Live Report - Blindur + Nicola Lotto @ Sherwood Open Live

7 Aprile 2023

La data del 31 marzo per il consueto appuntamento degli Sherwood Open Live sa di incontro tra vecchi amici: almeno è questa la percezione che si ha di Blindur, che torna a essere ospite di Radio Sherwood per la terza volta a 6 anni dai primi due appuntamenti, quando il cantautore napoletano, allora in veste più acustica e folkeggiante, fece doppietta Festival-Open Live nel giro di pochi mesi, portando a casa un ricordo caloroso delle due date.
Col live al CSO Pedro, Blindur completa la collezione dei luoghi del cuore di Radio Sherwood, arrivando all’appuntamento con un percorso artistico consolidato verso qualcosa che si avvicina al concetto di “maturità”. L’uso del termine “avvicinarsi” non vuole essere casuale, giacché sia l’ultimo disco Exit, uscito nell’autunno 2022, sia il live che ne è scaturito, danno l’idea di essere parte di un percorso di transizione che sta portando Blindur a essere qualcosa di più articolato di un ragazzo con una chitarra in mano e uno zainetto in spalla.

Ad aprire il live di Blindur un artista della scena locale che ha recentemente deciso di mettersi in proprio: Nicola Lotto, il quale si presenta in trio attraverso un elegante rock cantautorale dai testi posati ed essenziali. Lotto suona per mezz’ora, riuscendo a catturare l’attenzione dei presenti attraverso brani come Nel Volto, che su disco può vantare la partecipazione di peso di Paolo Benvegnù.

Arriva poi il turno di Massimo de Vita aka Blindur, accompagnato sul palco dai fedeli Carla Grimaldi al violino e alle percussioni, Luca Stefanelli al basso, più Walter Marzocchella entrato nella band alla batteria in occasione di questo Tour invernale. Una tournée che li ha visti suonare in una trentina di date, delle quali Padova rappresenta l’appuntamento finale, eppure non emergono tracce di stanchezza e anzi, c’è tanta voglia di accontentare le aspettative del pubblico.

Come accennavamo, il live fa emergere i segnali della transizione da esile cantautore a band in grado di reggere concerti più lunghi e più variegati. Lo si vede dalla varietà di scelte DIY atte a impreziosire il live: illuminazione con luci da pesca comprate in un negozio di articoli sportivi, un telefono a cornetto per gli effetti vocali, due maxi-dadi gonfiabili che verranno usati al momento opportuno, ed un numero spropositato di sonagli a vento che neanche gli Animal Collective si sognerebbero di portare sul palco, atti a introdurre in maniera più rarefatta possibile il primo pezzo (Adesso).

Il live scorre abbastanza sciolto per i primi 10 brani, durante i quali con poche pause Blindur si gioca un po’ tutte le canzoni più orecchiabili ed efficaci (Stati di Agitazione, Sereno, Aftershock, Invisibile agli Occhi, Futuro presente), dopodiché con le divagazioni ed i Viterbinismi di 3000X si entra  in una fase a traccia più libera, dove lasciarsi andare a un po’ di festa per la fine dei vent’anni di Carla Grimaldi. Lei vorrebbe l’omonimo pezzo di Motta per gli auguri, si becca invece un duo di cover assassine come Male di Miele (Afterhours) cantata da Daniele Ruotolo dei Malmo, qui in veste di fonico/factotum della band, e Angelo dei Prozac+, dove i dadi di cui sopra trovano ragione di esistere volando sopra le nostre teste e facendo dondolare le luci al soffitto della sala concerti.  Chiusura affidata ai pezzi più radicati alle origini di Blindur, come XI agosto e Foto di Classe.

La nota stonata di questo piacevole concerto è la presenza di pubblico inferiore alle attese. E questo ci dà la possibilità di aprire una riflessione su come si sia trasformata la fruizione della musica dal vivo per i concerti del circuito underground negli ultimi 6 anni, cioè rispetto a quando Blindur si è affacciato a Padova per la prima volta. Allora l’attrattiva di un concerto di questo genere era principalmente rappresentata dalla curiosità: ovvero, noto un evento, si ascoltava da YouTube o Spotify un paio di pezzi dell’artista e ci si affacciava al live con l’intenzione di scoprire quale fosse la resa dal vivo, aggiungendo all’artista una dimensione che fino alla fruizione del live era ignota. Quante volte capita di cambiare opinione su artisti/artiste/band, in meglio o in peggio, dopo un ascolto dal vivo? 

Oggi quella curiosità sta sparendo e lascia il posto all’evento: il concerto da solo non ha attrattiva se non viene collegato ad un evento a cui bisogna esserci per convenzione sociale; finché si resta sul proprio territorio si ha la possibilità di attirare comitive e fare ‘evento’, ma andare in giro per l’Italia comporta un rischio di trovare sale vuote molto più concreto di un tempo. È una trasformazione in negativo nella fruizione dei live con la quale dobbiamo fare i conti, perché sta facendo parecchio male sia alla musica, sempre meno al centro dell’interesse, sia all’artista di nicchia come Blindur e tanti altri, sempre meno incentivati all’idea di intraprendere una tournée.

 
 

Segui Blindur su Facebook e Instagram

 
 

    audio

loading... loading...