L'artista si è esibita sul second stage durante la Queer Night

Rebeca Lane 12/07/2023 - Sherwood Festival 2023 (con intervista ESP)

19 Luglio 2023

Fra le serate più attese di Sherwood Festival 2023 non poteva che esserci la Queer Night, la giornata transfemminista che ha visto, tra le altre cose, il live incandescente di Rebeca Lane, rapper e attivista femminista guatemalteca classe 1984, portatrice di un rap battagliero e fiero, che infuoca da anni le piazze di tutto il mondo.

Prima dei brillantini e delle passerelle, alle 19.30 si è tenuto il talk presidiato da Gaia Righetto intitolato La disfatta dell’ordine eterosessuale con Massimo Prearo del centro di ricerca PoliTeSse di UniVr, con lui abbiamo indagato come sgretolare dall’interno la noiosa norma eterosessuale che appesantisce i nostri corpi e le nostre volontà.

Dopo un interessante giro tra i banchetti delle autoproduzioni queer e transfemministe, inizia la parte centrale della serata: musica house-hip hop con luci stroboscopiche, pubblico in attesa fremente di essere entusiasmato da quel che accadrà. Uno stuolo di persone invade la passerella, corpi non conformi, vestiti, nudi, celati, disvelati. Ma non solo musica e spettacolo: contenuti e performance, per far capire che mai nessunə resterà da solə.

È tempo di fare spazio a Rebeca che, accompagnata al dj set, sale sul palco facendo esplodere di applausi e urla il second stage.

Pezzi a raffica con il suo rap schietto, diretto, senza mezze misure. Si inizia dalla sua Poesia Venenosa seguita immediatamente da Reina del Caos, e con i roboanti beat di Lucha come Mujer. Il sound urban della Regina appare moderno e suadente, a rappresentazione di una radiofilia musicale che non deve essere necessariamente scarna di significato e/o sessista come il trap deinoialtri.

Lo spettacolo avanza per oltre un’ora e mezza senza pause, quell’eccezionale donna, Rebeca Eunice Vargas che ha ricevuto il nome in onore di una zia sequestrata e «desaparecida» dal governo militare nel 1981 per la sua militanza nella guerriglia comunista, porta aventi la sua Bandera Negra di lotta e dolore, abbracciandola assieme a El amor de mi vida.

La "militanza politica" di Rebeca è ben salda: tale infatti prende piede fin da giovanissima quando fa parte del lavoro di recupero della memoria storica e diventa attivista con i familiari dei «desaparecidos». Così si coinvolge nella lotta per le terre dei popoli indigeni e nei movimenti politici contro il neoliberismo.

Lavorando con gruppi di donne attraverso l’arte, Rebeca è oggi autrice rap riconosciuta a livello internazionale. È fondatrice di «Somos Guerreras», un progetto musicale che ha creato spazi di donne nella cultura hip hop per generare dentro di essa relazioni che vadano oltre il sessismo.

No es no è l'inno transfemminista che quasi chiude lo spettacolo-lotta che diventa esperienza rivoluzionaria.

Sulle ultime note dell'Outro con Kixampe, risalgono sul palco tutte le figure protagoniste della sfilata. 

Una serata del genere non poteva che concludersi con un non-conforme CORTEO! CORTEO!

 
 

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