The Zen Circus - Cari fottutissimi amici

Il disco intriso di nostalgia per i vecchi tempi dei The Zen Circus

13 Luglio 2022

Il 27 maggio, i The Zen Circus hanno rilasciato una bomba di malinconia e nostalgia per i tempi andati. Cari fottutissimi amici è un album pieno di featuring con vecchi e nuovi amici, tra chi ha vissuto le stesse esperienze e chi invece si ritrova ad ascoltarle, proprio come quando vent’anni dopo dall’ultimo giorno di scuola, ti siedi al tavolo di una pizzeria con i tuoi ex compagni di classe tra chi non rivedevi da una vita e chi invece c’è sempre stato. 

Ok boomer è il pezzo con cui la band rock pisana apre il disco, ed insieme a Brunori Sas, fanno un paragone con i ragazzi di oggi, rivedendosi negli stessi valori, principi e ideali rivoluzionari, quelli che hanno voglia di fare l’amore e fare festa. Nel video c’è una musicassetta che suona queste parole nostalgiche con il protagonista del video che indossa giacche borchiate, litiga con i genitori ed ha in camera poster dei Nirvana e Guns n’ roses, il tutto imperniato di un’atmosfera anni ’90.

A tuffarsi dentro al passato insieme agli Zen ci sono anche i Management con Voglio invecchiare male, che scherzano di voler rimanere soli come degli animali tra giri di chitarre che accompagnano con dolcezza il brano. L’esperienza li ha resi forti ad incassare colpi che la vita ha teso loro.

Il terzo brano – Figli della guerra - comincia a discostarsi dalla tematica principale, irrompendo con l’inizio di una chiamata che recita:

«Sì, chi è?

No, guardi, no, no, no

Io dormivo, ho sentito urlare

Mi sono affacciato alla finestra, però erano già scappati

No, non, non ho visto nessuno

Eh, gliel'ho detto, mi ha svegliato il gatto».

È un brano dai suoni arrabbiati, e la presenza di Speranza corona il tutto, con 16 barre irate tra versi in napoletano e francese. La presenza del rapper italo-francese è una scelta che può sembrare controversa in un brano rock, ma in realtà si sposa benissimo con l’idea che il pezzo vuole dare. Inoltre, questa canzone era stata scritta già ai tempi del disco precedente – L’ultima casa accogliente - rimanendone però fuori insieme ad altri brani. Difatti la tematica ricorrente del corpo, sembra ricondurre a Figli della guerra allo scorso album.

Gli Zen lasciano poi spazio ad una dedica pop per una Ragazza di carta, una ragazza che sfugge ormai da anni, sempre da scoprire, ma impressa nella memoria. Il brano è una lettera scritta nel 2017, rivista insieme a Luca Carboni, che diventa il protagonista della canzone, permeando il tutto con il suo peculiare stile.

Caro fottutissimo amico, è un pezzo di 11 minuti e 49 che vede riflessioni su ciò che è stato e ciò che sarà, su cosa è cambiato e cosa rimarrà sempre immutato: «una santa voglia di sbagliare tutto». Il brano, insieme ad uno degli artisti con cui il quartetto voleva fare un featuring da ormai tanto tempo – Motta - è una vera e propria consacrazione di un'amicizia. Le parole, tuttavia, lasciano per la maggior parte del tempo spazio ad una melodia fatta di percussioni, violini, chitarre elettriche e pianoforte invogliando senza dubbio gli ascoltatori a vederlo eseguito live il prima possibile!

E se questo disco ha visto fino alla sua metà degli artisti con una carriera anche più che ventennale alle spalle, Il diavolo è un bambino lascia spazio ad un dialogo effettuato con la nuova scoperta Emma Nolde, classe 2000, che ha subito incuriosito il quartetto tanto da chiederle il featuring.

C’è poi la storia di Johnny, raccontata insieme ai Fast Animal and slow kids, una persona che ha «sopra l’anima due dita di polvere», speranzosa ed un po’ ingenua con il rapporto con gli altri. Un testo scritto con la maturità che contraddistingue gli Zen con in sottofondo chitarre acustiche e pochi accordi.

Venendo alla hit radiofonica, 118 è la classica situazione in cui un abitante medio di provincia si ritrova al bar a bere dopo una giornata di lavoro, pieno di domande ed abbandonato ad una vita che non ha scelto. Il testo è intersecato con uno splendido monologo dell'attore Claudio Santamaria:

«Non preoccupatevi per me, non sono solo, siamo in tanti.

La faccia mite come il lago, l'anima in fiamme come i boschi

c'è bisogno anche di noi per sentirvi un po' più in alto

quando guardate in basso.»

Inaspettato e curioso è il feat. con Ditonellapiaga che risolvere il nono pezzo dell’album, Meravigliosa, concedendogli un’aria più completa dalle nuance più pop e dance.

Con Salut les copains, la band toscana saluta i suoi amici e i suoi fan che li hanno accompagnati in questo viaggio nostalgico  fatto di ricordi con un brano di sola musica ambient in collaborazione con Musica da cucina.

Una scelta che può suonare strana ed insolita per il circo Zen ma che si sposa benissimo con l’idea di voler congedare da quest’incontro con un commiato di pace e tranquillità.

 
 

 
 
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