“Trio Tour”

Ryuichi Sakamoto Live Report

Teatro Geox, Padova - 13 novembre 2011

14 Novembre 2011

Pagato il solito ed inevitabile scotto del parcheggio obbligato a 5 euro, ci accoglie un teatro Geox pienissimo: non tutto esaurito ma molto vicino ad esserlo.
Questa sera è di scena Ryuichi Sakamoto, compositore giapponese molto quotato, per lo più conosciuto dal grande pubblico grazie alle colonne sonore composte per film di Bertolucci ed altri importanti cineasti. Sarebbe tuttavia un errore annoverarlo nella schiera dei compositori di canzonette: è infatti un musicista a tutto tondo e ben preparato con solidi studi classici alle spalle.
Il tour in questione fa riferimento all'album “1996″ arrangiato per piano, violino e violoncello, che presenta, in una nuova veste, musiche già edite e nuove composizioni del geniale musicista giapponese.
Il primissimo pezzo punta parecchio sull'atmosfera gotica: delle luci posizionate a terra davanti al palco colpiscono il musicista dalla sua entrata, proiettandone la silhouette nel fondale, giocando come delle ombre cinesi.
Lui nel frattempo è in piedi a fianco del pianoforte che armeggia sulla cordiere (la parte interna del pianoforte dove ci sono appunto le corde) producendo dei suoni molto particolari, che si potrebbero dire stridenti. Poco a poco si siede ed una luce comincia a seguirlo e ad illuminarlo, ed è qui che parte effettivamente il concerto.
L'atmosfera  di tutta la prima parte del concerto è molto particolare. Sul palco ci sono, oltre a Sakamoto, Jaques Morelenbaum (violoncellista brasiliano, produttore musicale e compositore) e la canadese Judy Kangal (viola, reduce da una collaborazione con Lady Gaga).
Resto molto affascinato dalla prima parte del concerto, quella più d'ascolto e debitrice all'ambiente classico.
C'è una pressoché mancanza di riferimenti ritmici e melodici, nulla che ricordi il tempo che passa. Manciate di accordi che, come graffi di suoni, ritagliano delle porzioni di silenzio. L'invito all'astrazione ed al raccoglimento sembra abbastanza evidente. C'è dolcezza nei suoni, ma anche malinconia. Un sentimento profondo che cerca nei ricordi e, forse, è proprio la presenza di un brasiliano nel palco che mi rimanda alla "saudage", quello che in Italia definiremmo come "nostalgia".
L'intensità della luce è a livello minimo "non guardateci, ma ascoltateci! Fate attenzione e tendete gli orecchi". Forse per questo il livello del suono è veramente flebile: ci si chiede uno sforzo totale nell'ascolto e nell'attenzione. Peccato che così si percepiscono perfettamente i rumori della vicina tangenziale....
Nel proseguo del concerto cominciano via via ad affastellarsi prima delle melodie più chiare, poi degli accenni di ritmica, fino a sfociare nella seconda parte della serata, quella dei grandi successi.
L'immancabile "Forbidden Colors" sembra riportarci nell'aspettativa e nel ruolo di Sakamoto. Ho notato un fortissima differenza stilistica tra la prima e la seconda parte dl concerto.
La prima musica "speculativa", fatta per pensare, la seconda più Pop e da Hit parade, ma non per questo di cattiva scrittura, anzi.
Esistono dei pezzi, per ogni musicista, che cercano di intrappolarli, di diventare una sorta di prigione dalla quale è impossibile scappare.
Credo sia questo il caso di Sakamoto e di questa canzone...Non potrebbe decidere di non suonarla, anche in un concerto di chiara ispirazione classica.
Va detto che l'arrangiamento è stato veramente ben fatto e la canzone in questione è splendida.
E' richiamato tre volte sul palco per i bis e l'ultimo saluto è una chicca: "congratulazioni per la vostra nuova Italia"
che detto il giorno dopo le dimissioni del nostro ex premier non può che farmi sorridere.

 
 

Links utili:
Official site
Bio Wikipedia
Forbidden colors

 
 

    foto

  • Ryuichi Sakamoto Livereport - Foto di Elettra Mari
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