ITA «It was unthinkable to talk about Antifa in Black Metal, and now we are here!» Intervista ai Dawn Ray'd

10 Maggio 2023

Pochi mesi fa, il 24 marzo 2023, i Dawn Ray’d, da Liverpool, hanno pubblicato il loro nuovo disco, To Know The Light, forse il più diretto ed il più radicale della loro carriera discografica, iniziata nel 2017 con The Unlawful Assembly e proseguita nel 2019 con Behold Sedition Plainsong

Una proposta che sicuramente all’ascoltatore casuale sembrerà inconsueta: black metal antifascista e anarchico. Come coniugare l’antifascismo con un genere che trae le sue origini da personaggi vicini piuttosto all’estrema destra? Quali sono i punti di contatto tra l’anarchia e il metal estremo? Lo abbiamo chiesto direttamente a Simon Barr, cantante e violinista della band nell’intervista che trovate di seguito in italiano, e qui in inglese.

Uno dei principali aspetti che saltano all’occhio quando si prendono in mano i vostri dischi è il carattere radicale delle vostre pubblicazioni: black metal anarchico e antifascista. Un accostamento, quello tra black metal e antifascismo, che appare insolito, considerato che sin dalle sue origini il black metal è stato molto più di sovente accostato a ideologie di estrema destra se non apertamente naziste.

Vorrei iniziare quindi facendovi due domande, tra loro collegate. 

Da un lato, vorrei porvi quello che è il grande dilemma di molti fan del black metal: come può una persona appassionata di musica estrema, che si professa antifascista, comunista o anarchica,  approcciarsi ad un genere le cui coordinate stilistiche sono state definite anche (ma non solo) da persone che nel tempo hanno manifestato ideologie di estrema destra? Insomma, per fare subito il classico nome che esce sempre in queste discussioni, è inutile non riconoscere come molti lavori di Burzum, per esempio, abbiano forgiato il genere che oggi amiamo. Come affrontare il dilemma etico insito nell’ascoltare e nell’apprezzare musica prodotta da una persona apertamente nazista e nel suonare un genere che nasce anche dalle opere di queste personalità?

Questa è la domanda fondamentale nel black metal, no? La mia opinione a riguardo è cambiata nel corso del tempo; a mano a mano che venivo sempre più coinvolto in questa musica e nell’attivismo, la mia opinione cambiava rispetto a quello che era il mio punto di vista iniziale. Una volta credevo che bisognasse distruggere ogni traccia di NSBM (National Socialist Black Metal, ndr), di Burzum e di tutte le altre band di destra, e che non bisognasse ascoltarle.

Invecchiando, in definitiva ora credo che le priorità siano esporsi contro il fascismo, attivarsi nel mondo reale, costruire comunità di mutuo supporto radicali, e non ho né l’energia né l’interesse di sorvegliare di quale band la gente indossi il merch o che musica ascoltino. 

Burzum è incredibilmente importante per il black metal. Dobbiamo ammetterlo, dobbiamo ammettere la sua importanza, per poter essere in grado di capire accuratamente come combattere la sua influenza. Possiamo fingere che sia spazzatura, ma io penso che ciò crei solamente ulteriori differenze tra noi, come antifascisti, e i giovani che scoprono il black metal e che trovano divertimento in questa musica. Penso che l’argomento più convincente sia ammettere che parte di questa musica sia assolutamente valida, ma che sia anche necessario porre una cesura rispetto al passato dal punto di vista politico.

In definitiva, non mi importa cosa ascolti, se sei attivamente coinvolto nella solidarietà ai migranti, se ti opponi attivamente ai nazisti nelle strade, se stai costruendo comunità forti e differenti dove vivi, se ti poni a difesa delle persone trans: questo è ciò che conta.

Siamo in un periodo di transizione dal punto di vista musicale. Nel 2015, quando abbiamo iniziato, era impensabile parlare di “antifa” nel black metal, mentre ora siamo qui! Penso che, se vogliamo avvicinare le persone dalla nostra parte, dobbiamo comprendere che la vita è complicata, che le persone sono imperfette, che siamo tutti nati in questo mondo di merda, ma possiamo anche comprendere quando le persone siano ben intenzionate e vogliano creare un mondo migliore, e questa è la cosa più importante.

Dall’altro lato volevo chiedervi in che modo, dal vostro punto di vista, il pensiero anarchico si possa collegare e sposare al black metal e quali siano gli elementi di contatto tra questi due mondi. 

Non sono molto bravo quando si tratta di robe spirituali, altre persone hanno una comprensione migliore della mia del lato stravagante del black metal e dell’anarchismo. Ad ogni modo, il black metal è selvaggio, ribelle, controculturale, anti-religioso… Qual è l’attrattiva del giurare fedeltà a questo sistema capitalistico, a un governo che è malvagio nei modi più banali, a una forza di polizia, ad un esercito che esistono per promuovere gli interessi privati? Cosa c’è di sfrontato, selvaggio o fantastico in un sistema con così tanti vincoli burocratici, che promuove l’omologazione, che richiede obbedienza e soffoca l’immaginazione con il lavoro e la fatica?

La bandiera nera dell’anarchia, la stella del caos dell’anarco-nichilismo sono sicuramente la cosa più black metal di tutti i tempi.

Noi siamo le masse miserabili, che ribollono nel buio, aspettando il nostro momento per spazzare via la classe dirigente dalla faccia della Terra; saremo noi che riforestermo la Terra, che la renderemo nuovamente libera e selvaggia; non siamo contro la violenza o l’autodifesa e non siamo spaventati dall’autorità!

Nella recensione del vostro ultimo disco, To Know The Light, ho parlato del fatto che un aspetto comune tra black metal ed un certo anarchismo può essere una visione nichilista del mondo e della vita; nel vostro ultimo album, tuttavia, voi sembrate allontanarvi da questo approccio, comunicando anzi messaggi di ottimismo verso il futuro, resistenza ed amore (Freedom In Retrograde, Go As Free Companions). Siete d’accordo in questa lettura del vostro messaggio?

Si, abbastanza, anche se userei parole diverse per descriverlo. Abbiamo smesso di essere fiduciosi che le cose andranno meglio, e abbiamo accettato che il mondo è fottuto. In questo senso, abbiamo abbracciato il nichilismo; piuttosto che scappare da questa accettazione, stiamo cercando di fare i conti con essa, per trovare la felicità nonostante questa difficile verità.

Penso sia importante non essere arrabbiati tutto il tempo: talvolta la rabbia verso il sistema è importante, ma dobbiamo anche sforzarci di trovare la gioia, l’amore e la bellezza nelle nostre vite, al di là di quanto le cose siano messe male, altrimenti avremo perso tutto. Se il nostro futuro è stato cancellato e distrutto, allora l’oggi è tutto ciò che abbiamo, e quindi dobbiamo trovare la felicità e la gioia oggi. Penso che un modo per farlo sia sfidare la resistenza e costruire comunità.

La recensione si chiude poi con l’augurio e con la speranza che emergano sempre più band estreme antifasciste e che questa tendenza porti, come avvenuto in altre sottoculture, come quella skinhead o Oi!, alla formazione di comunità coese che respingano e si oppongano alle infiltrazioni dell’estrema destra nella scena. Esiste già secondo voi un network di questo tipo? Com’è la scena antifascista nel metal estremo?

Onestamente, al momento è straordinaria e molto stimolante. Band come Ashenspire, Gravpel, Trespasser, Liturgy, Yovel, Ragana e tutte queste band radicali, stanno portando qualcosa di diverso nel black metal. Per un certo periodo, penso che noi tutti abbiamo dovuto imitare un po’ il black metal tradizionale, per essere presi sul serio da una scena molto conservatrice, fino a quando non abbiamo avuto modo di costruirci una nostra posizione in quella scena. Ora però, il RABM (Red and Anarchist Black Metal, ndr) è veramente una scena molto sperimentale, libera dai confini del black metal tradizionale ma capace comunque di prenderne ispirazione. Penso che stiamo creando una scena nella quale le band stiano portando il genere verso un sacco di direzioni diverse, ad una velocità incredibile, libere dall’atmosfera restrittiva del passato. Sono molto emozionato per il modo in cui abbiamo creato qualcosa di veramente molto più bello, creativo ed inclusivo rispetto al passato. Suoneremo al primo Antifascist Black Metal Gathering in Svizzera questo autunno e non vedo l’ora.

Mi sembra che recentemente siano numerose le band inglesi di vario genere che esprimano attraverso i loro lavori un certo malcontento generalizzato, figlio di questa “tempesta perfetta” data dal sommarsi di Covid, Brexit e del ritorno della guerra in Europa. Un esempio recente, oltre al vostro disco ma di tutt'altro genere, è UK Grim degli Sleaford Mods. Cosa ne pensate a riguardo? Ritenete di poter essere inclusi in questo elenco?

Penso che il Regno Unito sia un altro paese capitalista in crisi. Il vecchio modello che provvedeva al benessere mediante il colonialismo non esiste più, l’impero è finito, e la classe dirigente non sa più come tenere a galla il sistema senza questi mezzi di accumulazione della ricchezza. Fanno affidamento a politiche ancora più di destra e deplorevoli per cercare di mantenere la popolazione leale e dalla loro parte, per la paura di una rivolta, suppongo. Se solo la gente qui si rendesse conto che la nostra vita di ogni giorno sta diventando via via peggiore e che la colpa è da attribuirsi alla classe dirigente, allora potremmo veramente iniziare ad organizzare il cambiamento. Penso che l’arte e la cultura siano un ottimo modo per diffondere queste idee, dovremmo solo essere sicuri che la nostra ribellione non venga cooptata dal capitalismo e dallo Stato. Dopo Covid e Brexit, tutti in questo Paese sanno che siamo nella merda, abbiamo solo bisogno di focalizzare la nostra rabbia nella giusta direzione, non verso i migranti o le persone trans, come la classe dirigente cerca di spingerci a fare.

Concentrandosi poi sulla componente musicale dei vostri lavori, sono due secondo me le caratteristiche che vi contraddistinguono. Da un lato, ovviamente, il violino del cantante Simon, che conferisce al suono una certa sfumatura epic-folk, non solamente nelle parti lente ma anche in quelle più estreme; dall’altra la presenza, a fianco di canzoni più classicamente black, di altre che potremmo definire protest songs, quali Requital e Freedom In Retrograde nell’ultimo disco. Volete parlarci di questi due aspetti della vostra musica? Come nasce, per esempio, questo connubio tra violino, protest songs e black metal?

Onestamente, è stato uno sviluppo abbastanza naturale. Io e Fabian (chitarrista, ndr) suonavamo già insieme in una band screamo chiamata We Came Out Like Tigers, io suonavo il violino anche in questa band, ed essendo capace di suonarlo mi è sembrato sempre naturale includerlo nel contesto delle canzoni che scrivevo.  

Sono cresciuto poi suonando folk e musica tradizionale, le prime band che ho visto da adolescente sono stati i Chumbawamba (che suonavano il loro set folk) e gli Oysterband, ma sin da bambino mi portavano a vedere concerti folk.

Non sembra neanche tanto estranea al contesto; la musica folk è da tempo incrociata con il black metal, e perché la musica sia propriamente "folk", deve essere della classe operaia, la musica della gente comune, e quindi è diventata naturalmente quello che è, penso. Se vuoi diventare una band folk metal, devi sicuramente cantare delle lotte della classe operaia, no?

To Know The Light è il vostro terzo disco, seguito di The Unlawful Assembly (2017) e Behold Sedition Plainsong (2019). Come si è evoluto il vostro sound e il vostro modo di fare musica nel corso di questi anni?

Penso che con questo disco abbiamo veramente accelerato. All’inizio, in realtà, eravamo convinti di dover volare basso, perché eravamo molto conflittuali, politicamente parlando, e pensavamo che, per essere una band “true” black metal, dovessimo essere leggermente conservatori nelle nostre idee musicali. Miravamo semplicemente a fare una versione anarchica del black metal che già esisteva. Per contestualizzare, nel 2015, quando abbiamo iniziato, il RABM non era quello che è oggi. La gente ci consigliava di non parlare di antifascismo perché era troppo controverso. Negli spazi occupati non ci indicavano come black metal nei volantini per l’associazione che si faceva con l’estrema destra in Germania e in Europa. Inizialmente, abbiamo ricevuto molte violenze, minacce di morte e odio online.

Vi ringrazio per la vostra disponibilità e vi saluto con un'ultima domanda che contiene anche una speranza: se non vado errato, non avete mai suonato nel nostro Paese. Possiamo sperare di potervi accogliere nel prossimo futuro?

Stiamo girando parecchio l’Europa continentale quest’anno, quindi speriamo di coprire più posti possibile, speriamo anche di farcela in Italia!

 
 

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