Sherwood Festival 2022: Day 21

Queen of Saba #Sherwood22 - Live Report

Il duo che ha "infiammato" il second stage

6 Luglio 2022

Ed eccoci tornati per il day after, ancora qui nella foresta di Sherwood!

Nella ventunesima serata del festival abbiamo avuto il piacere di ascoltare in second stage un gruppo che sicuramente farà molta strada...i Queen of Saba, duo elettronico con un’anima analogica composto da Sara Santi e Lorenzo Battistel.

Il duo si ciba letteralmente di influenze neosoul, alternative R&B, disco pop, hip hop e indietronica. Nella nuova musica italiana i Queen of Saba si fanno spazio sul ring della lotta identitaria, il loro album Fatamorgana è la cornice perfetta per sugellare il loro impegno in tal senso.

Ma scaldiamoci un po'... Sara, prima di schiudere del tutto la sua voce, esordisce dicendo quanto sia bello «fare l'amore con le ragazze». L’aria d’intimità che si respira nel second stage, quella che solo dei piccoli club possono creare, si sposa perfettamente con il tipo di concerto a cui stiamo per assistere, dove Sara tiene letteralmente accesa la conversazione tra il pubblico, chi si occupa del merch, i fotografi e amici, coinvolgendo praticamente tutti.

Si esibisce, da ver* padron* del palco, nei suoi pezzi sicuramente più efficaci Supply, Pesca Noche, Chiodo Fisso.

Notevole anche l'attenzione mostrata dagli artisti verso la lotta al cambiamento climatico e alle problematiche che ormai bussano alla nostra porta, l'invito a lottare con impegno per un cambiamento che si diriga verso anche nuovi futuri esistenziali e relazionali, non solo fisicamente climatici.

Il caso vuole che Lorenzo abbia difficoltà proprio con la voce, scherzandoci sopra e affermando: «avete presente quel colpetto di vento estivo tra una doccia e una serata che la porta via?». Problematica che però viene risolta grazie alla presenza di Sara che è pazzesc*, canta per tutti e due.... canta per le persone, per amore autentico.

Lorenzo con le sue sonorità reggae suggella le basi con cui Sara si esibisce senza alcuna preoccupazione, assolutamente disinibit* si dona con un fare che combina potenza e sensualità al tempo stesso con movenze molto calde sul palco, e voce acuta da graffiare il cielo, regalando baci al pubblico che schioccheranno spesso durante l’esibizione.

Prima di introdurre la canzone Anymore, Sara chiede un vero momento di raccoglimento come se fossimo all'interno di una chiesa sconsacrata… per spaccare di brutto con un ruggito gospel e forzature a nastro di graffiati per scaldare il sotto palco.

Il livello di coinvolgimento è davvero molto alto, il beat rapisce ciascuno di noi, si è portati a ballare naturalmente, le vibrazioni scaldano il bacino e non si può non andare a tempo.  Nei pezzi Sarà alterna l'italiano all'inglese con assoluta disinvoltura.

Inadeguatezza e il non sentirsi all'altezza, sono le tematiche toccate da Sara assieme all'invito a non lasciarsi sopraffare da tali vessazioni e aspettative sociali.

L'uso dei pronomi maschili per rivolgersi alla sua persona con cui si trova a giocare fa di lei un ver* giocolier* sul terreno della libertà. Di se stess* afferma «Il mio corpo non sarà mai un mezzo produttivo privo di autonomia.»

Fier* di non essere mai abbastanza in una società patriarcale o capitalista, suggerisce che l'inadeguatezza è dalla parte giusta.

Sara, vera icona ironica ed estetica, spacca il pavimento ed il suo cuore diventa letteralmente una cassa dritta con il loro pezzo Lingua in fiamme. Il beat ti rapisce, le vibrazioni sembrano prevalere sulle parole di Sara. È il pezzo assolutamente più completo tra vibrazioni, la cassa dritta e la sua voce che ti sfila letteralmente le mutande per poi accorgersi che potresti averle dimenticate anche tu da qualche parte...

Il coinvolgimento sul palco delle strepitose drag queen rende più colorata l'esibizione; è un tripudio di sinuosita ed estetica priva di alcuna di identità di genere.

Un applauso ai Queen of Saba che rimangono fedeli al loro modo di essere nella giungla discografica, senza cedere il loro cuore, il loro tesoro più grande.

Le sonorità di Sara richiamano le voci graffianti di Giordana Angi, Giorgia; richiama anche le movenze di una leggendaria Nannini con colorazioni decisamente più eccentriche. Ma al tempo stesso Sara lascia spazio anche al suo lato tenero definendosi spessissimo un sottone (termine salito in cattedra dopo la serie di Che Dio Ci Aiuti), questo addolcisce molto gli spigoli che alcune volte questa società ci impone, levigandoli e ammorbidendoli.

Bellissima la scenografia con le chiavi di case fatte frinire quasi fossero cicale, facendole ondulare in aria diventando mero strumento musicale.

La band poi riporta l'attenzione sul caso dalla decisione della Corte Suprema americana sulla tematica dell'aborto, invitando tutti a prendere posizioni forti e nette verso decisioni così irragionevoli ai giorni nostri.

Ci congediamo con il desiderio e l'augurio che questo gruppo si mantenga sempre così come l'abbiamo visto questa sera: autentico, energico, coinvolgente. Dalla Foresta di Sherwood è tutto, a presto!

 
 

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