Sherwood Festival 2022 Day 1

Dutch Nazari e Jesse The Faccio a #Sherwood22 - Live Report

15 Giugno 2022

Mercoledì, 15 giugno 2022: riaprono finalmente i cancelli del parcheggio nord dello stadio Euganeo di Padova. Riparte il Festival di Sherwood 2022. Dopo un'edizione "unica", quella del 2021, e una saltata, è finalmente ora di tornare a immergersi completamente nella classica atmosfera del festival padovano per eccellenza, quella che aspettavamo dal 2019; e ad aprire le danze, ad assumersi l'onere di rompere il ghiaccio, non può che essere un musicista padovano a sua volta, ovvero Jesse The Faccio.

Avevamo lasciato Jesse a dicembre, quando ci era venuto a trovare in Radio per festeggiare assieme a noi, con un concerto acustico, i 45 anni di Radio Sherwood. In quell'occasione, ci aveva presentato il suo ultimo EP, Le Cose Che Ho, un disco figlio della pandemia e dei lockdown, adatto a un concerto intimo, quale quello che ci aveva regalato sei mesi fa.

Lo ritroviamo ora sul main stage e sarà interessante vedere come un disco così legato alle chiusure e agli isolamenti degli scorsi anni si possa sposare ed adattare ai grandi spazi e al grande pubblico, a fianco dei precedenti lavori Verde (2020) e I Soldi Per New York (2018), già più adatti per "fare casino". I video che accompagnano le quattro canzoni dell'EP si chiudono con Jesse che esce finalmente di casa e si incammina su un prato all'aperto: possiamo dire che oggi quella camminata liberatoria post-lockdown ci porti infine sul palco del festival di Sherwood 2022.

Il sole non è ancora sceso del tutto, mancano pochi minuti alle 21, e Jesse sale sul palco assieme alla band di altri quattro elementi. Si parte con la strumentale Verde pt. 2, che fa da introduzione a Come Mi Vedi, primo estratto dall'ultimo EP. La canzone sfuma come un unico pezzo in Che Resta, durante la quale il nostro già abbandona la chitarra per concludere il pezzo cantando in mezzo al pubblico, quasi a sottolineare l'intimità e al contempo la partecipazione di questa canzone, mentre ormai il sole è sceso alle spalle del palco.

Dopo un intermezzo che si immerge nel passato recente (19.90666) si torna all'ultimo EP con Cose Che Ho. La risposta del pubblico è sicuramente delle migliori: i fan affollano il fronte palco già dalle prime note, creando uno zoccolo duro di appassionati che sostiene e canta ogni singola canzone assieme a Jesse, artista born and raised qui al festival di Sherwood, come da autodefinizione.

Si riparte con una reimmersione nel disco Verde. Ora Jesse si presenta solo sul palco, e con voce e chitarra ci propone Caviglie e Ttmb.

C'è ancora tempo per la sfuriata punk di Verde e LNCAP, che scaldano un pubblico sempre partecipe, per poi avviarsi alla chiusura: si termina, con una certa commozione e un certo trasporto, dove si era iniziato, con l'ultimo EP: Come Posso (Collo) si allunga e deforma nella parte strumentale finale, segnando la conclusione di questo concerto, così come del disco da cui è tratta. Jesse termina dove aveva iniziato: giù dal palco, immerso nel pubblico, stavolta in stage diving, in uno show che diventa rito collettivo. Un gran bel modo per ripartire in grande!

Dopo Jesse the Faccio è arrivato il turno dell'ospite principale della serata, anche se forse, sarebbe più appropriato chiamarlo 'coinquilino' dato che lo Sherwood per lui è casa: Dutch Nazari.

D.N. ha da poco pubblicato il suo ultimo album Cori da sdraio ma per la serata ha deciso di preparare una scaletta costruita appositamente così per l’unica data del tour nella sua città. Una sorta di connubio tra passato e presente, come se avesse voluto salutare Padova o un amico che non  si vede da un po’ e non ci si riesce a non abbracciarsi!

Il concerto inizia con Amore povero, singolo del disco omonimo, ed il sottopalco si riempie come mosche sul miele. Immediatamente si comprendono le decisioni del fonico, che ben ha studiato la direzione del concerto: tanto spazio alla cassa della batteria, al basso e alla chiarezza della voce, per una serie di brani molto ballabili, tra cui qualche hit in cassa dritta: Senza maniIkea e Tutte le direzioni.

Degna di nota la sezione ritmica: basso e batteria in primo piano per tutto il live se non per Multe a chi si droga, pezzo quest'ultimo cantato con tutta la crew di cui faceva parte Dutch, i Massima Tackenza, in cui una 808 ha preso il posto.

«Chi la sa, la canta, chi non la sa, la salta» consiglia con veemenza Dutch per qualche canzone ed il pubblico non poteva che recepirne il messaggio, specie quando sul palco è salito Tony Boy, un giovane rapper, che ha cantato Sembra Facile, brano uscito come feat. tra i due.

Durante l’esecuzione di Fiore, si è inserito un mashup con il ritornello di Stan di Eminem e Dido, purtroppo passato un po’ in sordina per l’inizio di una pioggerellina estiva. Fortunatamente, archiviate le goccioline, tutti sono rimasti sotto al palco e altrettanti sulle collinette, fino alla fine, con l’entrata -ciliegina sulla torta - delle coriste per le ultime cinque canzoni.

Girasoli è il pezzo in cui le tre cantanti hanno dato il meglio, accompagnandosi molto bene con la voce solista, sulla base della commovente atmosfera creata dal brano dedicato al fratello che vive a Londra. Il concerto si chiude con due bis: L’Europa, cantata da seduto con solo la chitarra e Calma le onde.

Note finali: molto apprezzata la scelta di aver lasciato spazio alla sezione ritmica a cui si deve il merito di aver fatto ballare ininterrottamente il pubblico; la voce di Dutch, malgrado qualche sporadica imperfezione, ha retto benissimo per tutta la serata.

Sicuramente un concerto che ha  avuto l’accortezza di accontentare tutti, dai fan, al pubblico in generale e, immancabilmente, allo stesso Dutch, carico sin da subito nella sua città e nel suo festival del cuore.

 
 

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