.»

La parte strumentale è stata composta con un ehru, un tipo di violino cinese, e suonata dall'esperto Guo Gan, che riesce a trasportare in Cina in pochi secondi. Anche in Pas vraiment, riguardante la curiosità che proviamo per la vita degli altri, presenta un altro strumento tradizionale, un tipo di flauto dalla Turchia, chiamato Ney, eseguito dall'artista Selman Faris. La miscela di musica tradizionale/folk con la musica pop in entrambe le canzoni è una costante che si ripete in tutto l'album.

È da applaudire la posizione che S. prende in Fils de joie, una canzone in cui rende omaggio e valorizza il duro lavoro delle prostitute che, a causa di situazioni precarie e di un sistema che le abbandona, non riescono a trovare una via d'uscita da quella vita. Nel magnifico videoclip crea un mondo utopico dove si tiene un funerale nazionale per una prostituta, incoronata come eroina. In esso interpreta il figlio di una tale donna, ma allo stesso tempo il puttaniere, il poliziotto e il pappone. Tutti hanno un'opinione sul lavoro di queste donne ma la loro, di opinione, non viene mai presa in considerazione, esse sono completamente disumanizzate.

L'uso di un quartetto di violoncelli classici in contrasto con una base ballabile e funk è, secondo l'artista, l'anima dell'album: «Volevo riflettere come attraverso la musica si possa andare dall'Africa orientale, all'Asia, all'Europa e infine all'America Latina, in pochi minuti.»

L'attenzione viene posta sulla salute mentale con l'arrivo di Infern, dove il belga ammette pienamente di aver sofferto di tendenze suicide e di un disturbo d'ansia. La sua voce chiara, la musica distorta, insieme ai cori che a volte emulano urla riflettono perfettamente la durezza del testo. Riconosce di non essere il solo a soffrire di questi disturbi, aumentati enormemente in seguito alla pandemia.

«Ho avuto pensieri suicidi a volte e non ne sono molto orgoglioso. A volte pensi che sia l'unico modo per farli tacere. Quei pensieri che rendono la nostra vita un inferno».

L'album termina con due facce della stessa medaglia: il tema pessimista, Mauvaise journée, ispirato ad un ritmo bolivariano sincopato e prevalentemente lento, ed il tema ottimista, Bonne journée. Entrambe le facce sono complementari perché fanno parte dell'esperienza umana. 

Come riflette il titolo, Multitude è una combinazione di centinaia di influenze musicali che convergono tra loro, con una profonda universalità di temi, in cui ogni ascoltatore può identificarsi. 

Stromae lascia ancora una volta la sua impronta in un genere musicale inclassificabile, sperimentale e innovativo, dando al contempo voce a questioni sociali rilevanti, accompagnandosi con musica e ritmi che infondono speranza nell'ascoltatore. 

 
 

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