Verso la fine degli anni Sessanta un nuovo genere musicale, senza nota di avviso, è stato capace di raggiungere ogni angolo del mondo: il Raggae.
La bomba non prese solo la Giamaica; Africa ma anche Europa e Stati Uniti furono paesi che accolsero il genere, le cui radici più forti comunque rimangono quelle che esplodono dal grido di pace e giustizia dei neri nei paesi colonizzati e dall’urlo dei neri immigrati nei paesi sovrasviluppati.
Il Reggae ha dato vita a relazioni complesse, alle voci originali, che cantavano in lotta di oppressione politica e razziale, si aggiunsero quelle dei giovani bianchi europei, ispirati dal potenziale critico e sovversivo di questo genere musicale che, capace per loro di amplificare l’intensità degli slanci controculturali, videro nella musica uno strumento dalle possibilità culturali e politiche. Il flusso Reggae è fiorito così, tra ritmi da marcia, flussi lenti e poi scattanti, spiritualità e ribellione unite alla voglia di riuscire ad amare.
Sherwood Festival, che da sempre accoglie questo genere nel Reggae Day, ha riproposto il 23 giugno, nel Main Stage tre artisti noti a questo palco: Mellow Mood, Dub Fx e Paolo Baldini. Sono tre grandi nomi del Reggae ma soprattutto tre amici che in Italia e all’estero mantengono viva la passione per il genere e custodiscono gelosamente anche il valore per l’indipendenza.
Aprono la serata i Mellow Mood, due gemelli accompagnati dalla loro band. Il pubblico li stava aspettando, il main stage pullula di un’energia viva, che è difficile da contenere. I Mellow Mood nascono nel 2005, gli inizi sono stati di strada: non c’era etichetta, un distributore, un ufficio stampa. A volte però il talento basta a costruire una carriera e loro ne sono l’esempio. Come Paolo Baldini, il gruppo è di Pordenone. Il Friuli Venezia Giulia oltre all’influenza Slovena e al Frico con polenta ospita un’importante etichetta discografica indipendente, La Tempesta Dischi. L’incontro tra Mellow Mood con la scuderia di Pordenone avviene del 2012 ma in questi undici anni lo spirito è rimasto incontaminato. L’ultimo lavoro, datato 2021 - Laser Sight risuona:
«Vista più in alto del Kilimangiaro
Sight higher than Kilimanjaro
Ben più duro di un bufalo
Well tougher than a buffalo
Loro dicono: "Abbi fede nel tempo: solo ora soffri"
Them say, "Have faith inna time: is only now you a suffer"
Ma con il passare del tempo, sembra solo diventare più duro
But as time a pass by, it only seem to get rougher»
A calcare il palco dopo i due gemelli from Pordenone sono Dub Fx e Paolo Baldini, un asso accompagnato da un altro asso.
Benjamin, in arte Dub Fx, è uno dei pochi artisti che sa come incarnare l’espressione “one man show”. Gli inizi sono di strada anche per lui ma la sua capacità di unire comunità, fluidità e indipendenza lo hanno portato a calcare i palchi d’Europa con il The Infinite Reflection Tour 2023. Rap, Raggae, Dub, elettronica, beat-box, hip hop: tutto si può unire, tutto si può mescolare, non ci sono barriere, solo musica da costruire durante il live.
Paolo Baldini lo accompagna. L’esperienza di questo artista è impareggiabile in Italia: dall’ingresso negli Africa Unite, negli Almamegretta, in solitaria con DubFiles accompagnato da La Tempesta Dischi fino ai suoi ultimi progetti: colonne musicali per film e masterclass di musica! Baldini è un vero architetto sonoro. Il pubblico ha gli occhi a cuoricino.
Il Main Stage li ama, e il pubblico vuole vedere i tre compagni - Mellow Mood, Dub FX e Paolo Baldini - suonare insieme. L’unica conclusione possibile del set è questa: far respirare il Raggae a tutta la Foresta. La Raggae si chiude così, con una scena di unione ma la musica non si ferma, anzi, durerà tutta la notte.
Nel Second Stage si continua a ballare con gli a noi ben noti Bad Vibes & Eletronic Fog. I tre moschettieri avevano rilasciato troppa tranquillità: è il momento giusto per smuovere la folla con un po’ di Drum’n’Bass fatta bene.
Le gambe sono calde, le magliette sono sudate e la cattiveria di classe aleggia. La notte è incandescente ed è stata coronata magnificamente. Si deve proprio dire che, certe date a Sherwood Festival, si possono fermare solo dalla chiusura cancelli perché l’unica altra alternativa sarebbe l’alba.
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