I dischi dell'anno della Webzine di Radio Sherwood 2022

Una selezione dei migliori album usciti quest'anno, scelti per voi dalla webzine!

29 Dicembre 2022

Quale miglior modo per chiudere questo 2022 se non andando a riascoltare tutte le migliori uscite discografiche che ci hanno accompagnato in questi dodici mesi?

Di seguito, selezionata con cura per voi dalla Webzine di Radio Sherwood, vi proponiamo una playlist di dischi che vanno dal pop al punk, passando per metal, ska, indie-rock italiani ed internazionali. Buon ascolto!

Discomostro - Mostropatia (Professional Punkers, hardcore punk, 07 gennaio)

I mostri milanesi tornano dopo quattro anni da Mostroscopia e sei da Mostrofonia, completando la loro trilogia della sopravvivenza. Dopo i primi vagiti, le prime note del mostro che esce allo scoperto, a cui segue l'autoanalisi, la ricerca dei perchè al proprio male interiore, arriva la diagnosi finale. Sei uno scarto, sei un reietto: ma il non avere niente in mano si trasforma in uno sprone. Non avere niente addosso significa non avere niente da perdere. E tanto vale allora tentare, tanto vale sopravvivere. Così in Perfetto e in Stuzzicadenti Carlame ce lo urla in faccia disperato: non avere paura, vivi, con i pezzi di vita tra i denti.

Facciamo anche in tempo a passare per quello sgraziato manifesto punk di liberazione sessuale che è Gelato, senza dimenticare che comunque si può anche cazzeggiare ogni tanto, e i nostri ce lo ricordano con Chessete.

Dieci canzoni per diciotto minuti circa: in piena tradizione hardcore punk, una ottima media di meno di due minuti a brano per uno dei migliori dischi di questo 2022.

Yard act - The Overload (Island, alternative post punk, 21 gennaio) 

Satirici, ironici, gli Yard Act sono britannici sbarazzini che tutti vorrebbero come amici. Il loro è un post-punk dal cipiglio divertente ma anche critico con sferranti arringhe nei confronti della classe politica inglese, della gentrificazione e del classismo imperante. Non solo slogan populisti ma reactions di un certo calibro arricchite di riff punk e vocal dal mood recitato-cantato ipnotico.

Dissidente - The War On Two Fronts (Band Time Records, skacore, 11 febbraio)

Da Pittsburgh, USA, concittadini degli Anti-Flag, i Dissidente propongono un punk skacore molto veloce e molto tecnico, ma al contempo divertente. I contenuti di carattere politico molto radicale li avvicinano alla band di Chris #2, da cui hanno evidentemente appreso la lezione.

The War On Two Fronts è l'album di esordio della band americana, formatasi proprio a seguito della vittoria di Trump alle elezioni presidenziali del 2016; americani ma con un nome che può essere letto allo stesso modo in inglese, italiano, spagnolo, russo e così via, a sottolineare la multiculturalità della band, formata proprio da immigrati russi ed indiani. The War on Two Fronts parla di solidarietà di classe, di comunità in lotta, di lotta al hate speech: si veda la traccia di chiusura 27/10/18 una strumentale che fa da base al discorso che il rabbino Jeffrey Myers pronunciò a seguito dell'attentato antisemita alla sinagoga Tree of Life, avvenuta appunto il 27 ottobre 2018 a Pittsburgh. Un altro chiaro esempio del tipo di messaggio che la band intende veicolare è Black Bloc, il brano che abbiamo selezionato e che trovate nel player.

Alt-j - The Dream (Infectious music, pop elettronico, 11 febbraio) 

Dopo cinque anni dal loro album, Relaxer, gli Alt J l’undici febbraio sono ritornati con The Dream. La band inglese con la sua impronta elettronica, blues e funk ci trasporta tra sfere intime, eteree ed euforiche allo stesso tempo. Il tutto grazie alle voci di Joe Newman e di Gus Unger-Hamilton che, fondendosi, ci parlano di storie d’amore come in U&ME,  passando per l’ironia fatta sul neoliberismo e il “fare soldi” di Hard Drive Gold. Anche gli Alt-j hanno accusato il colpo per la pesantezza della pandemia, tanto da farla scorgere nel brano Get Better che parla della terapia intensiva, ma che comunque è stata una possibilità per far uscire un album pensato dal punto di vista tecnico. La varietà delle tematiche trattate in The Dream, condite dalla scrittura nostalgica degli Alt-j, si contrappone all’identità ben salda e strutturata dal punto di vista musicale del disco. 

Big Thief - Dragon New Warm Mountain I Believe In You (4AD, folk americano, 11 febbraio)

Non è il loro migliore album ma merita comunque due righe nella lista dei migliori album del 2022, non era cosa certa dato che il genere (folk americano) non è propriamente sulla cresta dell’onda. Autocoscienza, memoria e ricordo, i temi che si intrecciano in 20 tracce per oltre 80 minuti di un disco molto americano ma con qualche nuance che li slancia sul piano internazionale.

Black Country, New Road - Ants From Up There (Ninja Tune, post rock, 22 febbraio) 

Ants From Up There è letteralmente una di quelle esperienze da provare almeno una volta nella vita. Davvero difficile da catalogare dal punto di vista stilistico, con sassofoni, violini, flauti, chitarre e chi più ne ha ne metta che si insinuano tra le melodie che ricordano David Bowie di Chaos Space Marine, il jazz-rock di Good Will Hunting e il post-rock soffocante e malinconico di Snow Globes. Il disco affronta le difficoltà nel riuscire a mantenere le relazioni amorose attraverso delle metafore, come quella delle briciole di pane in Bread Song. Rispetto a For The First Time, il secondo lavoro dei Black Country, New Road sembra essere arrivato ad una maturazione, dovuta forse anche all’abbandono del cantante Isaac Wood a causa di problemi psichiatrici di cui soffriva da tempo e che vede il futuro del collettivo in una nuova forma, probabilmente solo strumentale. 

Messa - Close (Svart Records, doom metal, 11 marzo)

Avete presente quando nel 1994 i Led Zeppelin si lasciarono affascinare dalle melodie nordafricane nelle piazze di Marrakech, dando vita al live album No Quarter

Come dei novelli Page&Plant, i nostrani Messa con il loro nuovo album Close arricchiscono il loro cosiddetto "scarlet doom" di influenze mediterranee e mediorientali, accompagnati da strumenti tipici della tradizione, come in Pilgrim o Orphalese. Il blues e il jazz rimangono nondimeno protagonisti della ricetta, si veda l'assolo della traccia di apertura Suspended, ai quali fa da sfondo costante il doom metal di scuola sabbathiana, con l'improvvisa bordata metal di Leffotrak.

Non sono tantissime le band metal che avrebbero osato sperimentazioni di questo livello, soprattutto avendo già elaborato e confermato un proprio stile con i precedenti Belfry e Feast For Waters. I Messa invece decidono di spostare l'asticella più in là: e chi ha avuto modo di partecipare al release party al CSO Pedro a marzo o chi ha avuto modo di sentirli in tour non potrà che confermare: i Messa sono la band da sentire live quest'anno o chissà, nel 2023!

Ulisse Schiavo - Precious Silver Grace (Dischi Sotterranei, alternative/ cantautorato/ elettronica, 11 marzo)

Il nuovo disco dell'artista padovano parte dal blues del precedente Viscera per approdare a lidi elettronici, a sonorità definite "oltregenere" in cui fare affluire le nuove esperienze accumulate negli anni intercorsi tra il precedente disco e il nuovo Precious Silver Grace. Ne nasce un lavoro poetico, tra arpeggi acustici di chitarra, pianoforti e mescolanze elettroniche che, sommate e remiscelate alla voce dell'autore, nella canzone Sale trovano la loro massima espressione. 

Fontaines D.C. - Skinty Fia (Partisan Records, post-punk, 22 aprile)  

Che i Fontaines D.C. fossero uno dei gruppi punk rock più interessanti in circolo negli ultimi anni è cosa ormai risaputa, ma con Skinty Fia hanno confermato se non superato le aspettative. La nostalgia dell’Irlanda e i tentativi di accettazione del vivere a Londra impregnano decisamente il disco ed il tutto si può riassumere perfettamente nell’espressione Skinty Fia, ossia “la dannazione del cervo”. Una sensazione di apocalisse è quella che pervade Grian Chatten, il cantante, che la riversa in quasi tutti i brani, immergendoli in storie d’amore come Roman Holiday, o di ingiustizie in In ár gCroíthe go deo e di sventure sulle note di Jackie Down The Line, consacrato come quello più famoso. Il gruppo dublinese sembra uscito direttamente dagli anni ‘90, tra i suoni cupi e malinconici che ricordano i The Cure e la voce di Liam Gallagher, con uno sguardo però rivolto verso i giorni nostri. 

Alessandro Fiori - Mi Sono Perso Nel Bosco (42 Records, cantautorato, 22 aprile)

Mi Sono Perso Nel Bosco, il nuovo album del cantautore toscano ex-Mariposa Alessandro Fiori, è un disco raffinato che parla di amore, pur affrontandolo con una sensibilità e con prospettive nuove, cosa mai semplice per una tematica di cui sembra sempre si sia già detto tutto. «L'amore che strappa i capelli è perduto ormai», diceva De André di un amore che ha perso il fuoco della passione dei primi tempi: echi che si percepiscono nelle stanze di vita quotidiana (perdonate una seconda citazione) di Amami Meglio, mentre Io E Te pare tratteggiare immagini di un tenero amore coniugale, pur con le sue bizze e i suoi litigi. 

Amore che rimane al centro anche se come in Pigi Pigi si parla del tema delle migrazioni, in cui l'autore, immaginandosi una bottiglietta d'acqua, descrive il proprio viaggio in mare fino a quel barcone, a dissetare le persone che vi stanno, appunto, pigi pigi schiacciate, e a trasportare in cambio un messaggio che recita «tornerò da te mia sposa».

Cantautorato che passa dal ritmo di valzer agli arrangiamenti psichedelici anni '70, a tratti colto e ricercato, a tratti filastrocca o ninnananna; il disco si avvale di numerose collaborazioni, tra le quali Dente, Levante, Iosonouncane, Brunori e Colapesce

Ministri - Giuramenti (Woodworm Universal, indie rock, 6 maggio) 

Giuramenti è approdato nelle nostre cuffie il 6 maggio 2022 dopo quindici anni di onorata carriera, 6 dischi, 2 EP, ed innumerevoli concerti. Il disco è stato anticipato da i due rumorosissimi singoli Numeri e Scatolette, oltre che da due canzoni ombra (Questa non è musica, I serpenti dell’82), ricevute solo da chi è iscritto alla mailing list creata appositamente per l’affezionatissima fanbase. Per chi già li conosce potremmo dire che il disco sa di consacrata “ministraggine”, da un lato tracce precipuamente alt rock, dall’altro lineamenti radiofonici, senza mai abbandonare una personalissima urgenza comunicativa, necessaria dopo due anni di reclusione coatta. Non sappiamo se questo sarà l’ultimo album della carriera, dato che a fine anno 2022 i rumors sul loro scioglimento sono notevoli…ma nel caso, potremmo ben dire che ci lasciano con uno dei loro migliori album.

Vieri Cervelli Montel - I (Panico srl, italofunk, 6 maggio)

Lutto, ricordi ed espiazione del dolore tramite la musica. Vieri Cervelli Montel, ci trasporta nella sua tristezza, con la pubblicazione del suo primo album - I (Primo)- per l’etichetta Tanca Records dell’artista Iosonouncane, di cui troviamo forti influenze dal punto di vista sonoro. La tematica ricorrente del lutto del padre, che viene affrontata in questo disco, si sposa perfettamente con il sound ipnotico facendosi spazio tramite suoni elettronici e jam session distorte che riescono ad entrare nelle viscere dell’ascoltatore. Nei testi si fanno spazio ricordi, pensieri e metabolizzazione della perdita da parte dell’artista in un modo commovente. È un disco da ascoltare tutto d’un fiato, di cui il termine lascia sopraffatti e disorientati, come se non si volesse davvero che questo possa finire e si diventa un tutt’uno con il dolore di VMC. 

Nu Genea - Bar Mediterraneo (Ng/Carosello, italofunk, 13 maggio) 

Se steste cercando una combinazione dei suoni del Mediterraneo, questo album fa al caso vostro. Continua il progetto del duo napoletano che fonde musica anni ’70, funk, jazz e disco con il nuovo album Bar Mediterraneo, uscito il 13 maggio. Massimo Di Lena e Lucio Aquilina ci trasportano in un’altra epoca, cercando in suoni del passato e di altri paesi, le risposte per arricchire la loro formula musicale. Infatti troviamo mandole, mandolini e flauti ney tunisini, che si aggiungono all’armamentario strumentale dei Nu Genea, il tutto condito con influenze musicali del Nord Africa e della Turchia. Il singolo Marechià, con Célia Kameni, presente nel disco, ci ha fatto ballare per l’intera estate scorsa, senza mai stancarci alternandosi tra strofe in francese e ritornello in napoletano. Bar Mediterraneo è a tutti gli effetti un crocevia di culture, suoni e colori, che nonostante trovi ispirazione soprattutto da armonie di altre epoche, ci da una sensazione di freschezza e novità.

Moderat - More Data (Monkeytown Records, elettronica, 13 maggio) 

Finisce la pausa per i Moderat, annunciata nel 2017, con il loro quarto album More Data, uscito il 13 maggio. L’unione di Apparat, pseudonimo di Sascha Ring e del duo berlinese Modeselektor continua a consolidarsi e ad affermare una formula che funziona. L’album apre le danze con Fast Land, un pezzo solo strumentale che riesce a rapire l’ascoltatore e ad ipnotizzarlo con il suo loop, lasciando spazio a grandi aspettative su tutto il resto dell’operato. Il trio berlinese con More Data vuole lasciare ai propri fan un'istantanea di quello che gli ultimi due anni hanno rappresentato per tutti e tutte a causa della pandemia e di come ci sia stato un flusso di dati incessante, nonostante il clima da fine del mondo. I Moderat si dimenano tra brani più cupi per le tematiche e altri più speranzosi come More Love che ci ricorda di quanto siamo esseri umani, capaci di provare sentimenti in un mondo ormai così tecnologico. Si può definire a tutti gli effetti un viaggio elettrico, tra synth e testi capaci di farci pensare e provare emozioni.

Post Nebbia - Entropia Padrepio (Dischi Sotterranei, psych-pop, 20 maggio)

Il progetto padovano dei Post Nebbia, guidato da Carlo Corbellini, partorisce un album fresco ed innovativo: Entropia Padrepio. Il titolo dell’album che, a detta del frontman sembra essere una scritta che trovi a caso nei bagni di un locale, sembra quasi prendersi gioco della sacralità delle tematiche che vengono affrontate. Infatti il filo conduttore è la chiesa cristiana e di come la religione riesca ad essere la risposta ai dogmi e alle esigenze delle persone. Riusciamo a scorgerlo in brani come Cuore Semplice che recita il Salmo 85 della Bibbia o in Viale Santissima Trinità (una via del quartiere Arcella di Padova) che accentua la spiritualità della realtà e di come si vada continuamente alla ricerca dell’oggetto sacro, qualsiasi esso sia. Dopo l’alienazione di un disco quasi claustrofobico come Canale Paesaggi, scritto durante la pandemia, i Post Nebbia fanno un salto di qualità tra sonorità psych-pop e testi impegnati, riuscendo a mantenere un’identità salda e riconoscibile. 

The Black Angels - Wilderness Of Mirrors (Partisan, neopsichedelia garage rock, 16 settembre)

Sono ritornati dopo cinque anni dall’uscita del precedente lavoro Death Song, con il nuovo album Wilderness Of Mirrors. Tantissimi sono i temi che lo hanno ispirato, dalla recente pandemia, al cambiamento climatico, ai problemi politici internazionali. Tracce psycho con riff destinati a divenire iconici, una miriade di strumenti che scontornano un rock indefinito, ora lento, ora super vorace. I Texani di Austin si rivelano i degni eredi dei giganti del genere.

Verdena - Volevo Magia (Universal, indie rock, 23 Settembre)

Volevo Magia è l’album che consacra il ritorno, dopo sette lunghi anni di silenzio, dei Verdena nel mondo del rock alternativo italiano. Un disco impeccabile dal punto di vista tecnico, e che riesce ad essere sempre fedele alla linea del trio di Albino. Chaise Longue è il pezzo di apertura dell’album, un’accogliente ballata che parla d’amore e che tende a svanire nell’onirico. La tematica dell’amore la ritroviamo anche in altri brani, come ad esempio Sui Ghiacciai,  Nei Rami, e Cielo Super Acceso dove si riesce a scorgere un pizzico di malinconia e rassegnazione. Immancabile il tributo ai Beatles, il gruppo preferito di Alberto Ferrari con il blues di Paul e Linda. Il settimo album dei Verdena è un vero e proprio giro nevrotico su di una montagna russa tra pezzi pop calmi, ma caratterizzati sempre da quel briciolo di psichedelia che contraddistingue il gruppo, che lasciano spazio poi alla frenesia dei brani più punk rock quali Crystal Ball e la stessa title track, quelli che ci hanno fatto pogare sotto al palco durante il loro tour. 

Witch Fever - Congregation (Music for Nations, punk/stoner/grunge, 21 ottobre)

Il primo full-lenght della band di Manchester conferma quanto di buono si era intravisto nel promettente EP Reincarnate pubblicato lo scorso anno. Uno stoner metal che prende a man bassa dal primo, sporco grunge dei Nirvana di Bleach, al quale è accumunato dal profondo senso di malessere trasmesso da ogni singolo pezzo, e dai Soundgarden di Louder Than Love, come anche dal famoso, tormentato lato B di My War dei Black Flag.

Ascoltando brani come la title-trackI Saw You DancingBlessed Be Thy si percepisce l'astio, il risentimento, la ribellione e finanche l'odio anticristiani, femministi, anti-patriarcali e anti-machisti che sprigionano da questa band. Amy-Hope Walpole, frontwoman della band, è infatti nata e cresciuta (fino ai 16 anni) nella comunità ultracattolica fondamentalista Charismatic Church, da cui l'urlo contro l'oppressione religiosa dell'ultima delle canzoni citate. 

Ma dicevamo non si parla di sola oppressione religiosa, ma di oppressione maschilista e di mascolinità tossica: lo sguardo dell'uomo adulto sulla ragazzina (Oh my how you’ve grown, canta in I Saw You Dancing, il cui inquietante video non vi farà dormire sonni tranquilli), il consenso in Sour (They won't take no for an answer / As if they ever fucking asked / Yeah we incite this violence / Nothing ever changed in silence). Una band di cui sentiremo parlare a lungo!

Dry Cleaning - Stumpwork (4AD, alternative post punk, 22 ottobre) 

Dopo uno dei più significativi debutti effettuati l’anno scorso, senza nemmeno darci il tempo di metabolizzare il loro successo, il quartetto londinese fa il bis, collocandosi nuovamente in una classifica di fine anno! Sarà per quel post-punk moderno, per lo spoken word - indifferente, un po’ scocciato - della Shaw…non sappiamo, quel che è certo è che un tris di quel livello sarebbe notevolmente un passo da giganti!

 
 

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