Festival dei Matti presenta: "Entrare fuori uscire dentro"

Sabato 19 Novembre 2011 - I bambini e ragazzi protagonisti dei LABORATORI DI CITTADINANZA incontrano Marco Cavallo e gli presentano il libro "Ma sei matto?!" e i loro corti "Ma sei matto?!" e "Il comodino". A cura della "Fondazione Franca e Franco Basaglia"*

21 Novembre 2011

Sabato 19 novembre
Ore 11.00 – Teatro Goldoni (Venezia)


Il Festival presenta i lavori svolti nell'ambito dei Laboratori di Cittadinanza organizzati dalla Fondazione Franca e Franco Basaglia: dell’incontro saranno protagonisti  i bambini e i ragazzi  degli Istituti scolastici di Mestre e Venezia  coinvolti attivamente e creativamente nei laboratori,   che incontreranno  Marco Cavallo insieme ad Alberta Basaglia, Peppe Dell’Acqua e  Giuliano Scabia.
      
I Laboratori di cittadinanza si svolgono nell'arco di alcuni mesi nelle scuole medie superiori, prevedono studio ed esperienza e organizzano, per chi vi partecipa, l'incontro e il lavoro comune con persone che vivono i problemi personali e sociali che a scuola sono oggetto di studio. Studentesse e studenti, con il supporto di insegnanti, animatori ed esperti, lavorano così con associazioni e gruppi di utenti dei servizi di salute mentale, con associazioni e gruppi di persone disabili, con lavoratori delle cooperative di ex detenuti, con migranti che chiedono asilo. Da questi Incontri Ravvicinati nascono discussioni, domande, ricerche che diventano documentari, inchieste, foto, interventi su radioweb, disegni, canzoni, tutti oggetti destinati a un pubblico di studenti ma non solo, testimoni della costruzione di percorsi e linguaggi comuni, oltre le differenze. In questo senso si parla di Laboratori, perché si tratta contesti in cui lo studio è legato all'esperienza; e si parla di cittadinanza in quanto si cerca, al fondo, di insegnare, apprendere e praticare un'idea di cittadinanza che è presa di parola e di responsabilità sul mondo, non solo diritti e doveri; un'idea di cittadinanza consapevole del fatto che la conoscenza, il riconoscimento e il rispetto dell'altro sono la base essenziale per cercare poi, insieme, i modi e le procedure della convivenza.
A Venezia si lavora anche con i bambini e le bambine delle scuole elementari
      


"Ma sei Matto?!"- Libro e video

Questo libro nasce da uno dei laboratori di cittadinanza promossi nelle scuole dall'assessorato alle Politiche giovanili e pace del comune di Venezia e dalla Fondazione Franco e Franca Basaglia, e ha coinvolto due classi dell'ultimo anno del liceo di scienze sociali Stefanini di Mestre e i bambini di due classi elementari di Mestre e di Venezia. Ad ascoltare e a intervenire, i ragazzi; molti con un vissuto fatto anche di esperienze di stage in strutture legate al disagio. Quindi l'ulteriore fase del progetto: il laboratorio di scrittura creativa, premessa necessaria perchè i pensieri potessero trasformarsi in storie.
Alle parole scritte si sono poi aggiunti i disegni, nati dal "dialogo" tra i ragazzi dello Stefanini e i bambini delle due classi elementari. I più grandi sono andati in aula con le loro storie matte e i più piccoli, entusiasti, hanno ascoltato e hanno disegnato, hanno dato corpo alle parole. Tanti adulti, davanti all'idea di "Ma 6 matto ?!", avevano obiettato: "Ma come, andate con dei diciassettenni a parlare di matti con i bambini di sei anni, vi pare il caso?" Sì. Parlare delle paure aiuta; i temi strani e rovesci sanno anche essere entusiasmanti, liberatori e formativi.
      
    

I comodini_Video

Anche quest'anno di nuovo insieme gli studenti del Liceo Stefanini e i bambini della scuola primaria Santa Barbara....sono infatti gli stessi ragazzi che l'anno scorso hanno pubblicato il libro "Ma sei matto?!", una raccolta di racconti che gli adolescenti hanno scritto per i più piccini sulla follia e la diversità.
Stavolta le attività si sono concentrate su una storia particolare; un tempo, chi veniva rinchiuso in manicomio, doveva separarsi da tutti gli oggetti personali, anche quelli più intimi: fotografie, anelli, orecchini, quadernetti, ricordi.... una delle prime cose che Franco Basaglia fece a Gorizia, fu restituire ad ogni paziente i suoi oggetti sottratti, consegnando ad ognuno un comodino.
Era come riconoscere finalmente dignità e identità a ciascuna persona.
E' stato proprio questo elemento, il comodino, al centro quest'anno del lavoro dei ragazzi. Dunque, i liceali hanno lavorato guidati da un'autrice cinematografica, per produrre alla fine dell'anno una sceneggiatura. Hanno immaginato una serie di comodini pieni di oggetti e provato a ricostruire le storie nascoste dei loro proprietari. Tra i quattro lavori prodotti, una Giuria di esperti ha giudicato "la vita degli altri"* e "quasi quasi muoio domani"** le due migliori. Da qui nascerà un vero e proprio cortometraggio.
Nel frattempo, i bimbi hanno costruito davvero, e non solo immaginato, ognuno un comodino di cartone con le proprie piccole cose.

*motivazione: per aver individuato nell'interpretazione del quotidiano femminile gli stereotipi legati al disagio e per aver riconosciuto la solidarietà di genere come superamento dei pregiudizi.

** motivazione: per aver individuato uno dei più importanti e controversi concetti legati al tema della salute mentale ossia il connubio tra arte, passione e follia e per aver saputo calibrare una giusta dose di ironia nell'affrontare il difficile tema del suicidio.
      
Alberta Basaglia
psicologa, Vicepresidente della Fondazione Franca e Franco Basaglia, è responsabile del Servizio Partecipazione giovanile e Cultura di pace del Comune di Venezia, dove ha anche guidato il Centro Donna dal 1980 al 2003 e il Centro Antiviolenza. E' Consigliera di fiducia del Rettore dell'Università di Padova contro le molestie e le discriminazioni.
      
    

Peppe Dell'Acqua
salernitano, classe 1947, psichiatra, che ha avuto la fortuna di iniziare a lavorare con Franco Basaglia fin dai primi giorni triestini, partecipando all'esperienza di trasformazione e chiusura dell'Ospedale Psichiatrico. Tuttora vive a Trieste ed è il Direttore del Dipartimento di Salute Mentale.

Insegna psichiatria sociale presso la Facoltà di Psicologia dell'Ateneo di Trieste.

Nel 1988 pubblica per Edizioni Sapere 2000, insieme a Roberto Mezzina "Il folle gesto" che raccoglie l'esperienza sulla questione della perizia psichiatrica e del lavoro presso il carcere e nell'ospedale psichiatrico giudiziario. Il testo, che raccoglie 15 perizie psichiatriche , pone particolare attenzione alla narrazione.

Nel corso dell'attività lavorativa ha svolto e organizzato molteplici attività di consulenza scientifica ed organizzativa in varie sedi in Italia, in Europa e nelle Americhe tenendo cicli di conferenze, seminari, verifiche tecniche. Segue con particolare attenzione l'aspetto della comunicazione e della formazione, sia degli operatori che delle famiglie di persone con disturbo mentale. Ha pubblicato un manuale, "Fuori come va? Famiglie e persone con schizofrenia", rieditato nella III edizione da Feltrinelli Editore (2010), che completa e riassume il percorso di ricerca nel campo del sostegno alle famiglie con persone con disturbo mentale.

E' tra i promotori del Forum Salute Mentale, avamposto per la tutela dei diritti delle persone con disturbo mentale.

Nel 2007 ha pubblicato il libro-testimonianza "Non ho l'arma che uccide il leone. Trent'anni dopo torna la vera storia dei protagonisti del cambiamento nella Trieste di Basaglia e nel manicomio di San Giovanni", con una inedita prefazione di Basaglia (Stampa Alternativa, Viterbo).
      
Giuliano Scabia
poeta, narratore e drammaturgo, è stato uno degli iniziatori dell'avanguardia teatrale con Nono, Quartucci, Bene, Luzzati, Ronconi, Barba, Grotowski e altri; fra l'altro ha guidato insieme a Vittorio Basaglia l'esperienza di Marco Cavallo (1973), nel manicomio di Trieste diretto da Franco Basaglia.

* Fondazione Franca e Franco Basaglia

 
 

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