"Ghiaccio Bollente" e mainstream di nicchia

la TV può ancora contenere programmi degni del termine "innovazione"?

23 Dicembre 2015

Assoluto, sincero e totale rispetto per una persona come Carlo Massarini, divulgatore radiofonico e televisivo che tutti noi abbiamo seguito, dal quale abbiamo imparato e, tutto sommato, continuiamo ad imparare...questa é la premessa piú che dovuta.
Detto questo si é appurato che il suo programma tornerà in onda piú bello che prima nel palinsesto di RAI5. Totale, sincera gioia e soddisfazione.
MA. . .
Diamo per scontato che la TV abbia valenza culturale e possa contenere programmi con un'offerta degna del termine "innovazione"... e qui dovrei postare due emoticon con espressione dubitativa: il primo, visto che gli anni d'oro della RAI (3) sono morti e sepolti, il secondo per l'uso, da parte mia, di un termine virgolettato e innovativamente obsoleto.
Tant'é, 'facciamo a capirci'.
Diamo comunque per scontato che esista e diamo per scontato esista in egual misura un pubblico che ancora si posta davanti all'ex tubo catodico in piena notte o giú di lí...si sì, so che esiste anche se lo scrivente non ne fa parte in quanto convinto assertore dell'inutilitá di tale ex-tubo.
La domanda é: quanta reale innovazione puó contenere un programma, per quanto rispettabilissimo e condotto da un Magister con alle spalle, lui sì, vera preparazione musicale e un bel bagaglio di avanguardia nel linguaggio televisivo, quanta innovazione, ripeto, puó offrirmi?
Leggo le varie playlists di GB e vedo qualche deriva a me cara ma essenzialmente la proposta gira attorno ai soliti temi musicali che appartengono ad una certa audience abituata a nutrirsi con il suono di una colta fazione da sempre dominante lí dove esistono microfoni istituzionalizzati.
Jazz, afro, r'n blues, indie ma solo di un certo tipo, folk, cantautorato emergente che finge di fare il nicchioso, italianitá sempre quella che da secoli sventola sui bastioni indi-pendenti e, al final finalmente, una spruzzata di 'contemporaneitá', ma poco poco.
Ho la convinzione che il suono di cui mi nutro oramai da molti anni non puó albergare dentro l'ex tubo catodico, questo ex-tubo.
L'elettronica di ricerca, certe correnti dai riferimenti ambient, i musicisti o sound-artists a me cari, i ricercatori obliqui, sono categorie che vivono mondi lontani da quello catodico.
Quando si parla di programma televisivo dedicato alla "buona musica", si dà per scontato sia una e una sola la "buona musica", incanalata nelle correnti su descritte che definirei 'mainstream di nicchia'. Questo limita incredibilmente la crescita, la conoscenza ed apertura musicale.
Personalmente mi é capitato di chiedere a qualche vero cultore del suono jazz o di avanguardiasecondolui, che ne pensasse del soundscape e dell'uso del field recording come nuova architettura sonora...sguardo perso e disapprovazione densa come nebbia notturna sul Ponte della Libertá in pieno dicembre...
Continuo ad inchinarmi al cospetto di Massarini, non mi perdevo una che fosse una delle sue trasmissioni radiofoniche e televisive anche se continuo a non capire quel buco nero che lo ha risucchiato nella giuria di un festival sanremese ma, ripeto, la vera informazione Musicale non si trova cuocendo il ghiaccio ma seguendo quei canali che di televisivo non hanno neanche un pixel.

 
 

 
 

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