Le terrificanti avventure di Sabrina e la lotta al patriarcato

Puntata speciale della rubrica "Non può patriarcare per sempre" per il periodo di Halloween

1 Novembre 2022

Ve la ricordate Sabrina, vita da strega? La sit-com con Melissa Joan Hart e un gatto parlante vistosamente finto, andata in onda su Italia Uno tra il ’98 e il 2004? Ecco, dimenticatela. A parte il nome della protagonista, assieme a quello di qualche altro personaggio, la biondezza delle Spellman e il fatto che Sabrina sia mezza strega e mezza mortale, non hanno praticamente nulla in comune.

Le terrificanti avventure di Sabrina è un teen drama a tinte fantasy e horror, dove la protagonista cerca di conciliare la sua doppia appartenenza ad un mondo oscuro e pericoloso, quello della Chiesa della Notte, la sua congrega di streghe, e la normale vita da teenager tra scuola, amori e amicizie.

Le streghe sono da sempre un simbolo molto forte nell’immaginario e nella mitologia femminista. Donne perseguitate perché non conformi con i ruoli di genere a loro imposti, donne indipendenti, che rifiutavano di sottomettersi ai poteri patriarcali e religiosi. Una serie sulle streghe è dunque il mezzo migliore per far trapelare nella trama anche messaggi di questo tipo, che vengono trattati in maniera piuttosto esplicita, soprattutto nelle prime stagioni.

Il mondo magico a cui ci avvicina Sabrina però ha qualcosa che non va, cosa che non mancherà di sottolineare la protagonista nel momento del rifiuto del suo Oscuro Battesimo e nelle successive occasioni di scontro con l’autorità, rappresentata da padre Blackwood, Sommo Sacerdote della congrega, e dal Signore Oscuro, Satana.

Nonostante la fede della Chiesa della Notte si dipinga come l’unica che permette veramente il libero arbitrio – in contrapposizione con la religione del cosiddetto falso Dio che porta l’uomo a reprimere i suoi istinti – l’unica che rende liberi, come libera fu Eva dopo aver mangiato la mela su ispirazione del Signore Oscuro, questa libertà ha dei limiti. Firmando il Libro della Bestia al proprio Oscuro Battesimo, ogni strega o stregone di fatto rinuncia alla propria libertà in cambio del potere, operando nei confronti di Lucifero una sottomissione senza obiezioni.

Le streghe sono donne potenti, ma devono sottostare al dominio della loro chiesa, del Sommo Sacerdote, del Signore Oscuro, tutti uomini ovviamente, che non permetteranno mai loro di acquisire ruoli di potere o di essere davvero libere. Questa contraddizione viene portata alla luce da Sabrina, che non si accontenta del pieno utilizzo della magia acquisito firmando, suo malgrado, il Libro della Bestia, ma si propone di frequentare l’Accademia delle Arti Occulte con il solo scopo di apprendere le conoscenze magiche necessarie per sconfiggere Lucifero.
La battaglia della protagonista acquisisce presto la forma di una vera e propria lotta femminista contro il potere patriarcale, incarnato da diverse figure. Inizialmente da Padre Blackwood, Sommo Sacerdote che rimpiange i tempi passati e vuole riportare in auge le vecchie tradizioni, dove le donne della congrega erano molto più sottomesse agli uomini e che spesso maschera le sue malvage ambizioni da volere del Signore Oscuro; tenta anche di sottoporre all’Anti-Papa, massima autorità terrena delle streghe, una proposta di riforma estremamente misogina, sessista e razzista nei confronti dei mortali. In seguito, invece, proprio da Lucifero stesso, che si comporta da sovrano dispotico nei confronti dei suoi fedeli, elargendo potere ma pretendendo totale fedeltà e sottomissione.
Alla fine della terza stagione zia Zelda, prima estremamente restia a mettere in discussione i dogmi della fede satanica, appoggia finalmente la nipote nella sua battaglia contro Blackwood e Lucifero, e dopo la vittoria degli Spellman diventa Somma Sacerdotessa di quella che per qualche tempo sarà la Chiesa di Lilith.

Questa vittoria sul patriarcato è solo momentanea, le sue ripercussioni metteranno infatti in grande difficoltà la congrega, ma in seguito le protagoniste, dopo aver accolto nelle loro fila alcune streghe reiette, sceglieranno di dedicare il loro ordine all’adorazione di Ecate, la Madre Oscura, la Tripla Dea, Vergine, Madre e Megera, che incarna il cammino della vita di ogni strega e dona loro nuovi poteri.

Zelda Spellman (ve la ricordate Éowyn di Rohan? Sì, è lei. Combattere per la propria autodeterminazione in un mondo di uomini si addice proprio all’attrice Miranda Otto) che prende in mano la situazione e asfalta tutti con somma eleganza, ci regala dei grandi momenti di tifo da stadio dal divano, e la sua scelta di venerare Ecate al posto di Lucifero ha anche un enorme significato simbolico. Le streghe, in questo modo, sciolgono i legami che le tenevano avvinte e dipendenti dal potere maschile ed abbracciano il potere della natura femminile, acquisendo capacità magiche anche più forti delle precedenti, come la facoltà di infliggere al nemico il dolore del parto, ed un nuovo spirito di comunità e di sorellanza all’interno della congrega (gli stregoni maschi a questo punto iniziano a fare un po’ da tappezzeria).

Come vagamente accennato in precedenza tra i personaggi è presente anche Lilith, figura piuttosto ambigua, che alterna momenti di sottomissione a Lucifero, dal quale è inviata sulla terra per spiare Sabrina, a momenti di ribellione, in una continua alternanza della sua fedeltà ad una o all’altra fazione. La madre dei demoni, nella sua tossicissima relazione con il Signore Oscuro, esemplifica molto bene come il potere patriarcale riesca, in maniera subdola, a manipolare le donne, che non sempre sono in grado di distaccarsene e si trovano loro malgrado, o inconsapevolmente, a fare il gioco dell’oppressore nella vana speranza che, ricalcandone i modelli, possano trarre da esso dei vantaggi.

La lotta al patriarcato si fa anche nella vita parallela di Sabrina, quella da mortale, alla Baxter High, dove dopo l’ennesimo fenomeno di bullismo sessista, la protagonista e le sue amiche decidono di fondare “Wicca – circolo culturale creativo dell’intersezionalità delle donne”, per rovesciare la patriarchia bianca.
Il club si batte per permettere all’amica di Sabrina, Susie, di entrare nella squadra di basket, esclusivamente maschile, ed in seguito sosterrà il personaggio nel momento del suo coming out come Theo.
Il dialogo tra Rosalind e Harvey riguardo a Theo ci trasmette l’estrema semplicità con cui le nuove generazioni riescono ad accogliere questo tipo di cose: “Quindi la chiamiamo Theo ora?” “No, noi LO chiamiamo Theo. […] È un maschio, lo è sempre stato, solo che ora è pronto, a essere sé stesso. Theo.” “Ookay. Susie non c’è più. Ora è Theo”. E fine della questione.
Nella quarta stagione, inoltre, Sabrina e Rosalind si candideranno al consiglio studentesco, con un discorso tenuto sulle scale della scuola in cui parleranno letteralmente di femminismo e lotta al patriarcato, presentando una lista chiamata “Le streghe”.

Non mancano anche diversi altri elementi come mostri, incantesimi, spiriti, demoni, nemici da sconfiggere, lotta tra bene e male, colpi di scena, effetti speciali… Ma questo lo lasciamo alle normali recensioni. Noi qui parliamo di come abbattere il patriarcato, giusto?
Ecco, così è come Le terrificanti avventure di Sabrina prende la lotta femminista contro l’oppressione maschile, ci mette un po’ di atmosfere dark, fenomenali rossetti scuri e un bel po’ di magia e la rende un ottimo prodotto per il pubblico di massa. Che questo poi abbia o meno colto il messaggio, è un altro paio di maniche…

 
 
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