The Subways live report

Apartaménto Hoffman Conegliano (TV) - 11 Novembre 2011

13 Novembre 2011

The Subways sono tre londinesi freschi e deliziosi come la birra dopo settimane di noie inesauribili, aggressivi alla stregua di un cocktail mischiato male e troppo velocemente, genuini come le giornate in cui non servono né alcolici né tantomeno sigarette.

E dato che non lo fa nessuno, leggiamone la storia: Billy Lunn, Josh Morgan, e Charlotte Cooper. I primi due, rispettivamente chitarra e batteria, fratelli e compagni di bagordi da una vita. Charlotte inizia a uscire col primo e con altrettanta facilità a girargli per casa, tant’è che tra una noia e l’altra iniziano a suonare, sempre tra le mura di casa, dapprima tra una canzone dei Nirvana e un giro facile dei Green Day, a seguire componendo loro stessi. Sono quindicenni, registrano nel salotto dei genitori, iniziano a girare Londra suonando di locale in locale, spediscono demo anche a nostro cugino e capitombolano alla Glastonbury competition in 2004. Vincendola, neanche a dire. Della stessa vengono a sapere rubando la soffiata a una delle band che passava a registrare nel suddetto salotto. La Glastonbury è la svolta, il trampolino come dire: passano da un pubblico di poche centinaia a decine di migliaia in un colpo solo, e se ne partono in tour per ogni cantone dell’Inghilterra, finendo sotto contratto (Warner) e sotto registrazione di Young For Eternity. E’ il 2005, e della boccolosa Rock & Roll Queen ci ricordiamo tutti. Tra Londra e Los Angeles nel 2007 viene rilasciato All Of Nothing, creatura rispondente a due anni e mezzo di tour tra Europa e USA, pezzi che se ne nascono dopo aver suonato felici come porcelli in arene ben più grandi del pub dietro casa, aprendo i concerti degli Oasis, e degli Taking Back Sunday in America. All Of Nothing è l’abbandono del nido, affidato alla produzione di Butch Vig, al secolo: batterista dei Garbage e produttore di Smashing Pumpkins, e meglio ancora di Nevermind, capolavoro indimenticabile dei Nirvana. Di qui è corsa ininterrotta, tanto per citarne solo alcune tappe: già prima dell’uscita del secondo lavoro avevano spalleggiato i Foo Fighters, l’anno successivo suonano a fianco a Iggy Pop and The Stooges e ai Bad Religion, fino a che a giugno di quest’anno, dopo tre anni d’attesa, pubblicano il nuovo singolo It's A Party scaricabile gratuitamente dal loro sito, e a settembre fanno uscire Money and Celebrity, doppio disco, tra versioni definitive e il riproporsi dei rispettivi demo. E ripartono felici e contenti in tour per l’Europa. Passando per l’Italia in due tappe, lo scorso 10 Novembre sono stati al Tunnel di Milano, e l’11 all’Apartaménto Hoffman di Conegliano.

Ed è proprio coi piedi sopra le poltroncine e i tavolini da thè di questo bellissimo locale che li abbiamo amati fino all’ultimo respiro, quest’ultimo venerdì notte.
E’ pieno, si sta ancora aspettando e già è impossibile muoversi. Aprono le danze i milanesi Minnie’s, non troppo distanti come genere. Ma è sufficiente vederli uscire, questi tre esili inglesi, che il micro locale si accende, e con esso le luci, i suoni, i capelli, i movimenti, le grida, ogni singola parola conosciuta a memoria e urlata come dei selvaggi impazziti. I tappeti dell’Apartaménto sono un tale stropiccio da divenire causa di continui sgambetti; sembra di esser a casa della nonna bacchettona, invasa da una manica di giovani ubriachi, sboccati e maleducati. L’implosione d’euforia c’è, il sudore anche, saltelli a centinaia, sorrisi altrettanto, un groviglio di corpi pieni di botte in ogni cantone e pronti a spingere ancora per ore, manca solo la distruzione di cuscini, un paio di rutti e ci siamo, abbiamo riavuto la nostra giovinezza. E invece no, ci pensa il frontman a far il resto, dopo aver farfugliato qualcosa tra uno strano italiano e lo strettissimo londinese, si lancia addosso alla folla, percorrendo di mano in mano tutti gli angoli dell’Hoffman, in un stimatissimo (e coraggioso aggiungerei) crowd surfing, atterrando addosso ai fonici per riprendere fiato, rilanciandosi dall’altra parte e precipitando in mezzo al micro palco qualche ondeggio a seguire. Non si è tutti uomini corpulenti, anzi, eppure sembra funzionare, il ragazzo se la vola leggiadra sopra le nostre teste. Permettetemi la banalità nella chiusura, ma mi è parsa la metafora più potente per un’artista, se il tuo pubblico ti regge così eccellentemente, hai centrato a pieno.

Annalisa For Sherwood Live Reporter

 
 

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  • The Subways 11 Novembre 2011 Apartaménto Hoffman
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