Il report del concerto del 14 luglio 2023 @Padova

Venerus + Bigmama + Max Casacci - Sherwood Festival

14 Luglio 2023

Penultima serata di concerti allo Sherwood Festival con un triplo appuntamento da variegate esibizioni: Max Casacci e Big Mama faranno da apertura per Venerus, che qui a Padova suona per l’unica data veneta del tour “Segreto 2023”.

Ad intrattenere il pubblico comincia Max Casacci. Generalità che magari a qualcuno potrebbero dire poco di primo acchito, che però ci riportano ad una persona che il palco di Sherwood l’ha calcato perfino al Parco Fistomba quando era nella formazione degli Africa Unite, tornando poi svariate volte in quanto fondatore e membro dei Subsonica. Pertanto Max è di casa, e lo dimostra anche nel pre e nel post-esibizione bighellonando per la foresta tra uno stand e l’altro con la confidenza di un Little John.

 

Esibizione, e non concerto, è il termine più pertinente per la performance di Casacci, che ha presentato dal vivo otto estratti del suo progetto di sperimentazione sonora (Max campiona suoni naturali e li rielabora trasformandoli in pezzi elettronici), composto di due tranches principali:  Earthponia, uscita nel 2020 e dedicata ai suoni della natura, ed Urban Groovescapes, pubblicata lo scorso autunno e dedicata ai suoni urbani. 

Casacci presenta ogni pezzo dando anche interessanti dettagli su come sia arrivato a ottenere determinati suoni, anche perché a prodotto finito sarebbe spesso difficile arrivarci. Ed il pubblico di Venerus, per quanto sia lì in prima fila chiaramente per le esibizioni successive, tra un tubo innocenti ed un lamento del tennista Matteo Berrettini si fa prendere bene da questa elettronica poco convenzionale che strizza l’occhio al clubbing, vecchio guilty pleasure dell’artista torinese.

Al calar del sole entra in scena Marianna Mammone, in arte BigMama, classe 2000, che a soli ventiquattro anni sale sul palco di Sherwood e lo fa suo, infuocando la serata. 

Le parole chiave della serata sembrano essere: confidence, hype ed elettricità. 

Dal primo minuto del suo live inizia ad interagire con il pubblico, rendendoci parte integrante della sua esibizione e portandoci "nell'iperuranio" con dei beat che non possono non farti ballare. Quando pensavamo di non poter amare BigMama più di così, lei ci stupisce e porta un suo pezzo sulla base di Toxic della regina indiscussa Britney Spears e tra un #freebritney e l’altro ci ritroviamo più sudat* di prima ma con la voglia matta di sentire di nuovo la rapper avellinese.  

Con Odi Et Amo conquista definitivamente i nostri cuori e per un secondo ci dimentichiamo di essere sulla terra, tanto ci stiamo divertendo. Sul finale del live il pubblico impazzisce e diventa una festa, chiudendosi così un’esibizione talmente tanto energica che ci è sembrato di fare una sessione di cardio. 

Il pubblico ora è pronto e carico, aspetta solo di vedere salire sul palco Venerus

La foresta di Sherwood è stata incantata sin dalle prime note del primo brano, Istruzioni, dalla voce unica di Venerus, che a stento si vedeva sul palco se non per una lucina da campeggio che l’artista indossava sulla fronte. Piano piano, sempre più luci si accendono e si fanno calde sul palco e l’artista si sveste dal suo travestimento iniziale, rimanendo con uno splendido crop top addosso, occhiali da sole e brandendo vari strumenti durante il corso della serata.

I brani suonati hanno sicuramente favorito la promozione del nuovo album, infatti l’artista ha suonato ogni sua traccia. Il Segreto è uscito ad inizio Giugno ed è stato registrato nella casa-studio dell’artista insieme ai suoi amici nonché la sua band, in una situazione di complicità e creazione artistica costante che ha dato luce alla sua nuova musica. Questo è stato abilmente tradotto sul palco e adattato ad un live carico di emozione, arrangiamenti musicali superbi e una sensazione di intimità, gioia, amicizia.

La band che ha accompagnato il cantante ha avuto un ruolo determinante nel livello di musica che abbiamo potuto ascoltare giovedì sera. Ogni brano vedeva un arrangiamento unico e più ricco rispetto alla versione da studio a cui siamo abituati, ricchi di assoli e virtuosismi. Come l’assolo di chitarra alla fine del brano Non Imparo Mai, fatto dal chitarrista Danny Bronzini che Venerus presenta come «Il miglior chitarrista del mondo». 

Nei testi di Venerus si parla spesso del cielo e delle nuvole, una tematica che torna come rifugio a volte, come speranza altre. Un elemento che descrive l’aria sognante e a tratti mistica che riesce ad incanalare l’artista nella sua musica e nella sua essenza. Rivediamo queste sensazioni ricamate in ogni angolo dell’esibizione dell’artista; anche nell’esibizione del pezzo Dreamliner, che Venerus apre con suoni cibernetici e ultraterrestri, con la sua chitarra che nel buio si illumina di luci a LED verdi neon e che l’artista impugna come spada laser. 

Gli spettatori sono invitati ad assistere ad una vera e propria festa in casa tra Venerus e i suoi amici, il cantante appare come un oste accogliente, come quando arrivi in casa di qualcuno che conosci poco e il proprietario di casa ti presenta a tutti e non ti lascia mai da solo per farti sentire a tuo agio. Venerus è sensuale, si impossessa del palco ballando e ondeggiando sotto i riflettori e dolcemente sorridendo al pubblico, invitandoci a cantare con lui e lasciarci andare.

«Siete bellissimi, caldissimi I love you» dice Venerus dopo l’esibizione del brano Love Anthem, N.1 cheha infuocato l’intera foresta, non c’era una persona che non stesse ballando o cantando a squarciagola questo pezzo, uno tra i più celebri dell’artista. Con il brano Sei Acqua, la decima canzone della serata, Venerus suona la chitarra che ci dice avere da quando ha 15 anni, la stessa chitarra con cui concluderà il concerto facendo due pezzi in versione acustica, appunto solo chitarra e voce, Forse Ancora Dorme e Eden.

Anche in questa versione essenziale, Venerus riconferma il talento suggestivo e le sue abilità vocali, che il suo pubblico ha ascoltato religiosamente.

Venerus ha affermato a più microfoni di essere stato fortemente influenzato dal pop e rock anni ‘70, e questo è stato sicuramente presente nel concerto che ci ha preparato. Infatti, con ciò e insieme alle sue identità musicali precedenti, è riuscito a creare una distinta complessità musicale che traspariva forte e chiara. Con una buona dose di simpatia con parrucche, cappelli e occhiali da parte anche dei musicisti, e un tamburello con luci a LED che con l’ultimo pezzo Resta Qui Venerus ha lanciato nel pubblico. 

Il concerto si è concluso con un caldo abbraccio tra gli amici di questo palco, di cui la foresta di Sherwood ne ha sicuramente sentito tutto il suo calore.

 
 

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