Denise gioca, sperimenta, crea atmosfere di ritorno. Un cantato candido, quasi infantile, espresso attraverso fragili lullabies di innocenza e soffice pop, una calligrafia fiabesca, palpitante, bucolica e sottilmente inquieta, adagiata tra archi serici e chitarrine di marzapane, tra percussioni genuine e una fantasmagoria indolenzita di organetti e campanellini.