Sherwood Festival 2022: Day 16

Skunk Anansie #Sherwood22 - Live Report

Il gruppo rock/punk inglese ha entusiasmato il pubblico della Foresta di Sherwood con uno spettacolo eccezionale

1 Luglio 2022

Ieri sera, 30 giugno, è stato senza dubbio uno degli appuntamenti più importanti di questa edizione di Sherwood 2022. Tutti i presenti erano in trepidante attesa del concerto degli Skunk Anansie, band inglese di alternative rock/punk con una forte presenza nell'attivismo politico, che con questo tour celebra il suo 25° anniversario.

Hanno dato il via alla serata R.Y.F., artista solista e attivista queer, e la giovane band Manitoba, che ha saputo scuotere l'atmosfera grazie alla sua freschezza musicale, con canzoni dal tono divertente e orecchiabile.

Infine, dopo le 21:30, sono saliti sul palco gli Skunk Anansie. Come non poteva essere altrimenti, il concerto è iniziato in grande stile con una delle canzoni più potenti, Yes It's Fucking Political, che potremmo definire l'essenza della band, perché per gli S.A. tutto in questa vita è politico e la musica è il veicolo ideale per esprimere i loro ideali senza alcuna dissimulazione. L'energia sul e sotto il palco è palpabile fin dal primo minuto. La leader della band, Skin, nome d'arte di Deborah Anne Dyer, irrompe sul palco con un copricapo da Malefica e un sorriso raggiante. L'allestimento è minimalista ma riuscito: una serie di luci disposte sopra i musicisti e una pedana che li solleva davanti a noi sono sufficienti per ospitare uno spettacolo di tale calibro.

L'energia della leader della band era praticamente inspiegabile a parole. Dopo aver messo piede sul palco, se ne è appropriata e ha conquistato tutti i presenti, grazie alla sua magnetica presenza e alla sua ammirevole agilità vocale. Tale era il suo livello espressivo, che con i primi accordi di Here I Stand, dove gli assoli di chitarra brillavano al massimo, ha deciso di scendere per ballare e cantare insieme ai partecipanti delle prime file.

Skunk Anansie

Tra il pubblico erano presenti fan affezionati, molti dei quali probabilmente fin dalla loro giovinezza della fine degli anni '90, ma anche la generazione più giovane, altrettanto appassionata allo spettacolo che stava vivendo. Entrambi sono stati fortunati ieri: complice il 25º anniversario della band, la scaletta interpretata è stata formata per lo più dalle canzoni più apprezzate. Hanno eseguito pezzi come I Can Dream, dove S. è riuscita a far accovacciare e saltare accanto a lei fino all'ultima persona presente al ritmo di «1,2, 1,2,3,4», come se fosse l'ultima cosa che faceva. Dopo la tanto attesa Weak, Skin è passata alla chitarra acustica e ha scherzato su come, dopo 10 anni senza vivere nel paese, avesse perso la pratica di parlare italiano, ma il solo sforzo dimostrato ci ha sedotti tutti. Il famoso ritornello ha rivoluzionato l'intero festival, che cantava con emozione ogni «Weak as I am, no tears for you, deep as I am, I’m no one’s fool», per poi non smettere di ballare e saltare con l'elettrica Twisted (Everyday Hurts). Oltre a questi attesi classici, cantati all'unisono con il pubblico, la band ha lasciato spazio anche a canzoni più recenti, come i singoli usciti quest'anno, Can’t Take You Anywhere e Piggy.

Non possiamo non menzionare la palpabile connessione tra la frontwoman e la sua band, con cui interagisce in ogni momento. Spicca senza dubbio la performance della tastierista e corista Erika Footman, che in canzoni come Love Someone Else e Tear The Place Up si è unita a S. sulla piattaforma principale. Attraverso armonie perfette, piccole coreografie e un grande carisma, ha dato vita a momenti di pura elettricità sul palco. 

Conosciuta per il suo attivismo politico ed essendo una personalità fortemente legata alla lotta transfemminista, la cantante non ha perso l'occasione di menzionare il terribile fatto avvenuto negli Stati Uniti la scorsa settimana, prima di suonare una canzone molto speciale per lei, come God Only Loves You. Di fronte all'abrogazione del diritto costituzionale all'interruzione di gravidanza in tutto il paese da parte della Corte Suprema, ha condiviso quanto segue: «Questa canzone rappresenta il fatto che negli Stati Uniti sembra che il cristianesimo sia l'unica religione esistente, e tutti noi dobbiamo vivere come i suoi ideali dettano. Poiché molti cristiani non credono nell'aborto, vogliono togliere agli altri il diritto di poterlo fare. Questa non è una canzone antireligiosa, ma basata sul rispetto. Tutti qui siamo uguali, sia noi sul palco che voi là sotto.» È stato senza dubbio uno dei momenti più emozionanti della serata, dove, ancora una volta, la voce della cantante si è mostrata impeccabile e con una grande sensibilità, finalmente illuminata come quel Dio(a) al quale precedentemente faceva riferimento.

Skunk Anansie 2

Dopo una cover di Highway to Hell dove i musicisti si sono presentati, gli Skunk Anansie chiudono il concerto con grande intensità e accompagnati dalle voci di tutti i presenti sulle note di Little Baby Swastikkka. Successivamente, il gruppo si è preso alcuni minuti molto apprezzati per salutare i suoi fan, senza alcuna fretta. Skin ha ringraziato così la partecipazione al concerto, sottolineando quanto sia importante il sostegno alla musica dal vivo dopo questi due anni e mezzo di pausa mondiale. Alla fine ha incoraggiato i partecipanti a passare per il merch, ricordando che sono una band sotto casa discografica indipendente e si autogestiscono. Come ha detto lei stessa, «We run our shit».

Si è trattato di un concerto grandioso, ma allo stesso tempo la band è riuscita a renderlo un'esperienza di pura unione attraverso la vicinanza mostrata. Una notte che potrebbe essere descritta come un'esplosione di emozioni e potenza, che ci ha affascinato fin dal suo inizio.

Dalla Foresta di Sherwood vi consigliamo di non perdere l'occasione di vedere gli Skunk Anansie dal vivo, perché uscirete dal concerto in piena estasi, sperando che l'esperienza ricominci.

 
 
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