Midnight in Paris - Recensione

In quale epoca vorresti vivere?

2 Dicembre 2011
 - Lisetta

"Hanno detto che il tema principale di tutti i miei film è la differenza tra realtà e fantasia. In effetti è un tema che ricorre molto spesso, e penso dipenda essenzialmente dal fatto che odio la realtà. Ma sai, purtroppo la realtà è l'unico posto in cui possiamo mangiarci una bella bistecca per cena" ( da Io, Woody e Allen).

In quale posto vorreste vivere? Ve lo siete mai chiesto? Gil, il protagonista della nuova commedia firmata Woody Allen, è affascinato da Parigi e dai suoi Anni Venti; Ines, la sua futura sposa, è ben agganciata al presente e a Hollywood. E Woody Allen? Beh...sappiamo che il nostro mal sopporta gli spostamenti dalla sua città, New York, ma senza ombra di dubbio è innamorato della Ville Lumière. Il film si apre con una lunga sequenza di immagini senza parole che abbraccia vari luoghi della città, una fotografia dietro l'altra di quella Parigi che Allen vide per occhi vergini nel lontano 1965.

Gil è uno sceneggiatore hollywoodiano con ambizioni da scrittore. Sta lavorando al suo primo romanzo: la storia romantica di un uomo che vive nella convinzione che la sua vita, in un'altra epoca e in un altro luogo, sarebbe di certo migliore. Aspettate un momento....questa è la storia di Gil o del protagonista del suo romanzo? Serve fantasia e come per magia Gil viene catapultato negli Anni Venti con tutto il suo fervore culturale. Ecco che qui incontra i suoi miti letterari e artistici: Hemingway, Zelda e Scott Fitzgerald, Gertrude Steine, Bunuel, un folle Salvador Dalì....

 Il miracolo si ripete così per diverse notti, ma abbandonarsi ad un sogno prima o poi si trasformerà in una spirale d'insoddisfazione; sognare e basta è solo una fuga vigliacca dalla realtà. Dice Hemingway "La vigliaccheria nasce sempre dall'incapacità di amare o di amare nel modo giusto" e l'artista, fa dire Allen a Gertrude Stein " non è colui che fugge, ma colui che con la sua opera cerca di dare senso e speranza di fronte all'insensatezza dell'esistenza".  Non si può sfuggire a sè stessi e alla propria vita! Il tempo ha reso Allen meno cinico, azzerderei che si coglie dell'ottimismo. Non è vietato sognare, anzi è doveroso farlo,  ma ci vuole poi il coraggio di portare il sogno nel presente, nella vita vera.

Il film accusa la mancanza di un bel pò di quella (auto)ironia a cui il regista ci aveva abituati; qualche momento è un pò troppo didascalico e i ritratti dei personaggi appaiono delle macchiette. E' di certo un buon film, di classe, di sentimento, di umorismo e di....rinoceronti!

 
 

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